Capitolo 43

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"Dove siamo?" chiedo stringendogli la mano.
"Orto botanico" sorride.
Mi piacciono un sacco le piante, specialmente quelle colorate e me ne ritrovo circondata.
"Entriamo?" propone iniziando a camminare e trascinandomi con lui.
Io annuisco, ma lui neppure mi vede.
Arriva all'ingresso e in due minuti siamo dentro, continuo a girare la testa da una parte all'altra, ammirando tutto ciò che mi circonda.
"Corri, vieni qui" urlo strattonandolo, divertita.
C'è una giraffa grandissima davanti a me color oro.
Mi fermo ai suoi piedi e alzo lo sguardo cercando di ammirarla tutta.
"Come ti senti a confronto?" domanda.
Rimango un po' spiazzata da quella domanda.
"In che senso?"
"Ti senti piccola?"
Ci rifletto un attimo, torno a fissare l'enorme giraffa e poi guardo Leo: "Si"
"Bene.." mormora e mi abbraccia.
Non riesco a capire cosa stia succedendo.
Dopo un paio di secondi, mi prende in braccio e mi avvicina alla gamba dell'animale: "Aggrappati"
Io mi stringo con le mani alla struttura, lui da sotto continua a spingermi per un po' e io provo a scalare.
Ad un certo punto, dopo qualche secondo, guardo giù e mi vedo in alto.
Vedo Leonardo che dal basso muove la mano per salutarmi.
Sul momento mi sento felice: sono in alto e sto scalando una giraffa gigante, ma poi mi pongo una domanda: come scendo?
"Amore.." urlo per farmi sentire.
"Dimmi" risponde
"Come faccio ora a scendere?"
"Lentamente, come sei salita"
"Non ce la faccio!" grido
La forza nelle mie braccia sta terminando.
"Allora buttati, ti prendo io" è tutto ciò che dice.
Potrei davvero buttarmi da così in alto?
Mi fido.
Lascio la presa e mi lascio cadere, poi sento le sue braccia che mi afferrano prima che tocchi terra.
"Hai visto?" dice sorridendo
"Cosa?"
"Non è mica così bello stare lassù"
"Cioè?" non riesco a seguirlo.
"Hai presente il detto 'l'erba del vicino è sempre più verde'? " chiede
Io annuisco.
"Promettimi che non la vedrai più così"
Ha davvero fatto tutto ciò per insegnarmi ad amare ciò che ho?
Lo abbraccio: "grazie"
Lui mi guarda perplesso: "di cosa?"
"Di esserci, e di avermi presa" rido
"Pensi che avresti preferito spiaccicarti al suolo?" domanda divertito.
Io gli afferro la mano e inizio a trascinarlo nelle stradine che dividono i giardini a metà, vedo una fontanella e istintivamente mi avvicino, immergo la mia mano e me la passo sulla fronte.
"C'è caldo eh.." mormoro.
Lui mi sorride: "Vieni" mi tira con sé.
"Dove andiamo?" chiedo
Lui si ferma, mi fulmina con il suo solito sguardo misterioso, e poi continua a camminare.
Arriviamo vicino ad una tettoia, sotto la quale ci sono un sacco panchine all'ombra.
"Si accomodi madame" sussurra al mio orecchio indicandomene una.
Io mi avvicino e mi siedo, rilassandomi.
Leo si siede e fa mettere le mie gambe piegate a "ponte" sopra le sue, e mi stringe a sé.
"Non mi vergogno del fatto che stiamo insieme, solo non voglio che la mia vita sia sbandierata su dei social, davanti a così tante persone" mormora, riprendendo il discorso di prima.
"Si.. Lo so.." provo a rispondere
"Credimi, se io avessi qualche problema riguardo lo stare con te, non ti porterei di certo in giro"
Annuisco, poggiando la mia testa sulla sua spalla.
"Dammi delle risposte"
"Cosa dovrei dirti?" mi siedo normalmente affianco a lui e mi allontano un po'.
"Cosa ne pensi, ad esempio"
"Lo sai cosa penso, mi sembra strano tutto questo voler celare la nostra relazione"
"Cosa c'è di strano? Si chiama privacy" mi punzecchia
"Sono i tuoi fan, non è giusto che sappiano?"
Non so esattamente perché sto rispondendo così, forse voglio solo che le persone che lo seguono sappiano che ormai lui è mio; ho semplicemente bisogno di sapere che altre ragazze non ci proveranno con lui.
"Non siamo tutti esibizionisti.."
"Ah quindi stai dicendo che sono esibizionista?" alzo un po' la voce.
"Non scaldarti ora.. Non volevo.."
Mi alzo in piedi e lo interrompo: "Tu credi che io sia un'esibizionista!"
Lui mi guarda: "Non ho detto questo"
Sono tesa e nervosa, forse per timore che tutto questo finisca ancora una volta.
"Oh no, tu hai un'idea sbagliata di me!"
Gli giro le spalle e inizio a camminare velocemente per allontanarmi da lui.
"Ferma, ehi dove vai?" mi grida da dietro.
Questa scena l'abbiamo già vissuta.
Vicino al bar, quella volta del 'io non lo so', e mille altre volte. Perché mi ritrovo sempre a scappare, ma a voler tornare da lui?
Continuo a camminare, velocizzando sempre di più il passo.
"Vattene" sussurro; non so se voglio che mi senta o no.
Arrivo sotto un albero e decido di fermarmi, perché non sento più la sua voce dietro di me.
Mi giro e lo vedo a qualche metro di distanza, con gli occhi delusi.
"Perché non puoi accettare che siamo diversi, io e te?" chiede.
Io abbasso lo sguardo e non so cosa dire, mi dispiace di essere così impulsiva.
"Devono sapere che sei mio" sbotto senza volerlo.
Lui sorride, fa un passo verso di me, poi mi afferra le mani.
Io abbasso lo sguardo e lui mi solleva il viso e mi guarda negli occhi.
"Non importa che lo sappiano loro, ma io"
Non sono convinta, faccio una smorfia e lo abbraccio per evitare altri battibecchi.
"Non essere così gelosa" ride
Decido di non rispondere anche questa volta, non sarebbe una buona decisione.
"Vuoi mangiare qualcosa?" chiede
Io scuoto la testa, iniziando a camminare verso un roseto.
Lui mi sorride: "Ti piace?"
Io annuisco.
"Ti prego dì qualcosa" mormora, sfiorandomi la mano.
"Ti amo" dico solo.
Lo vedo sorridere.

Senza scappare mai più|| Leonardo DecarliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora