13.

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Aveva sbagliato posto. Richiedere un po' di pace andava contro le regole. Il piccolo Dylan stava iniziando a stufarlo. Era davvero ostinato. Quel tizio, quel Ryan, non faceva altro che accrescere la sua voglia di sbatterlo contro il muro.

«Sono enormi.»

Tyler rise, la sua espressione lasciava a desiderare.»Davvero?»

L'altro annuì. Non c'era più un senso logico nei loro discorsi. Era sabato. Adorava il sabato. Un giorno di completa libertà. Il bel biondino stava ancora sfoggiano un sorriso da ebete. I denti troppo bianchi e dritti. Prima o poi avrebbe scoperto il suo metodo. Poi il ghiaccio, venne rotto dall'ultimo dei presenti.

«Che si fa stasera?»

Era come se tutti avessero perso la lingua. Persino Dylan preferì non parlare. A dirla tutta, non aveva proprio pensato a questa evenienza. Ultimamente pensava a talmente tante cose che non aveva nemmeno tempo per chi gli stava attorno. Per fortuna, o per un semplicissimo caso, Tyler e Big Tyler ebbero un lampo di genio. I sorrisi furbi non promettevano niente di buono.«Pochi giorni fa hanno aperto un nuovo locale.»

Stranamente non ne sapeva niente. Poi Sprayberry si rianimò, già pronto per l'imminente casino. Solo a lui non andava bene quella notizia?

«È qui vicino.»

Big Tyler che sembrava tanto il tipo da'so tutto io', ora era pronto a scatenarsi a ritmo di musica.

Era arrivata la fine del mondo. Fece finta di niente, continuando a leggere il suo libro sull'astrofisica. Assai interessante. Il fatto era che facendo così non avrebbe attirato l'attenzione di nessuno. Ma i suoi piani ebbero l'effetto opposto. Gli occhi dei ragazzi finirono su di lui, fissandolo come un animale in trappola.

«Cosa c'è?»

Tyler prese il libro e lo gettò via.

«Tu verrai con noi.»

Sembrava più un ordine, che un invito. Ryan emise una risata subito soffocata dallo sguardo in cagnesco che gli riservò Big Tyler. Non aveva affatto programmato questo.

«Non farti pregare.»si lamentò Sprayberry, a tono.

Ma doveva ammettere che l'idea non gli dispiaceva. Gli avrebbe sicuramente fatto bene.

Si portò una sigaretta alla bocca, le braccia sospese sulla panca.«Si può fare.»









*   *   *








Non potè dire con certezza quanto tempo passò prima di uscire definitivamente. Aveva impiegato più di mezz'ora per sistemarsi. Senza nessuna spiegazione, Shelley non si fece sentire.

Tempo addietro gli avrebbe chiesto se gli andava di andare al cinema per vedere un film. Ma non ci badò molto. Concluse il suo lavoro con uno spruzzo di profumo. Posey che già rompeva. La sua mania di puntualità era disarmante.

«Non ti agitare.»

Finalmente trovò il suo accendino perduto. Chiuse la porta, aspettando comunque gli altri. Vedere i capelli di Tyler fissati in quel modo dal gel gli provocò un certo effetto. Per un momento lo trovò divertente. Tutta quella situazione era divertente. Illogica, ma divertente. Sprayberry guidò il gruppo nei quartieri che di solito percorrevano. Tutta roba normale. Per essere un ragazzino minuto aveva del fegato pari a quello di una iena. Non credeva ai suoi occhi. Nemmeno quando gli agenti della sicurezza lo squadrarono da capo a piedi per osservare il suo abbigliamento stravagante. Anche con le porte chiuse si poteva avvertire il gran fracasso. Big Tyler lo guardò per un secondo, attirando gli altri, già gasati per l'esito. Alla fine Daniel e Ryan avevano rifiutato l'invito, promettendo che avrebbero rimediato senz'altro. Ora non pensò più a niente. I quattro fecero un passo in avanti, decisi a dimenticare il mondo esterno per una notte.

UNTHINKABLE ― o'brodenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora