35.

316 30 2
                                    

Arrotolò la ciocca ramata tra le dita, creando un gioco di ombre fantastico. Era passato del tempo notevole dall'ultima volta in cui aveva dormito con qualcuno desiderando che quel calore rimanesse dov'era. Il freddo leggero delle coperte non lo scomposero, inspirò piano, concedendosi del tempo per pensare. L'aria era piena del suo profumo alla pesca. Una nota in più in quel buco senza speranza alcuna. Neanche il più bel fiore dell'Olanda poteva eguagliare il suo torpore. Passò le dita tra i suoi capelli ancora e ancora, non trovando pace. Non si sarebbe mai stancato di farlo. Sapeva quanto fastidio provasse Holland a quel gesto, ma non gl'importava. Aveva smesso da un pezzo di dominare l'istinto. Temeva solo che sarebbe diventata presto una "brutta" abitudine. Già l'immaginava sulla poltrona di casa, a ricamare qualcosa di pregiato e antico allo stesso tempo. Ad Holland piaceva lavorare con ago e filo più di qualsiasi altra cosa al mondo. La storia legata ai vestiti e alle mille borsette non era da sottovalutare però. Ognuno aveva i propri difetti, anche se Holland non li definiva tali. Fu una novità per lui, dato che questa era la prima volta che sentiva una novità del genere. Doveva essere sincero: se lo sarebbe aspettato da chiunque tranne che da lei. A primo impatto, quando l'aveva vista da lontano, seduta al bar con il suo famoso caffè lungo tra le mani, aveva sperato tanto di poter provare qualche scena con lei, magari per rompere il ghiaccio e trovare punti in comune. Lo trovava eccitante, all'inizio, perchè le aveva sempre trasmesso un qualcosa di proibito ed emozionante al tempo stesso. Aveva sentito anche qualcuno borbottare tra di loro sulla carriera passata della rossa. Ammise di essersi trovato in una situazione alquanto bizzarra. Ma a quel tempo era solo un ragazzino stupido e troppo curioso.

Una sera di maggio, troppo tardi per ricordare quanto ci mise per finire, si ritrovò tra le mani il curriculum di Holland. Non ero stato in grado di resistere e le dita fecero il resto. Si era diplomata in una delle scuole più prestigiose di Londra, con il massimo dei voti – non aveva mai avuto dubbi su questo – ottenendo così una borsa di studio per il college. Verso la fine della pagina bianchissima, ricavò un'informazione d'oro, un'informazione che nemmeno i media disponevano a loro vantaggio. La Roden si era presto laureata in scienze biologiche. Dylan rimase di sasso a tale notizia. E la domanda successiva fu: "Che cosa ci fai qui?"

Inutile dire quante volte l'avesse immaginata con un camice bianco, con un paio di occhiali sexy da dottore e una provetta in mano. La vita sapeva come sorprenderti. Aveva pensato di chiederle il perchè su questo genere mutamento ma non avrebbe interferito con la sua carriera. Stava appena sbocciando e non si sarebbe mai permesso di calpestare i suoi sogni. Non me lo sarebbe perdonato. Ed ora se la ritrovò lì, con la testa poggiata sul petto e la pelle diafana da far perdere la testa a chiunque. Holland aveva questa capacità di farti uscire fuori di testa nonostante la sua innocenza apparente. A volte lo considerava qualcosa di non umano. Perchè difficilmente poteva affermare il contrario.

Solo un attimo e i suoi occhi rugiada, teneri e stanchi, si posarono su di lui, facendolo morire ancora una volta.«Che cosa fai?»gli domandò, in un sussurrò concitato.

«Ti ammiravo in silenzio.»le sorrise, esprimendo a parole ciò che la mente gli stava costringendo a fare da un'ora.

Holland rotolò su un fianco, piegando il labbro superiore, assumendo una faccia più buffa.«Mi trovi normale?»

«Per niente.»

«Bene.»

Dopo altri cinque minuti di battaglia tra coccole e cuscini di troppo, Holland scappò via dalle sue grinfie. Al suo seguito, l'eco di una risata felice. In Allontanandosi per esplorare il paesaggio. Nella fase di "fuga" recuperò lo scialle che aveva lasciato accidentalmente a casa di lui. Una distrazione che si stava concedendo troppo spesso. L'aria mattutina le spostò di poco i capelli, risvegliandola per bene e preparandola ad affrontare una nuova mattinata all'insegna della nulla facenza.

Si affacciò oltre la ringhiera fatta interamente di marmo, ritrovando un po' di quella pace perduta. Il mare ad un metro di distanza; un numero troppo grande per lei. Dei passi distinti la raggiunsero, e due braccia forti la strinsero da dietro, come se non l'avessero mai stretta prima d'ora. Il suo tocco era divino. Solo dopo sentii il mento di Dylan appoggiarsi sulla sua spalla e prendersi cura di lei, come avrebbe dovuto fare da sempre. Un profondo segno le marchiò la pelle, più forte dei denti. Un segno che non sarebbe andato via facilmente. Il fatto era che insieme a lui sarebbe stata capace di toccare il cielo con una mano. La vita eterna non era niente, paragonata alle sue mani soffici. Il cuore prese a battere, emozionato quanto lei. L'amava, l'amava come non aveva mai amato nessuno. Stancarsene sarebbe stato impossibile.

L'odore aspro della salsedine la raggiunse, riempiendo le narici di sensazioni paradisiache. Se prima Holland non voleva andarsene, ora sarebbe rimasta per sempre lì, vicina al posto dove aveva quasi rischiato la vita. Un paradosso, ad essere sinceri. Ma non era niente che potesse scalfirla. Non più, almeno. Dylan fece finta di ammirare anche lui la sabbia dorata che i raggi del sole colorava a suo piacimento,ma non sarebbe rimasto a lungo in silenzio.«Che ti prende?»scoppiò dopo un po', la voce stranamente incrinata e debole.

«Ho solo tanta voglia di rimanere qui, con te.»aggiunse poi dopo, beandosi della sua stretta, ricambiando il gesto affettuoso.

«Puoi rimanere quanto vuoi.»

«Lo so.»detto questo si girò verso di lui, unendo le labbra alle sue, facendo pressione sulla sua nuca per approfondire il contatto che via via divenne sempre più focoso. Dylan la spinse oltre di sé, intercettando il muro dietro. Fece aderire la schiena di lei alla parete fredda ascoltando come un mantra i gemiti fuoriuscire dalla sua bocca. E nel culmine della passione la sentì sospirare ed emettere una debole risata libertina.

«Non mi stancherò mai di te.»gli disse una volta ritrovata la lucidità, al culmine della passione.

UNTHINKABLE ― o'brodenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora