Si sforzò, senza però ottenere risultati. Cercò delle risposte. E ogni volta che riusciva ad avvicinarsi a qualcosa di rassicurante, ecco che sbucava una nuova domanda. Per quanto tempo sarebbero durati? Doveva esserci un'uscita in quella specie di labirinto dove si erano imbattuti volutamente. Cercò di chiudere occhio quella notte, strinse il cuscino tra le mani. La rabbia per quel crudele destino tornò a colpirla. Diavolo, non sapeva cosa fare. Era in un vicolo cieco. Dopo tanto tempo e numerose proteste convinse Arden e Shelley a tornare ai loro letti. La guardavano come se fosse appena stata ad un manicomio. Non poteva negare di essere grata per tutto l'interesse che ogni giorno quelle due amiche un po pazze le riservavano. Erano come una seconda famiglia per lei. Si rigirò per la millesima volta sul materasso, la finestra era ancora aperta, mostrando in tutta la sua bellezza un bagliore della luna, unica portatrice di bene. Sbuffò, spostando i capelli ad un solo lato,coprendosi le spalle con il vecchio scialle di seta. Rinunciò agli inutili inviti di Morfeo per dedicarsi a qualcosa che potesse davvero aiutarla.
Raggiunse in punta di piedi il corridoio, ritrovandosi nella bambina di otto anni che una volta aveva rubato di nascosto tutta la scorta di cioccolata. La mensa le apparve un posto inquietante, ora. Senza un minimo di colore, spenta da ogni risata. Recuperò il materiale necessario per preparare un té caldo. Ne aveva assoluto bisogno, oltre il fatto che non si era concessa più un onore simile. Un rumore acuto la fece trasalire, mozzandole il fiato. Non era sola. C'era qualcun altro lì, con lei. Strinse forte i palmi al tavolo alle sue spalle, lo sguardo corse su ogni direzione. La tensione a livelli astratti.
«Che ci fai qui?»
Era stata scoperta, e così presto. Una voce dolce, ma dura la raggiunse, spezzando ogni tentativo tipo di muro. Daniel. «Che ci fai tu qui?»domandò acida, ancora sotto l'effetto della paura.
«L'ho chiesto prima io.»
A quel punto, gli mostrò la tazza piena, Daniel inclinò la testa, non capendo. Insistere non sarebbe servito a nulla. Presero posto ad uno di quei tavoli consumati dal tempo. Il silenzio dominò l'atmosfera per molto. Holland domandò al moro se volesse favorire, ma Daniel aveva gentilmente rifiutato,dichiarando di non aver alcuna intenzione di dormire. Anche i suoi demoni lo stavano tormentando; nessuno meglio di lei poteva capirlo.
«Ti capita ancora di pensare a lei, vero?»azzardò Holland, sperando di non aver toccato un tasto troppo dolente. Gli occhi chiari dell'amico furono nei suoi, 'persi. Forse era pazza.
Ma non aveva resistito. Doveva sapere, o per lo meno avere qualche conferma. Daniel abbassò il capo, storse la bocca, indifferente.«Non so di chi parli.»
Che bugiardo. Sapeva benissimo di chi stesse parlando. Ma la ferita era ancora aperta, a distanza di anni. Ma Holland decise di rinfrescargli la memoria.
«Sai benissimo di chi sto parlando.»
Era sicurissima che quel sentimento non era sparito del tutto. Ci aveva sempre sperato. Dal giorno della loro separazione improvvisa non aveva osato fare il suo nome all'amica. Per rispetto, non avrebbe mai potuto farlo. Ma qualcosa era cambiato. L'ironia della sorte volle che si ritrovassero nella stessa stanza, a casa di Posey. La rossa aveva subito notato lo sguardo che Daniel aveva assunto alla vista di Crystal. Era quello sguardo che preferiva ogni tipo di promessa.«Non è vero, ti sbagli.»concluse all'istante Daniel, rimanendo di sasso. Come se la questione non avesse alcuna importanza.
«No, invece.»Holland strinse i pugni.
Non avrebbe mai potuto dimenticarla. Su questo ne era certa. Quell'amore che aveva visto sbocciare lentamente in loro non avrebbe mai trovato pace. Accettarlo era fuori programma.
Daniel gonfiò il petto, i ripensamenti nacquero di nuovo in lui, emergendo ai suoi piedi, risucchiandolo nel vortice di dolore che aveva sicuramente travolto anche Crystal. Al limite dello sfinimento, trovò rassicurante la sua presenza, sentendosi per la prima volta al sicuro.
«Non ho mai voluto nessun'altra.»
«Oh, Daniel.»gli rivolse un sorriso forzato, stringendogli il braccio, in segno di conforto.
Era la cosa più romantica che aveva sentito da parte sua. Qualsiasi cosa avevano affrontato in quegli anni, aveva servito ad entrambi per crescere. Di certo la vita non avrebbe potuto essere più malvagia per aver diviso due povere anime in cerca di amore autentico di cui cibarsi. A Holland venne un colpo di genio. E anche se non aveva il potere di cancellare il passato, sicuramente aveva la possibilità di creare un futuro migliore.«Riconquistala.»le parole sfuggirono al controllo della sua bocca, ma non se ne pentì.
«Cosa?»era chiaramente confuso.
«Fallo.»insistette ancora, seguendo il cuore,come faceva sempre.«Prima che un giorno te ne penta.»
Era folle, lo sapeva. Ma senza follia niente sarebbe mai andato verso la dritta via. Prima d'ora Holland non avrebbe mai ammesso una cosa simile, ma Daniel era fatto per Crystal, come Crystal era fatta per stare insieme a Daniel. Non sarebbe stato diversamente. Voleva andare fino in fondo. Era disposta a tirar fuori ogni risorsa possibile. I suoi mezzi avrebbero risposto alla causa per cui si sarebbe battuta.«Ti aiuterò io.»gli rassicurò subito dopo, vedendolo confuso. Finì di bere il suo té, avvertendo il suo beneficio scorrerle dentro al corpo.
Daniel scoppiò a ridere, forse per rilassare i nervi.«Chi ti credi di essere? Cupido?»
Lo fissò a lungo, seria. Non stava scherzando. Questa volta poteva affermare di essere sicura. Daniel avrebbe catturato di nuovo il cuore di Crystal.
«Se servirà, sì.»rispose convinta.
Ci aveva messo molto a capirlo, ma non avrebbe sopportato per molto la vista dell'amica sofferente. Aveva fatto tanto per lei, era ora di restituirle il favore.«Grazie.»disse semplicemente Daniel, sollevato di non essere solo contro la tempesta che presto si sarebbe abbattuta.
Chiusero piano le porte, cercando di non svegliare nessuno. Holland lo salutò dopo averlo rassicurato sull'esito della "missione". Si buttò a peso morto tra le coperte, avendo un motivo in più per sognare un campo fiorito dove poter danzare sulle note dell'armonia.
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UNTHINKABLE ― o'broden
FanfictionThere are only two tragedies in this world: one is not getting what you want, the other is getting it. This second is the worst, the real tragedy.