CAPITOLO 31

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<< io ti...voglio proteggere>> esclama. Sorrido dolcemente, alla sua dolce frase. Un sollievo. Mi alzo e lentamente lo avvolgo alle mie braccia, in uno stretto abbraccio amichevole. C'è sempre più sintonia tra noi. Lo squillo del mio cellulare, spezza l'aria creatosi. Celeste.
<< pronto?>> rispondo.
<< Meri sono Celeste>> esclama dall'altro capo del telefono.
<< ehi Celeste! Hai dimenticato qualcosa?>> chiedo dato l'ultimo incontro a distanza di minuti.
<< nono, ti ho chiamata per dirti che mi sono informata a lavoro ed hanno detto che un'altra commessa non farebbe scomodo>> dice. A quella frase, un sorriso invade il mio viso.
<< ma veramente?!>> esclamo.
<< si! Domattina, dopo la lezione, andiamo a farti conoscere al mio capo>> dice.
<< Celeste, grazie mille, non so come ringraziarti!>>
<< non c'è bisogno di ringraziarmi, ti avevo detto di volerti aiutare, ma adesso vado. Ciao Meri, a domani>> saluta.
<< grazie ancora, a domani Celeste>> dico sorridente chiudendo la chiamata. Francesco mi guarda con aria interrogativa.
<< forse ho trovato lavoro>> sorrido.
<< si? E dove?>> chiede imperterrito.
<< come commessa in un negozio d'abbigliamento>>.
<< capisco. Allora speriamo bene>> mi abbraccia Francesco. Poi ritorna ai miei occhi e riecco quella strana sensazione che invade. Distolgo lo sguardo, consapevole di quello che potrebbe svilupparsi.
<< è meglio che vada a dormire...buonanotte Francesco>> accenno un sorriso.
<< certo...buonanotte a te Meri>> risponde con un'occhialino. Mi allontano ma un'ultimo ringraziamento mi sembra doveroso. Mi fermo, voltandomi d'un tratto.
<< ah...grazie>> dico timidamente.
<< e di cosa?>> chiede lui.
<< di tutto>> con un sorriso enorme, mi rigiro, recandomi in camera da letto. La "nostra" camera da letto, si chiamava una volta, adesso non lo so più. Non ho ancora perso le speranze, nonostante la sua assenza. Quella frase che disse Ignazio, di continuare a credere ciò che credevo, mi ha dato molta più speranza. Mi ha ricaricato delle mie convinzioni, a poco a poco. Accompagnata da questi pensieri, raggiungo uno stato di dormiveglia, sul precipizio del sonno, ma una leggera scossa provocata da un'umido sulla guancia, mi fa sobbalzare. Un'ombra davanti ai miei occhi, che solo dopo qualche secondo e qualche battito di ciglia, riesco a distinguere: Francesco.
<< Francesco, cosa ci fai qui?>> chiedo con voce impastata.
<< volevo augurarti la buonanotte>> sussurra. Basta uno di quel suo sguardo, profondo, per sorridergli dolcemente.

<< ehi Celeste!>> la saluto con un cenno, che lei ricambia. Seguiamo la lezione e dopo, come promesso, ci avviamo per il posto dove lavora. Durante il tragitto, avviamo una conversazione e prego tutti i santi per far in modo che non mi chieda niente di Piero. Sono giorni che non lo sento e oramai, ho prosciugato tutte le parole per esprimere il mio dolore, come le mie lacrime. Ho tolto qualche chilo e si nota, tanto.
<< come va con Piero?>> richiamo quella domanda solo con il pensiero, fortunata proprio.
<< b...bene>> sorrido come un involucro per coprire i problemi.
<<mh...non molto convincete, ma va bene>> ride. Altro che...sai che divertimento.
<< eccoci>> dice.
<< buongiorno>> saluto educatamente, facendo ingresso.
<< salve, lei deve essere la signora Barone>> dice cordialmente un uomo, presumo sia il direttore.
<< si, sono io. Buongiorno>>.
<< Celeste mi ha riferito che cerca lavoro e data la sua popolarità e professionalità, non posso che accoglierla>> sorride. Già mi puzza di persona falsa. Ma quale professionalità? Io so fare pulizie e cucinare, non piegare abiti professionalmente.
<< la ringrazio molto, signor...>> sottolineo per far capire di non essersi ancora presentato.
<< signor Cobalto>> sorride.
<< quando posso cominciare?>> chiedo curiosa.
<< anche da domani>> precede lui.
<< c'è un piccolo problema...domani partirò per un paio di giorni fuori>> gli spiego.
<< non ci sono problemi, può cominciare dalla settimana prossima>> sorride. Forse non è così vanitoso come sembra esserlo.
<< non so come ringraziarla, grazie infinite>> lo ringrazio.

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