2.

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«Non ho intenzione di lasciare niente al caso.»mormorò convinto.

Alex annuì per l'ennesima.«Ovvio.»

Jeff era stato chiaro. Se avesse voluto dedicare meno tempo alle riprese l'avrebbe capito. Non sarebbe stato affatto facile tornare alla sua solita routine.

Ma per questa volta avrebbe fatto uno sforzo in più.

«Continua tu, ormai mi conosci in tutto e per tutto.»dopo aver afferrato la sua giacca si diresse fuori, ammirando il cielo, concedendosi una pausa. Era da molto non faceva apprezzamenti su di esso. Da quando era tornato, sembrava che il mondo intero fosse ripartito. Una sensazione nuova sembrava averlo cambiato

Sfilò dalla giacca una sigaretta che si portò subito alle labbra. Era un rimedio perfetto per non pensare. Il freddo pungente non risparmiava nessuno. E ora che le cose avevano ripreso il proprio ritmo, anche lui, come un normale essere umano, aveva bisogno di un po' di pace.

«Sei tutto solo?»una voce così gentile poteva appartenere ad una persona sola.

«Ora non più.»rispose prontanemente, con una punta di freddezza.

«Anch'io sono felice di rivederti, Dylan.»

Una delle capacità di Arden era la sua naturalezza. All'inizio non capiva dalle parole di Tyler cosa ci fosse di speciale in lei, ma col tempo si era ricreduto. Una piccola risata gli sfuggì dalle mie labbra.«Sempre la solita.»

Proprio nel momento in cui tornò ad osservare il tramonto, Arden, con tanta devozione, gli accese la sigaretta tanto desiderata. Non sapeva esattamente se c'era un doppio fine dietro le sue azioni, ma per quel che gli riguardava, si limitò solo ad un grazie soffocato dal fumo che invase tutto il suo corpo. L'aria venne invasa dal silenzio, in quando la ragazza dagli occhi a mandorla non si decise a rompere il ghiaccio.

«Non credevo che saresti tornato.»

«Cosa vuoi sapere?»i mezzi termini non gli erano mai piaciuti.

Lei e Dylan non avevano mai avuto quel tipo di "rapporto". Era la prima volta.

«Cosa ti ha fatto cambiare idea?»

«Il tempo.»

Furba come risposta. Arden doveva ammetterlo. Ma c'era qualcosa in lui, qualcosa che non la convinceva.

Doveva essere successo qualcosa per averlo cambiato così tanto. Aveva la chiara impressione che si stesse sbagliando, aveva la soluzione sulla punta della lingua, ma ogni volta che osservava quello sguardo perso, tutte le sue supposizioni crollavano come un castello di carte. Dylan cacciò ancora altro fumo dalla bocca, incapace di vedere quanto facesse male quella sostanza che ogni giorno lo faceva sentire un po' meglio. Avrebbe però rischiato di risultare abbastanza cinico, e l'ultimo dei suoi programmi era ferire Arden, che nonostante tutto era sempre stata un tipo affidabile e gentile.

Ma preferì andare direttamente al punto. Prese un lungo sospiro, cercando di non apparire più goffa di quanto non cercasse di nascondere.«Hai intenzione di restare?»

«Assolutamente sì.»non c'era bisogno di pensarci, ormai aveva preso la sua decisione.

Il suo posto era lì. L'aveva sempre saputo. Anche nel momento in cui abbandonò tutto senza un valido motivo. Espiò l'ultimo tiro, avvertendo il rilassamento dei muscoli. Appoggiò la testa al muro, prima di parlare.

«Posso sapere il perché di questa domanda?»

«Ecco, il fatto è che...-Arden parlò col cuore, non poteva più nascondere ciò che bramava dentro. Non più.

«Mi si spezzerebbe il cuore vedere Tyler e gli altri così tristi per te.»il magone che in gola stava minacciando di esplodere in un fiume di lacrime. Ma si fece forza.

Non avrebbe mai pianto davanti a qualcuno.

«Eravamo tutti preoccupati per te.»

Dal tono della sua voce, Dylan poteva dedurre tutta la sua umiltà. Non pensava di causare così tanti problemi.

«Crystal pregava ogni giorno Jeff di contattarti per sapere. Nessuno aveva più voglia di provare.»

Sospirò a causa del brutto ricordo. Stare lì, ad ascoltare tutti quegli avvenimenti, causati dalla sua presunta scomparsa, gli provocò una fitta al cuore. Non avrebbe mai voluto arrivare a tanto. Pensava che mai e poi mai qualcuno risentisse della sua mancanza. Ma Arden aveva la faccia da sopravvissuta.

«Non l'ho lasciato solo per un minuto. Aveva bisogno di conforto. Ma ogni giorno era come se si stesse allontanando sempre di più dalla realtà.»

Doveva avere uno stomaco di ferro per sopportare Tyler. Quando voleva, sapeva essere permaloso.

«E per questo ti ringrazio.»le accarezzò la testa in segno di riconoscimento.

Anche se l'aveva saputo in quel modo, trovava confortante l'idea che qualcuno si prendesse cura di suo fratello. Arden ricambiò il gesto con un sorriso, grata.«Anche Holland era come spenta.»

Da dove sbucava quell'argomento? A questo non era affatto preparato. L'aveva colto alla sprovvista, doveva ammetterlo. Ma ancora una volta la sua audacia si rivelò disarmante.

«Non mi va di parlarne.»

Si alzò di colpo, come infastidito, correndo con lo sguardo da tutte le direzioni tranne che su di lei.«Ho detto qualcosa che non va?»

La piccola orientale era troppo innocente per coinvolgerla nella sua vita, troppo incasinatala parer suo. Doveva fare chiarezza con se stesso, e al più presto. All'improvviso, quando la conversazione parve finita, ecco che apparve l'ultima persona che Dylan volesse vedere. Non si sentiva pronto, non aveva ancora la forza necessaria, ma accadde. Senza preavviso e senza nessuna garanzia di salvezza.

«Sapevo di trovarti qui.»pronunciò quelle parole così soavi, da rendere persino il diavolo il più bell'angelo del Paradiso.

Incrociò le braccia al petto.«Mi hai trovato.»

Sapeva bene che Arden si era volatilizzata da un pezzo, in modo che avessero avuto tutto il tempo che volevano per parlare tranquillamente. Tutto secondo i suoi piani.

«Non pensavo che ti avrei rivisto così presto.»sputò frivola, come se avesse davanti uno dei suoi tanti ex storici.

Dylan colse l'occasione.«Purtroppo è successo.»

Conoscendola, sapeva che il suo atteggiamento da sbruffone l'avrebbe infastidita.«Dovrai farci l'abitudine.»

Per un momento vide nei suoi occhi passare una scintilla. Presa di mira, con un gesto nervoso della mano, liquidò subito ciò che aveva appena affermato.«So adeguarmi.»

Rise ancora, osservandola per bene e sfidandola con gli occhi.

«Lo vedremo.»

«Puoi scommetterci.»

UNTHINKABLE ― o'brodenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora