CAPITOLO 45

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La lunga agonia che intrattiene il volo verso Firenze è ormai abituale. Sto facendo l'abitudine ormai a tutti questi viaggi. Piero avrà il voltastomaco a sentir parlare di aereo. Se ne sta lì, vicino al finestrino, accovacciato al sedile, con sguardo puntato fuori. Gli occhiali da sole coprono il suo sguardo, ma si intravedono i suoi piccoli occhi che sono di sottecchi, come cogliere ogni singolo angolo di quella meravigliosa terra. La mia mano si posa sul sul ginocchio, muovendo il pollice. Piero si volta sorpreso, sorridendo lievemente.
<< a cosa pensi?>> chiedo poggiando la schiena al sedile.
<< niente di che...>> risponde scuotendo una mano.
<< se c'è qualcosa che ti turba sai che sono qui>> rispondo.
<< si, grazie... Non lo so, forse sono solo in ansia. Riflettevo a come sarebbe avere una bambina tra le braccia e pensare che ella sia il frutto del nostro amore>> sorride.
<< io credo che ci ripagherà di ogni sforzo compiuto per continuare la nostra vita insieme>> rispondo accarezzando la sua mano. Il suo viso si addolcisce e, avvicinandosi, le sue labbra lasciano un dolce bacio sulle mie. Un vero momento di dolcezza. Piero mi lascia con un lieve e quasi buffo sorriso, poi si volta e ritorna a scrutare la terra sotto.

Ed ecco io solito "tic", ormai abituata a sentire. La casa profuma ancora di rose. Si, adoro quel profumo ed acquisto perennemente profumi a base di rose, per riempire la casa di quel dolce, sensuale ed inebriante profumo. Piero l'ha sempre amato, come me, e non ha mai fatto un problema della mia ossessione. Questa volta, il candido profumo si è mantenuto anche fra le fredde mura di casa.
<< che dici? Andiamo adesso?>> chiede Piero chiudendosi la porta alle spalle.
<< ma non sei stanco dal viaggio?!>> dico aggrottando le sopracciglia.
<< non abbastanza. Dai, andiamo>> mi cinge Piero.
<< okay>> sorrido. Per tutte quelle volte che gli rispondo con un semplice "okay". È forse il mio unico modo per esprimere il mio affetto interiore? Io mio amorevole consenso? Non lo so, ma rimarrà la nostra parola chiave.
<< ma sai già dove andare?>> gli chiedo scendendo le scale tranquillamente.
<< certo>> risponde Piero cauto.
<< e come lo sai?>>
<< ho le mie fonti>> sorride.

L'infermiera grida il mio nome dalla sala d'attesa ed i miei battiti riprendono tremanti. Lo sguardo di Piero diventa quasi euforico, ma bloccato. L'ansia cresce, l'ansia per la paura di poter trovare brutte sorprese. Afferro la mano di Piero e la stringo forte, come non mai. Scatto in piedi e dietro me Piero percorre al mio fianco il piccolo tragitto che conduce a quella fatidica stanza.
<< sta tranquilla amore>> sussurra Piero con un lieve sorriso. I muscoli diventano sempre più tesi ed è come se sto per conoscere chi dovrò battere ad un incontro di pugilato. L'infermiera lancia un beffardo sorriso e chiude la porta alle nostre spalle. Una bella donna, molto giovane, ci accoglie con un apparente e caloroso sorriso.
<< buongiorno signori! Io sono la dottoressa Russo>> sorride amorevolmente, distendendo una mano. Afferro la presa sicura di me.
<< salve. Piacere di conoscerla, io sono Meri>> sorrido cordialmente.
<< buongiorno. Io sono Piero Barone>> saluta Piero, con la sua fierezza sicula.
<< accomodatevi, prego. Allora...per quale motivo ho il piacere di conoscervi?>> annuncia la dottoressa prendendo posto sulla sua larga poltrona. I muscoli diventano come una calamita con la sedia e, in un batter d'occhio, mi siedo.
<< ecco...io credo di essere incinta>> sbotto senza pensarci due volte. La dottoressa sfoggia un enorme sorriso, buffo.

Dopo dettagliate domande per venire a conoscenza di specifiche informazioni, mi invita ad accomodarmi su un lettino per iniziare l'ecografia. E quì l'ansia prende il sopravvento. Tremante, tolgo le scarpe e mi distendo sopra il lettino. Piero sorride ansioso e la dottoressa provvede ad accendere l'apparecchio ed a sollevarmi la maglietta, strofinando sopra la fredda pelle un liquido per facilitare lo scivolamento dell'apparecchio usato. Sullo schermo appare un vuoto e solo quì cominci a farti milione di film mentali sull'aspetto che potrebbe avere un futuro figlio. La mano di Piero diventa un improvviso punto di sfogo che comincio a stritolare con la mano. La dottoressa appoggia l'apparecchio al ventre e sullo schermo appare un'immagine offuscata, illeggibile per me. L'apparecchio viene trascinato su e giù ed io e Piero continuiamo, imperterriti, a scrutare qualsiasi segnale appaia nello schermo. La dottoressa si volta per decifrare l'immagine ed eccola sorridere. Oh mio dio, ansia.
<< eccolo>> sorride poggiando un dito sullo schermo, indicando lui: il mio puntino. È un vero e proprio puntino, a tutti gli effetti. E io che lo chiamavo così sarcasticamente, e invece è vero. Una lacrima riga silenziosamente il mio viso e quando il mio sguardo è rivolto a Piero, lui sta già sprizzando gioia, scrutando lo schermo senza perdersi nessun particolare. Poi sposta lo sguardo verso il mio e d'un tratto il suo viso sembra essere ringiovanito di anni prima. Le sue mani prendono il mio volto e le sue labbra lasciano un lungo bacio sulle mie. Un sollievo sopraffae il mio stato d'animo. Adesso sono sicura. La dottoressa continua il suo percorso e successivamente stampa una copia del mio puntino.
<< ma è proprio quel puntino?>> chiedo curiosa.
<< certo! Questo sarà il vostro futuro figlio>> risponde. Quelle parole rimbombano nella mia testa, come se mi avessero dato un sonoro schiaffo. Nostro, figlio, futuro...tutto troppo in fretta.
<< come sta?>> sbotta Piero innocente. La dottoressa gli rivolge un dolce e quasi materno sorriso.
<< beh, per ora sembra sta benissimo>> sorride la dottoressa. Chissà come sarà quando passeranno i mesi.
<< però dobbiamo tenerti maggiormente sotto controllo a causa del precedente cancro>> continua.
<< quindi, dovrai fare le analisi così scopriremo la reale data di concepimento e ci rivedremo quando saranno pronte>> continua sorridente.
<< adesso puoi rivestirti>> dice asciugando il liquido con della carta rotoli. Annuisco e lentamente finisco il lavoro, risistemando la maglietta.
La dottoressa continua un lungo discorso, avvisandomi e informandomi di tutto ciò che è necessario sappia una donna in gravidanza. Mi conforta molto il fatto che durante la mia gravidanza sarò costantemente seguita.
<< la ringrazio tanto dottoressa Russo>> allungo la mano salutandola.
<< è stato un piacere. Ci rivedremo tra un paio di settimane>> sorride afferrando la mano.


La mano di Piero riscalda il mio braccio, spostandola su e giù. Le nostre teste si sorreggono a vicenda, mentre io rimango a gambe piegate lateralmente sopra il divano. La sua calda pelle aderisce perfettamente alla mia, spezzando le distanze. L'altra mano di Piero sorregge quell'immagine apparsa precedentemente sullo schermo dello studio medico, e continua a scrutarla da infiniti muniti, senza distogliere lo sguardo.
<< guardalo...è già bellissimo>> sorride scuotendo la testa.
<< Piero, è solo un puntino per ora>> rispondo.
<< il nostro puntino>> sussurra spostando lo sguardo sui miei occhi. Il nostro amore comincia prender forme umane. Le mie labbra lasciano un casto bacio sopra le sue.
<< spero non ci saranno ulteriori complicanze>> dico abbassando lo sguardo dall'immagine.
<< devi stare tranquilla su questo, Meri. I medici ci aiuteranno e non dovremo preoccuparci di nulla>> mi consola. Le sue nocche sfiorano le mie labbra, volutamente, e il suo viso si avvicina al mio, facendo della distanza il nulla.
<< mmh...aspetta>> dico tra le sue labbra, avvertendo un forte senso di nausea. Mi alzo, precipitandomi in bagno e liberandomi dall'eccesso.
<< forse dovevamo chiedere alla dottoressa cosa fare per la nausea >> dice Piero soccorso per scostare i miei capelli. Mi alzo e lentamente, sopraffatta dal bruttissimo sapore in bocca, risciacquo la bocca con un pò d'acqua nel lavandino davanti.
<< non credo ci sia molto da fare>> rispondo. Piero si avvicina, lasciandomi un casto bacio sulla fronte. È così bello sapere che di lui posso fidarmi ciecamente, posso essere al sicuro. Solo lui si prende così tanta cura di me e questo mi fa sentire tanto accettata per quello che sono, e non per quello che vorrebbe che io fossi. Lui mi ha sempre accettata così come sono, sin dal primo momento, mi ha amata in tutte le sfumature, come io con lui. E adesso, in questo afoso Luglio, mi ritrovo ad aspettare in grembo una piccola creatura, frutto del nostro amore, nei nostri sacrifici e dei nostri salti mortali per rimanere uniti. La vita non sempre ci ha voluti tenere insieme, eppure ci siamo riusciti. E se invece non doveva andare così? Se il nostro destino era diviso? No, non può essere. I nostri cuori hanno un enorme bisogno del nostro amore reciproco, senza nessun "se" e senza nessun "ma".


Sono passate due settimane dal primo incontro con la dottoressa e adesso mi ritrovo nuovamente distesa sul lettino. Piero mi accompagna sempre, giustamente, ed è l'unico possibile conforto morale e fisico. Quel freddo liquido viene spalmato nuovamente sul ventre, mentre l'apparecchio continua la sua esplorazione. La seconda ecografia. Credo a man mano che andremo avanti, l'ansia sarà la principale causa di un eventuale infarto.
<< allora...pronti?>> sorride la dottoressa Russo accomodandosi sulla sedia.
<< no>> sbotto sorridendo, tremante.
<< ah bene...abbiamo una grossa sorpresa>> sorride lei con sguardo fisso sullo schermo.

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