CAPITOLO 25

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Un altro aereo ci attente, portandoci direttamente ad Abu Dhabi. Piero conosce bene la città e insieme, visitiamo molti posti. Ma poi c'è quello più bello: il deserto. Questo posto mi rappresenta, anzi, rappresenta la mia quiete. Quando ho bisogno di solitudine, basterebbe solo venire qui e rotolarmi per la sabbia. Devo coronare questo momento. Prendo il cellulare e all'oscuro, scatto alcune foto a Piero. Ho immortalato molti momenti con questo cellulare: Piero triste, Piero arrabbiato,Piero innamorato, Piero felice e molte altre. Credo sia il caso di comprare una macchina fotografica. Per non parlare delle foto che lui fa a me, infinite.
<< amore, facciamo una foto?>> chiedo. Lui prende il cellulare dalle mie mani e sorridente, mi bacia sulle labbra mentre scatta la foto. Ma, ovviamente, non è finita qui. Lo scatto più bello della nostra vita. Appena sopra le nostre labbra, giunte, un forte sole abbaglia e rende la foto unica.

Il nostro viaggio, quì, ad Abu Dhabi è finito e riprendiamo un aereo. Insieme, credo che gireremo il mondo. L'aereo atterra, questa volta, alle Maldive. Non posso crederci, la madre di tutti i mari. Il posto che io amo più al mondo. Anzi, il posto che amo di più sono le braccia di Piero. Un senso di colpa, però, risale sempre: i soldi. Quelli per me sono sempre un senso di colpa ma non posso dire niente a Piero, sennò mi rimanda a casa come minimo. Sull'isola di Vaadhoo, arriviamo entusiasti. Uno straordinario spettacolo mi pietrifica. Piero ci teneva a farmi vedere il mare di sera ed adesso capisco perché. Il mare è stellato. Non capisco se sono le stelle che riflettono nell'acqua cristallina o è un effetto dell'acqua, ma in ogni caso, è uno spettacolo senza prezzo. A quella vista e all'assenza di persone, tranne noi due, mi spoglio e felicemente, vado a buttarmi in quel mare fantastico.
<< Meri, ma che fai!>> grida Piero. Io continuo a ridere euforica, come una bambina alla vista del mare in estate.
<< vieni!>> gli grido sguazzando nell'acqua. Lui esita ma poi non resiste e mi raggiunge. Le piccole stelle, che appartengono al mar, riflettono sul corpo di Piero, rendendolo ancora più magico. Fa un piccolo tuffo e lo vedo spuntar fuori difronte a me, a pochi centimetri dal mio viso.
<< allora? Com'è prendere il bagno la sera?>> chiedo sorridente.
<< è bellissimo, poi con te...è spettacolare>> risponde. Mi avvicino e dolcemente, gli mordo il labbro.
<< mi mordi il labbro>> sussurra fra i miei denti.
<< e so cosa vuol dire. Stai diventando insaziabile ultimamente>> continua. Mi soffermo a guardarlo in sguardo di rimprovero.
<< non è che sto diventando insaziabile, ma ogni giorno che vivo con te è come la prima notte che passammo insieme>> rispondo. Mi afferra i fianchi e lentamente si avvicina, unendo le sue labbra alle mie, in un romantico e passionale bacio. È così carnale. Tra i movimenti nascosti sott'acqua, facciamo l'amore. Mi sembra d'esser in paradiso. In questo mare unico, in questo momento, ci siamo noi, solo noi a far l'amore e a viverlo.

Un altro volo ci aspetta e ci porta, questa volta, in Argentina. Dovremo ballare il tango, assolutamente.
Passeggiamo per le vie della città di Buenos Aires e i meravigliosi capolavori sui muri, mi colpiscono. Qualsiasi cosa sia arte, la amo. Il murales che sto osservando, ritrae due giovani ballerini che, con forte sensualità, ballano il tango. Ma presto mi scosto e ritorniamo ai nostri passi, mano per mano. Mi sembra di vivere un sogno con lui. Mi ha fatto e continua a farmi provare sensazioni indescrivibili, fortissime. Quello che provo per lui non lo dimenticherò mai e lo proverò per sempre. Adesso che il nostro amore è unito in matrimonio, i nostri animi sono in pace. Da questi pensieri, mi distrae una chiamata. Sullo schermo appare "mamma" e non esito a rispondere immediatamente.
<< mamma!>> esulto.
<< figlia>> grida mio padre dall'altro capo del telefono. Sentire la sua voce mi scalda calorosamente il cuore.
<< come state?!>> chiedo.
<< noi bene e voi? State facendo i bravi?>> chiede mio padre.
<< si papà tranquillo, stiamo bene. Non puoi capire quanto sono felice! Piero mi ha portato in dei posti bellissimi>> dico entusiasta.
<< si? E dove?>> chiede.
<< allora: New York, Abu Dhabi, alle Maldive e adesso siamo a Buenos Aires!>> esclamo.
<< ah...avete fatto i pazzi in pratica>> commenta.
<< Sisi papà. Comunque, ti saluto. Ciao e saluta tutti da parte mia e di Piero>> dico. Mio padre ricambia calorosamente e con un dolce saluto ci lascia. Casualmente, ci ritroviamo in una grande piazza, piena di gente che balla. Ballano tutti molto animatamente e sembri si divertano un sacco, tanto da riuscire a contagiarmi. In un batter d'occhio, afferro le mani di Piero e lo conduco in mezzo alla folla. Due djembe, quattro conga e altre percussioni, accompagnano questa meravigliosa danza latina. Io faccio percussioni, quindi quando le sento riescono a contagiarmi come nessuno. Piero ride felice e io non posso far altro che essere ancora più felice a quella vista. Il suo sorriso è l'aria mia. Si avvicina, prendendomi per i fianchi e svolgendo una sensuale danza con il bacino. Io faccio la stessa e ci ritroviamo al centro di un piccolo cerchio fatto dalle altre persone notandoci. È come se ci fossimo solo noi due. Spolvero i miei vecchi passi latini imparatimi da piccola e sfoggio le mie curve ancora abbastanza flessibili. Giro, rigiro, muovo il bacino, alzo le mani, faccio qualsiasi cosa possa animare la danza e Piero dietro di me, lo stesso. Mi dirigo ai suonatori, notando un djembe da solo. Lo afferro, lo appendo al collo e comincio a suonare il ritmo che stavano svolgendo gli altri. Da 5 anni studio percussioni africane, simili a quelle latine, e conosco quasi tutti gli accompagnamenti. Mi avvicino a Piero che mi viene dietro sfoggiando le sue tecniche. Altri stravaganti ballerini mi vengono dietro ed io qui, sono nel mio mondo, fra la musica, a casa.

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