«Che fine avevi fatto?»
Fu un lampo, il fiato già corto per la piccola corsa mattutina. I banconi vuoti, le scatole per le nuove attrezzature pronte per essere usate. Non gli diede nemmeno il tempo di varcare la soglia. I timpani rotti per il richiamo. Era peggio di sua madre, a volte. Una volta Platone disse:«Per fare delle scelte è necessaria la conoscenza.»
Buffa come intuizione. Non ci aveva mai pensato in effetti, semplicemente perchè, fino ad ora, non si era degnato di un misero sguardo. Era cambiato. Solo ora se ne accorse. Prima non aveva riguardi per nessuno. Le giornate iniziavano e finivano senza aver combinato niente,senza quel senso di appagamento interiore. I giorni, tutti dei vuoti eterni. Storse la bocca,in cerca delle parole, cercando aiuto dall'imponente parete a cui adesso stava dando le spalle. Certo che come inizio era partito alla grande. Tyler lo studiò a fondo, cercando un qualsiasi indizio utile per la sua ricerca. Gli occhi profondi lo inchiodarono per bene.
"Merda" imprecò mentalmente. Così rischiava grosso. Annullò ogni impegno, il resto poteva aspettare. Inclinò piano la testa, come se avesse tutto il tempo del mondo a disposizione. Le mani sprofondate nelle tasche dei jeans.
«In giro.»
Fu la prima scusa che gli venne in mente, non aveva mai avuto tanta fantasia. Scarseggiava di quest'abilità fin dai tempi della scuola. Tyler, indeciso sul da farsi, incrociò le braccia, passando sulla difensiva. Mossa che avrebbe potuto risparmiarsi. Doveva correre ai ripari se voleva tornare a casa tutto intero. Non era ancora pronto, ma la natura lo stava spingendo verso la rovina più totale. Era come trovarsi da un precipizio e non avere nessuna garanzia di salvezza.
«Ti ho chiamato un sacco di volte.»
«Avevo il cellulare spento.»
Alzò le sopracciglia, lasciandosi prendere alla sprovvista. Ma non mollò la presa.
«Come mai?»
Okay, la situazione stava degenerando. La sabbia assassina lo stava trascinando agli Inferi e opporre resistenza risultava essere una pessima idea. Ma non poteva fare altro che assecondare ciò che Holland gli aveva più volte pregato di fare. Aveva sempre mantenuto le promesse, o almeno cercava di mantenerle. Con Britt non aveva mai avuto questo tipo di problema. Lei era la prima ad infrangerle, scaricando poi la colpa sugli altri. E per altri s'intendeva lui. Doveva porre rimedio, e in fretta. Essere calcolatore non faceva parte della sua indole. Ci pensò a lungo, pronto al terzo grado. Agitò le mani in aria, in modo teatrale. Dopotutto gli anni passati sui libri servivano in qualche modo.
Fece spallucce.«È capitato.»
«Oh sì, certo.»sbuffò Tyler, non bevendosela.«E dovrei crederti?»
Questo interesse morboso lo aveva colto alla sprovvista. Non era da lui preoccuparsi in quella maniera. Una risata cristallina e assolutamente contagiosa lo scosse. Il cuore stretto in una morsa, ricoperto di brividi. Solo un secondo dopo si accorse di sorridere per quel suono dolce ma incredibilmente rassicurante. Un suono che – ne era sicuro – avrebbe potuto ascoltare per il resto dei suoi giorni, senza stancarsi mai. Quel rosso rame non poteva essere più bello. I riccioli fluttuavano nell'aria, liberi da ogni oppressione. Uno spettacolo senza pari. Non la vedeva così radiosa dai primi tempi delle riprese. Erano giovani e impacciati. Il mondo non aveva ancora compreso bene di che pasta era fatta. Dylan aveva un vantaggio, rispetto a tutti gli altri. L'aveva scovata, compresa e ora era sua. In ogni senso possibile.
Non era innamoramento quello. No, era qualcosa che andava al di là della comprensione. Al di là della fisica o di qualche scoperta mastodontica. Era qualcosa impossibile da spiegare. Nemmeno l'arte poteva esprimersi a dovere. Non sarebbe mai esistita mente umana in grado di farcela, pittore o scrittore che potesse racchiudere con poco le sue doti ultraterrene. Per un momento vide ancora la tenera ragazza immatura con in mano milioni di fogli sparsi e pronti ad essere letti e stra letti. L'inchiostro usato macchiava le sue dita soffici, conferendole un'aria ancora più struggente. Conservò ancora quel ricordo, e quando la mente veniva soggiogata si rifugiava in esso per trovare un po di pace. A volte era geloso di se stesso. Le faceva paura.
Perchè non aveva mai provato simili emozioni. Perchè lei aveva un enorme potere racchiuso in se e lo usava a suo piacimento senza chiedere il permesso. Senza vincoli, senza restrizioni. Un essere umano come lui non sarebbe sopravvissuto a tale confronto. Era troppo, o forse troppo poco. Riportò lo sguardo su di lei, appoggiata ora al bancone del bar, insieme ad Arden. Mantenne un comportamento naturale, come se fosse un fantasma, ma ogni tanto gli lanciava qualche sguardo. Il significato nascosto ad occhi indiscreti. Non aveva mai saputo gestirsi. Era sempre stato questo un suo punto di debolezza. Arden le stava bisbigliando qualcosa, forse un pettegolezzo dell'ultima ora. Infatti poco dopo un'altra risata, breve, ma raffinata sfuggì dalla sua bocca. Una bocca che, solo Dio poteva saperlo, avrebbe catturato di nuovo fra le sue con piacere. Doveva solo trovare il momento giusto, assumendo uno spirito autoritario.
Non poteva mandare all'aria tutto. Dopo tutto il tempo passato mollare la presa sarebbe risultato deludente. E deluderla era l'ultimo dei suoi piani. Inspirò piano, dando voce ai suoi pensieri malsani.«Credo che non ci sia speranza per me.»
L'aveva fatto, anche se non del tutto cosciente, ma l'aveva fatto. Ultimamente il potere di Holland gli stava facendo compiere delle follie talmente grosse da fargli perdere il nume della ragione. Confondendolo in maniera esaustiva. Tyler alzò il sopracciglio destro, accogliendo quella piccola confessione come un primo passo. Gli diede una pacca di conforto, sorridendo sotto i baffi, per non dargli nessuna soddisfazione.
«Puoi dirlo forte.»
Strinse la mano a pugno per non reprimere i battiti. Se Holland avrebbe potuto vedersi con i suoi occhi, non avrebbe mai più camminato a testa bassa. La fine del burrone era indicibile. Solo non ci fece caso, successe e basta. Cadde giù, senza il minimo sforzo. Senza curarsi delle ferite imminenti.
Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano.
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UNTHINKABLE ― o'broden
FanfictionThere are only two tragedies in this world: one is not getting what you want, the other is getting it. This second is the worst, the real tragedy.