30.

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I raggi solari non volevano proprio uscire allo scoperto, forse troppo impegnati altrove. Ma per quel giorno ne avrebbero fatto a meno. Era tutto così perfetto. Perchè il treno giusto era appena passato. Niente corse e niente imprecazioni, per fortuna. Restare fermo in quell'angolo calmo non era una cattiva idea. La pigrizia lo stava contagiando. Dopotutto le cattive abitudini erano dure a morire. Anche se al momento c'erano altri dilemmi da risolvere. Il mondo completamene ignaro. Un esploratore furbo avrebbe fatto di tutto per tenere più a lungo possibile per se il tesoro che da tempo cercava. Soprattutto se si trattava di uno unico nel suo genere. Un occasione del genere non poteva essere sprecata. Lo strano torpore attaccò delicato i suoi occhi, obbligandolo a fare ciò che più detestava. Sbarazzino come sempre, ma decisamente amorevole rispetto a tutte le mattine in cui si era destato dal letto. Quel letto freddo che lo accoglieva come il suo peggior nemico. Girò piano il busto, attento a non produrre nessun rumore. Aprì piano gli occhi,aspettandosi di tutto ma non questo: la dea, insieme ai capelli dalle mille sfumature, erano a pochi centimetri di distanza da lui. Una visione celestialeMosse le gambe in mondo sconnesso, disegnando lineamenti improvvisati sul materasso.

Anche il cuore faticò a riprendere il ritmo, sconvolto da così tanta bellezza. La luce le conferì un aspetto più regale del solito. Fu un colpo basso. La sentì mugolare nel sonno parole alla rinfusa, sperò soltanto che Morfeo le stesse regalando un sogno degno della sua figura. Allontanò da se i resti delle coperte stropicciate. Il profumo impregnato tra esse. Solo in quel momento Dylan potè tornare indietro a quella notte, rivivendo a pieno la stretta che le sue dita disegnavano sulla pelle. Al modo in cui le labbra s'incastravano perfettamente. Holland era stata creata per lui. Ora ne aveva la prova lampante. Per non parlare poi del suo sguardo quando era venuta nello stesso momento in cui sembrò tutto perduto. Portava sulla lingua ancora il suo sapore. Dolce come lo zucchero, capiente come il mare in tempesta. Sulle labbra ora un sorriso vittorioso. Niente avrebbe potuto distoglierlo da quel pensiero. Mille scariche d'adrenalina lo colpirono quando una mano soffice come la pesca, gli toccò la schiena. In quel punto. Preciso, ma garbato.

«Sei sveglio.»

Dalle tende una luce fitta accompagnò il suo risveglio. Lento e armonioso, senza alcuna fretta. Emozioni nuove lo investirono, potenti e fuori dalla sua portata. La luna poteva anche far impazzire gli uomini, ma lei era tre volte peggio. Dylan sembrò paralizzato. Il verde bosco dei suoi occhi puntarono dritti a lui, espressivi come ogni volta. Quasi bruciavano. Boccheggiò poco prima di riprendere l'uso delle corde vocali.

«Sono sveglio.»

Holland non aveva capito cos'era in grado di fargli. La strega delle favole per bambini avrebbe seminato il panico, ma lei seminò in lui solo l'impazienza di farla sua minuto dopo minuto. Era come il frutto proibito che fin dai tempi antichi aveva soggiogato gli uomini. Ma lui aveva avuto il privilegio di goderne quel minimo indispensabile. Ora doveva fare i conti con la crisi d'astinenza. Perchè Holland era così; nessuno al mondo avrebbe mai potuto fare a meno di lei. La gola secca più del dovuto. L'intero sistema stava crollando, sotto ai loro piedi. Dopo aver stabilito quella realtà, Holland notò il mutamento nella sua espressione, da sorpreso a furbo in un battito di ciglia. Colse tardi quel segno, perchè la bocca di Dylan fu di nuovo sulla sua. Famelica e calda come la ricordava. Rotolò  all'indietro, facendo scontrare di continuo le labbra, una fame spropositata lo guidò dritto agli Inferi. Una morte lenta. Giocò al pittore ancora per un po', disegnando piccoli cerchi sulla pelle diafana di lei. Le carni che riacquistavano confidenza, riscaldandosi per bene. Al seguito di quella risata il mondo sembrò un posto meno brutto.

La eccitava l'idea di poter restare intrappolata in quelle braccia forti come il marmo. Non avrebbe mai smesso di provare quel calore che provava tutte le volte in cui il sangue bolliva a mille insieme al suo. I cuori in fremito. Energici e scomposti. Annidata in quell'angolo di paradiso, Holland non avrebbe potuto chiedere di meglio. Era come se quel tetto li nascondesse da una minaccia imminente. Poi riattivò il cervello, visualizzando l'intero panorama della giornata. «Sai cosa ci aspetta.»esordì, rovinando l'atmosfera. Dylan non poteva crederci, faticò a farsene una ragione; la trucidò con lo sguardo, inchiodandola con le sue iridi color cioccolato.

Scosse il capo, contrariato. «Non dovevi ricordarmelo.»

La rossa annuì, poco convinta, beccandosi poi un'occhiataccia. Le braccia dell'altro erano ancora su di lei, virili come la notte passata. Sorrise, intuendo le cattive intenzioni celate tra le righe. Dylan piegò il capo verso di lei, arrivando all'altezza dell'incavo del collo.

«Per oggi avremo la giornata libera.»

Quella dichiarazione la spiazzò, ma nel frattempo il suo subconscio festeggiava per averle impedito di lasciarla andare. Non ne aveva mai abbastanza di lei.

Holland intrecciò le gambe al suo bacino, in un invito languido.«E chi lo dice?»

Chiuse gli occhi, preparandosi all'inevitabile. Dall'altra parte, solo un respiro succinto. Non avrebbe potuto far niente per trattenersi. Ma soprattutto, lei non voleva che lo facesse.

«Lo dico io.»

Mosse le dita tiepide, tracciando un percorso invisibile sul suo fianco, attento ai dettagli. Un gesto che la destabilizzava tutt'ora. Ne fu succube, chiaramente soggiogata. Lesse il desiderio nei suoi occhi, richiamandolo a se. Le labbra vogliose, cariche per l'eventuale esplorazione. Holland reagì d'istinto. Un risveglio primordiale. Un gioco di sguardi potente, ma fatale per entrambi. Le si mozzò il fiato per un attimo, sperando di non svegliarsi nel suo letto. La delusione sarebbe stata troppo grande per affrontarla. I denti familiari le mordicchiarono sensualmente il lobo, richiamando la sua attenzione.

«Cosa mi stai facendo?»mormorò sommesso Dylan, come sotto l'effetto di qualche incantesimo.

I sospiri di lei lo incitarono ancora a osare di più. Perse ogni concezione.

«Dovrei chiedermelo anch'io.»

Semplicemente, si persero.

UNTHINKABLE ― o'brodenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora