Un incontro speciale

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Apro gli occhi e mi rendo conto che ho dormito troppo, sono le undici. Merda.
Mi alzo e inizio a cercare Elisa.
La trovo in salotto, intenta a studiare.
"Buongiorno tesoro" mi dice con una voce sveglia
Io sono in condizioni pietose, uno zombie sarebbe più vivo di me in questo momento. "Buongiorno a te" rispondo
Lei, senza interrompere lo studio mi dice "ho lasciato dei pancakes in cucina, puoi condirli con quello che vuoi; spero ti piacciano. Altrimenti in frigo c'è frutta, e c'è il latte."
"Ma non dovevi!" le dico lusingata
"Ogni mattina cucino qualcosa, figurati poi oggi che è la tua prima colazione qui."
"Domani preparo qualcosa io.. Ma a che ora ti sei svegliata tu?"
Lei stacca per un attimo gli occhi dal libro: "un paio d'ore fa, devo studiare qualcosa per poter uscire questo pomeriggio."
Vado in cucina e mangio tre pancakes alla nutella, deliziosi.
"Non mi dire che sei anche una brava cuoca" dico ridendo
Lei mi guarda: "ebbene si, sono una donna tuttofare, tesoro"
Corro in camera e inizio a sistemare alcune delle mie cose nell'armadio e nel bagno.

È mezzogiorno e un quarto e sento "Aliii" dal salotto.
Vado a vedere e c'è il ragazzo di ieri, Simone, con dei fiori in mano.
Io sono conciata malissimo, meglio, speriamo che vedendomi così cambi idea e sparisca.
"Ciao splendore, come stai stamattina?"
Mi decido, devo cercare di essere gentile. "Tutto bene, e tu?"
Lui, sorpreso da una mia risposta sorride a tremila denti: "meravigliosamente ora che ti vedo. Mi chiedo come tu possa essere bella anche di mattina"
Io fingo un sorriso, "non dovevi" dico, guardando i fiori
"Era il minimo che potessi fare, ieri non vorrei averti spaventata con le troppe domande"
Vorrei tanto dirgli che mi sta già stressando la vita, ma mi limito a dire "no figurati".
Lui si avvicina e mi porge i fiori, provando poi a baciarmi nuovamente la mano.
Scappo via dicendo "grazie mille, vado subito a metterli in un vaso, ciao" e sorrido.
Lui rimane lì imbambolato con affianco Elisa che sta per scoppiare a ridere.
Lo accompagna alla porta e gli da un bacio sulla guancia. "Ciao, ci vediamo lunedì" dice lei.
Poi chiude la porta.
Poco dopo Elisa mi raggiunge in camera e inizia a ridere: "Non ti piace proprio eh?"
Io la guardo divertita: "Ma no, poverino, non è mica brutto, però non è il mio tipo. E poi ti pare, portare i fiori dopo che l'ho trattato così? È un folle"
"Si, lo è. Ma ha detto che sei molto intrigante e non ha mai visto ragazza più interessante di te.
Fa lezione con me, posso sbarazzarmene abbastanza facilmente se vorrai" mi dice continuando a ridere
"Te ne sarei grata, e poi questi cosi non so neanche dove metterli" dico guardando il mazzo di girasoli e rose.
"Dai sono carini, possiamo lasciarli in salotto per dare un tocco di colore" propone
Annuisco e le porgo il bouquet. "A lei, madame"
Se ne va ridacchiando.

Dopo aver mangiato dei ravioli al ragù ottimi preparati dalla mia personale chef Elisa, decido di fare una passeggiata in strada, per esplorare la zona, mentre Elisa continua a studiare.
La saluto ed esco, portandomi un cardigan nella borsa perché oggi c'è una leggera brezza.
Mentre cammino, mi fermo davanti ad una libreria immensa e decido di entrare: ho sempre amato i libri.
Mi siedo in una delle panchine che ci sono e inizio a sfogliare alcuni libri che ho trovato interessanti.
Uno è sul disegno: ho sempre amato disegnare, fin da piccola, anche se non sono particolarmente portata. Ma riesco, bene o male, a cavarmela.
Mentre ammiravo un dipinto di Caravaggio stampato in quelle pagine che profumavano di nuovo, sento dei passi vicino a me.
"Posso sedermi?"
Alzo gli occhi e vedo un ragazzo, in tutta la sua bellezza, davanti a me.
"Certo" gli dico, spostando i libri che avevo poggiato affianco a me.
Non sono una ragazza che da troppa importanza alle apparenze, però, e quindi continuo a leggere e a sfogliare quel manuale.
"Studi arte?"
Mi giro e lo guardo negli occhi, verdi: "Come, scusa?"
"All'università, dico, studi arte?"
"Ah, no, comunicazione. E tu?"
Lui sorride: "Io studio lingue. E comunque piacere, Leonardo."
Tende la mano e io la stringo: "Piacere mio, mi chiamo Alice."
"Come mai guardavi questo libro, se non studi arte?"
Mi viene da ridere, è una domanda un po' stupida: "Sono un'appassionata di disegno"
Lui abbassa lo sguardo come imbarazzato e poi dice "Sei nuova? Non ti ho mai visto qui"
Questa scusa è in assoluto la più vecchia di tutte.
Sorrido: "Si, sono arrivata ieri"
"Ah quindi sei proprio una novellina, quanti anni hai?"
Un'altra domanda stupida.. Questo ragazzo sembrava seriamente in difficoltà: "19, ho fatto la maturità al liceo classico, ed eccomi qui. Tu, invece?"
Si rilassa: "23, sto per finire l'università, finalmente"
Rido, e poi decido di chiudere la conversazione, sta diventando imbarazzante. "È stato un piacere, ciao" dico alzandomi
"Ci vediamo in giro" mi urla

Torno a casa e mi accorgo che sono le cinque.. Sarebbe ora di prepararsi per stasera. Let's go.

Senza scappare mai più|| Leonardo DecarliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora