Faceva abbastanza caldo. Prese un respiro profondo, cercando di regolare i battiti. Con scarso risultato. Lasciò perdere tutto, Arden stava aspettando già da troppo. I suoi occhi infatti, segnati dalla stanchezza, erano lì, ad aspettarla. Come sempre. Non aveva lo stesso rapporto che aveva con Crystal, ma si poteva dire di essere un'ottima amica. Lei e Shelley le avevano promesso più volte di prendersi cura di lei. Afferrò il primo indumento che le capitò sotto tiro, per tutta precisione di un top nero della scorsa estate. I tempi in cui la spensieratezza era al primo posto minacciava di renderla più apatica che mai. Ci fu un attimo di esitazione, quello spazio intorno a lei iniziava ad avere l'esigenza di essere rimodernato. Avrebbe cambiato ogni cosa, non si sarebbe nemmeno curata degli impegni. Rivoluzionare la sua vita sarebbe stato il suo primo passo in avanti verso qualcosa di totalmente inaspettato.
«Dimmi che sei ancora viva.»le lamentele di Arden la svegliarono del tutto.
Infilò un paio di scarpe da corsa, solo perchè le ricordavano molto i pomeriggi intensi passati con Posey per il loro allenamento abitudinario. Non si trattava di vero e proprio allenamento, di solito sprecavano le loro energie in battute divertenti e pettegolezzi fuori dall'ordinario.
Si catapultò fuori, un sorriso ad incorniciarle il viso pulito, e l'aria di chi la sa lunga.«Scusa se ti ho fatto aspettare.»
Non attaccava, non con Arden. Per tutto il tempo del tragitto non face altro che osservarla e cercare di cogliere un punto in cui Holland si scomponesse, poi optò per un altra soluzione: aspettò. A volte credeva davvero che anche nelle situazioni più catastrofiche, Holland riuscisse a restare immutata. Era già da un po che non parlava più liberamente, era quasi sempre nervosa e oltretutto preferiva restare in disparte a leggere un libro invece di andare a divertirsi con gli altri.
«Terra chiama Holland.»
«Ci sono.»
Rispose subito,come se fosse consapevole del suo stesso stato. E Arden cominciava a provare pena per lei. Se aveva un problema, non avrebbe mai esitato a parlarne. Shelley era sempre stata molto chiara al riguardo. Come se fosse rinchiusa in una bolla di sapone indistruttibile. Vederla soffrire lentamente era atroce. Scosse la testa, dandosi della stupida.
Poi la rossa sospirò sommessamente.«Adoro il weekend.»
E mentre esultava per il relax imminente, qualcosa o meglio, qualcuno le intralciò il cammino. Le ci volle un lungo attimo per riprendersi, poi un raggio di sole le colpì gli occhi.
«Ehi.»
Alzò la testa, sforzandosi di sembrare normale, con scarsi risultati.«Ehi, Ryan.»
Il suo sorriso si allargò ancora di più, la statura era disarmante e i suoi muscoli. Holland cercò d'ignorare il complimento spudoratamente accentuato di prima. Si dimostrò calma e completamente in grado di controllare la situazione a suo vantaggio. Poggiò le mani suoi fianchi.«Mi stavi cercando?»
«Forse ti sei dimenticata del tuo impegno.»
Con tutti i suoi dilemmi, aveva persino dimenticato una promessa così semplice. Poteva arrivare così in basso? Non ne faceva una giusta. Poche settimane fa, aveva perso una scommessa e da quel momento fu costretta ad esaudire un desiderio per Ryan. E cioè andare a prendere un caffè con lui. Pensò che non c'era niente di più allettante che fare una chiacchiera con suo collega.
Ora aveva solo voglia di non pensare a niente. Niente che potesse farle del male. Perchè dopotutto se lo meritava. Il gigante la stava ancora fissando, aspettando una sua risposta.
Arden non capì affatto il gioco di sguardi che si stavano scambiando i due, preferì restare muta e ferma in attesa che qualcosa si evolvesse per il suo bene.
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UNTHINKABLE ― o'broden
FanfictionThere are only two tragedies in this world: one is not getting what you want, the other is getting it. This second is the worst, the real tragedy.