CAPITOLO 35

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La mia ansia è stata placata e il mio umore, affianco ai miei battiti, si è ristabilito. Tutto ciò che desideravo era vedere che sta bene, ma a conoscenza di queste orribile cose, si sta proprio male. I suoi occhi straziati, stanchi, il suo sguardo assente, mi hanno ferito profondamente, ma vederlo rianimarsi alla mia vista è stato come una bomba a mano di felicità. I suoi occhi si illuminarono come due stelle, li stessi dei miei, e quando le sue labbra sfogarono il proprio rancore sulle mie, fu come aver saziato milioni di baci. Niente è più importante di lui. I miei occhi lacrimano ancora di felicità, con un velo di tristezza. E adesso cosa posso fare? Come posso aiutarli? Sulla soglia della porta appare Francesco che chiudendosi la porta alle spalle, si precipita ad abbracciarmi ed io continuo a sorridere ebetemente.
<< adesso si che ti riconosco>> sorride prendendo il mio viso tra le sue mani.
<< Francesco, mi ha raccontato tutto e hanno assolutamente bisogno del nostro aiuto! >> esclamo muovendo quasi inconsapevolmente le mani.
<< lo so, ha raccontato anche a me. Tu che dici di fare?>> chiede imperterrito.
<< non ne ho la più pallida. Di sicuro, dobbiamo spiare Roberto Cenci per scoprire le prove che nasconde. Per farlo abbiamo bisogno degli infiltrati>> rispondo.
<< e dove li troviamo? Serve qualcuno che sia a stretto contatto con lui e sua figlia>> dice.
<< Piero è in stretto contatto, eppure non ha scoperto niente. Vuol dire che sono prove ben nascoste ed efficaci. Magari potremo fare una prova...>> dico. La mia mente escogita piani malefici.
<< cioè?>> chiede.
<< potresti fare la prova con lei>> sorrido compiaciuta. Lui barrica gli occhi.
<< cosa?! Stai scherzando?!>> esclama.
<< no. Magari riusciresti a portarla a letto e scoprire qualcosa. Oppure farla ubriacare e riuscire a strappargli qualcosa>> sorrido.
<< Meri no...dovrei andare a letto con la persona che vuole rovinare il matrimonio di mio fratello?>> esclama,
<< hai ragione, però rimane la seconda possibilità. Non abbiamo molte alternative Francesco>> dico. Lo vedo sbuffare.
<< va bene, okay. Ma ricordati che lo faccio solo per te>> dice. Un sorriso fiorisce.
<< lo so Francesco, lo so. E anche per tuo fratello>> dico. Lui mi stringe forte a sé, lasciandomi un umido bacio sulla fronte.
<< lavoratela per bene>> sorrido ironicamente, facendo lo stesso.
<< forse studiare ogni cosa per bene ci aiuterà a trovare qualche aiuto>> dico sedendomi sul bordo del letto.
<< esatto>> risponde.
<< allora...Roberto Cenci vuole rovinare Il Volo solo per invidia e mancanza di popolarità. Li ha creati lui stesso e lui stesso adesso li vuole distruggere. Il suo scopo sono i soldi e la popolarità. Le sue prove saranno fondate sui punti deboli dei ragazzi. Ci sarà un ulteriore motivo al perché vuol distruggere anche il mio matrimonio. Forse una spiegazione plausibile è che sua figlia sia convinta d'aver colpito Piero e che abbia chiesto il divorzio, ma sono mal convinti. Suo padre è convinto del successo che avrà se riesce nel suo obbiettivo e così potrà esaudire il desiderio di sua figlia. Eppure, le spiegazioni di Cenci non sono ancora abbastanza plausibili. Una volta distrutto Il Volo, lui cosa ci guadagnerà? Forse, data la convinzione del futuro fidanzamento tra sua figlia e Piero, dovrà aspettarsi le implorazione di Piero per riunire il gruppo in cambio di denaro. Ma c'è ancora qualcosa che mi sfugge>> spiego imperterrita nel mio ragionamento. Francesco mi osserva, quasi meravigliato.
<< di sicuro è una questione di business. Avrà costruito delle prove sulle carte, cioè sulle questioni economiche del gruppo, rovinando così anche Torpedine>> dice.
<< si, può darsi, è plausibile>>
<< forse l'ultima opzione che hai elencato sembra la più ragionevole. Lui è convinto del futuro fidanzamento e così, quando avrà sciolto e successivamente riunito il gruppo, lui guadagnerà non solo soldi, ma anche la fama tanto desiderata perché sarà considerato il santo che li avrà riuniti, evitando di distruggere il sogno di ogni volovers>> risponde.
<< giusto! Se consideriamo questa opzione, dovremo scavare veramente sul business del gruppo e soprattutto, non possiamo cercare di distruggere la relazione tra Piero e Agnese perché sennò il nostro piano salterà ed anche la mia identità nascosta. Quindi, se tu riuscirai nella conquista, potremo scansare tutto questo casino>> dico.
<< mettiamo ben in chiaro i punti. Dobbiamo distruggere l'amore che prova Agnese per Piero, successivamente il piano di Cenci, potrebbe in parte saltare. Ma c'è un problema: e se il piano non fosse quello?>> continuo.
<< dovremo prendere in considerazione anche l'assurdo>> dice Francesco.
<< con delle persone così spietate, mi sa di si>> rispondo.
<< allora, stasera li raggiungo, con la scusa di una cena insieme, ed esporrò il piano a Piero, così sarò libero di complottare>> dice.
<< perfetto! Sei un genio. Io potrei uscire in incognito e cenare in un tavolo vicino al vostro, per osservare qualche movimento strano>> dico.
<< geniale, però dovrai saper truccarti bene. Cioè, non sarà facile trasformarti per bene>> dice Francesco, sorridendo quasi divertito dall'idea che dovrò trasformarmi.
<< infatti mi aiuterai tu>> rispondo compiacendolo.
<< io direi di vestirmi in modo molto casual. Del tipo, un jeans, una camicia e delle scarpe sportive, per non passare sotto osservazione. Dovrò sembrare una ragazza insolita, ma non troppo. Niente trucco, un cappellino in testa e un paio d'occhiali>> dico elaborando il mio mutamento. Una ragazza che cena da sola, in quello stato, non viene molto considerata. Magari potrà fare qualche insolito commento, se mi nota, ma niente di più. Il cellulare sarà il mio buon amico per tutta la serata.
<< va benissimo>> risponde. Data la tarda ora, Francesco ritorna in camera di Piero per chiedere della cena e io comincio a preparare il piano.
Ritorno a frugare per la mia valigia e riesco a trovare, per mia fortuna, ciò che mi serviva, come un aderente jeans, una camicia a fantasia e le mie vecchie amate Adidas. L'outfit che uso solitamente per andare all'università insomma, ma va bene, mi serve. Non so il motivo, forse faceva già tutto del piano, ma ho trovato come magicamente gli occhiali che da molto tempo avevo abbandonato. Li indosso, dalla montatura trasparente, e riecco la vecchia Meri versione secchiona.
<< tutto apposto. Mi cambio e ci vediamo di sotto>> dice Francesco chiudendo la porta alle sue spalle. La serietà s'impossessa di me.
<< perfetto. Che dici, sono riconoscibile?>> chiedo.
<< leggermente. Indossa una della mie camicie e fai una coda tremenda ai capelli>> risponde. Che bella accoglienza. Per la prima volta in America, andando per i lussuosi ristoranti vestita da casalinga camionista.

Ed eccoli lì. Tutti e tre seduti in quel tavolo, ed ecco lei che pavoneggia come non mai. Poi c'è lui, che non fa altro se non fissarmi e sorridere ma sono ben altri sguardi che lo costringono a voltarsi continuamente, facendo finta di niente. Con tutti i nostri sforzi per evitare quegli sguardi maledettamente catastrofici e carnali, non servono a nulla. La calamita che unisce i nostri corpi, creando una perfetta armonia, non può annullare la sua natura fisica. I miei occhi scrutano lo spudorato vestito indossato da quella misera donna, ma si rifanno per evitare quell'orribile visione. Un cameriere distrae ripetutamente le mie concentrazioni ed io mi decido per ordinare un qualsiasi piatto, che sicuramente rimarrà intatto dalla portata. Francesco controlla una discussione tra loro tre, abbastanza animata, data la falsa euforia della donna. Adesso che ci rifletto...la mia presenza qui serve a ben poco, ma di sicuro serve per riempire il vuoto creatosi in questi mesi durante l'assenza di Lui. Eppure, scrutando ogni movimento di quella donna, non riesco proprio a scorgere niente a parte l'assenza di pudore. Osservarla pavoneggiare al suo fianco, scatena in me un forte schifo nei confronti di lei. La sua biforcuta mano giocherella con le dita di Piero e l'istinto di spezzarne una ad una sfiora la mente. Francesco lancia frecciatine verso il mio tavolo, poco lontano, scatenando la feroce gelosia della sgualdrina, che ripetutamente si volta cercando il vago motivo per cui Francesco continua a distrarsi, ma non ottiene molto successo data la mia trasparenza. Piero, invece, sorride beatamente a me, ma lei le tira certe falcate che inevitabilmente lo distraggono. Il cellulare mi consola, in un certo senso, facendo nascere l'istinto di mandare un sms a Francesco.

Procede bene, da quanto noto. Stai andando benissimo. Beccata e affondata oserei dire. Continua così.
3 maggio, 22:13

Fatto. Il mio sguardo ritorna al loro tavolo e, inevitabilmente, Francesco riceve la vibrazione a causa dell'arrivo del mio sms. Approfitta della sbadataggine di Agnese per leggere il messaggio, nascondendo il cellulare sotto il tavolo. Per risposta, si volta guardandomi e schizza un'occhialino che a Piero non sfugge. Aggrotta le sopracciglia ma il fratello scuote la testa rassicurandolo. Agnese è talmente concentrata a instagrammare i piatti, che nemmeno si è accorta della situazione. Stupida è dire poco.  Riprendono a complottare quasi euforicamente e lei sogghigna senza pudore. Ma veramente quella donna è convinta di poter conquistare il cuore di Piero con i soldi? Piero è il ragazzo più dolce che io abbia mai conosciuto e ciò che lui desidera è solo una donna capace di amarlo e dargli tante sicurezze e quel suo cuore, così grande, ha veramente tanto da donare, fin troppo. Eppure, il flash del suo primo tradimento con lei, mi affligge ancora. Se non l'avessi perdonato mi troverei qui in questo momento?
Improvvisamente, li scorgo alzarsi e dei preoccupati sguardi da parte di Francesco e Piero, arrivano silenziosamente. Li guardo allontanarsi ma Francesco fa in tempo per scrivere un messaggio.

Ci ha chiesto di andare a bere qualcosa.
3 maggio, 22:16

Perfetto. Adesso dobbiamo passare alla fase finale del piano. Dovete farla bere il più possibile e cercare di farla parlare.
3 maggio, 22:17

Mi alzo dal tavolo e, lontanamente, cerco di seguire i loro passi. Credo di potermi permettere un inseguimento del genere, alquanto interessante. Non ho catturato la sua curiosità ai tavoli, figuriamoci in giro per strada. Appena in tempo per assistere alla loro uscita dall'hotel. Con grosse falcate, oserei dire, cerco di stargli dietro mentre il mio sguardo, inevitabilmente, finisce sul perfetto fondoschiena che si ritrova Piero, esplodendo nella mente i chiari ricordi delle volte che mi era ritrovata a palpeggiarlo quasi fieramente. Certo che ritrovarsi davanti uno spettacolo di quelli, quelle rotazioni che scrivono un "otto" invisibile, distrae obbligatoriamente. Mi era mancato quello spettacolo, moltissimo, e non oso immaginare quando sarà tutto mio. Scaccio questi perversi pensieri, concentrandomi sulla strada che percorro e trovandomi così sola e piccola per le grandi strade di New York. Una lontanissima e ormai oscura sensazione, causa un forte voltastomaco. Quella paura che difficilmente superai dopo lo stupro. La superai ugualmente, ma la mia psiche ne risentì i forti danni indelebili. Adesso tutto ritorna a farmi paura, ma la sicurezza e l'orgoglio cercano di abbattere questa dolorosa barriera che cerca di distruggere i miei piani. Devo assicurarmi che tutto vada al meglio. Un'illuminata strada cerca di distrarmi dal mio obbiettivo, tramite le sue curiosità che suscita in me. Ma, improvvisamente quando mi volto, la mia visuale non riesce a catturare le tre persone che avevo davanti. Mi volto e rivolto ma non riesco a realizzare d'averli persi.

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