"Buongiorno, dolcezza" mi bacia dolcemente mentre i miei occhi iniziano a schiudersi.
"Ehi..." mormoro mentre me li stropiccio.
Lui sorride, poi si allontana, come per lasciarmi il mio tempo, e apprezzo questo gesto e involontariamente mi ritrovo a fissarlo, con un sorriso fisso sulle labbra e uno sguardo da ebete: "Ti amo" sussurro tra me e me, non è importante che lo senta anche lui, ora.
Lui inizia a camminare verso la porta, poi si volta verso di me: "Ti amo" mi dice prima di uscire dalla stanza.
La telepatia che ci sta legando è sempre più forte e sempre più spaventosa.
Mi alzo e indosso la mia camicia da notte, che era poggiata sulla testiera del letto.
Mi lego i capelli in un'alta coda e indosso delle infradito. Poi, sbagliando, arrivo in cucina.
"Oggi è un giorno speciale" mormora mentre mi viene incontro.
"Perché?"
"Sono due mesi, che ci conosciamo"
Sorrido come una stupida: mi sembra assurdo che lui se ne sia ricordato, e io no.
In tutte le altre relazioni, avevo la parte di quella che si ricorda sempre tutte le date e deve rimproverare il partner perché lui non da loro abbastanza importanza.
"Due mesi che sono pazza di te.." gli sussurro prima di baciarlo.
"Ti ho preparato una colazione speciale, oggi".
Gli sorrido, mentre lui mi prende per mano e mi trascina davanti al tavolo.
C'è una torta, del pane tostato, bacon, uova strapazzate, nutella, burro d'arachidi, formaggio spalmabile, burro, marmellate, croissants, the, latte, caffè e il mio adorato cappuccino.
"Oh...." è tutto ciò che riesco a dire, mentre guardo incantata tutto quel cibo: "Chi pensi mangerà tutta questa roba?"
"Per una volta, possiamo solo sederci e mangiare quello che vogliamo? Se avanza qualcosa, non fa nulla" mi accarezza la guancia.
"Grazie, bimbo mio" gli sorrido dolcemente prima di sedermi a tavola.
Afferro una fetta di pane e ci spalmo sopra della nutella, ed inizio ad addentarla.
Lui mi guarda soddisfatto e a sua volta riempie il piatto di cibo.
"Non posso che continuare a pensare che tu voglia farmi ingrassare con tutta questa roba" gli dico divertita.
Leo alza gli occhi al cielo: "Sei pure troppo magra, da quando...." si interrompe, si schiarisce la voce: "vuoi dei biscotti da inzuppare nel cappuccino?"
Corruccio lo sguardo, perplessa. Scuoto la testa, poi riprendo il discorso: "Da quando..?"
Si morde la guancia come se si stesse pentendo di qualcosa, poi sorride: "Nulla"
"Dimmi"
Prende un respiro profondo: "da quando avevamo litigato hai perso fin troppo peso" dice senza prendere fiato e senza fermarsi un secondo, come se stesse cercando di buttar fuori tutto nel minor tempo possibile.
Deglutisco, chiudo gli occhi per un istante: non perché mi faccia male ricordare che abbiamo litigato, ma per il peso.
È il mio demone che mi sta inseguendo. Si sta rimpossessando di me? Scuoto la testa prendendo grossi respiri, per calmarmi.
Poi Leo mi afferra le mani, e qualcosa migliora. Mi sento più tranquilla, mi rilasso un pochino.
Ma sono sempre invasa dai miei pensieri, dalle mie ansie e paure e demoni.
"Ali.. - sussurra - non pensare più ai litigi, ora vedi come siamo? Va tutto ok"
Cerco di forzare un sorriso, non mi sento ancora pronta ad affrontare un discorso che mi ha sempre causato problemi.
Mi abbraccia: "Ti prego scusa"
"Non è colpa tua, non sai neppure... Non volevi, lo so"
"Cosa non so?"
"Nulla" lo bacio per finire la conversazione.
Sembra confuso per un attimo, poi fa spallucce mentre mi vede addentare ancora la mia fetta di pane.
"Mi passi il cappuccino?"
Sorride."Quindi stasera sei con i tuoi amici?"
Chiudo lo sportello, annuisco: "Tu con i tuoi, giusto?"
"Si, mi sono organizzato con Ame, Mauri e un altro paio di amici. È un po' che non ci vediamo"
Gira la chiave e parte.
"Ti son mancati?"
"Diciamo che ho preferito stare con te - ridacchia - però si, un pochino"
Sorrido: "Sai già dove andrete?"
"In un bar zona navigli immagino, poi però non andiamo in discoteca. Tu?"
"Non lo so sinceramente" faccio spallucce.
"Senti.." mormora
"Dimmi"
"È un po' che non vedo i miei genitori e ho detto che preferisco che non vengano loro stavolta.. Magari scendo io a Civitavecchia un paio di giorni, la prossima settimana"
"Mm.. Si, va bene, io posso tornare a casa mia anche da domani" sorrido
"Tu non.." si ferma al semaforo e smette di parlare, mi guarda e sbuffa un po'
"Io cosa?"
"Non te la senti ancora di conoscerli, vero? Non vorrei lasciarti da sola"
COSA?
Mi si ferma il cuore, la circolazione e tutto, per un istante.
Mi ha appena chiesto di conoscere la famiglia?
Ma non era lui quello che voleva tenere privata la relazione?
"Ehm.. Non ti sembra un po' presto?"
"Lo sapevo" schiaccia l'acceleratore e passa al semaforo verde.
"Senti, io me la sento. Però, non lo so, mi sembra di correre. Non voglio rovinare nulla, e.."
"Ancora con queste paure? Presentarti alla mia famiglia non cambierà nulla tra noi! Lo vuoi capire che gli unici responsabili della nostra storia siamo noi?"
Mi accascio sul sedile e mi metto le mani sulla faccia.
Non ho paura, semplicemente mi sembra inappropriato.
"Smettila di credere di aver sempre ragione tu"
Lui mi guarda, poi scoppia in una risata isterica: "Guarda che qui l'unica che ha torto sei tu! Sempre con queste paure inutili.. E poi ti ho chiesto se te la sentissi, hai detto di no. Basta"
"Si che me la sento! Ma non mi sembra il caso. Ci conosciamo a malapena da due mesi, conviviamo da qualche giorno e già litighiamo continuamente.. È solo che, mi sembra prematuro"
"Hai dei dubbi? Ancora?" chiede guardandomi con un misto di shock e confusione.
Ma possibile che non capisca che non sono dubbi né paure?
Si ferma ancora al semaforo rosso.
"Senti, litighiamo per colpa delle tue paure. Quando deciderai di togliertele, magari potremmo risolvere"
Apro lo sportello e scendo, iniziando a camminare senza meta. Non ne posso già più di questa discussione.
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Senza scappare mai più|| Leonardo Decarli
FanfictionAlice si è finalmente diplomata e si trasferisce a Milano per studiare comunicazione all'università. Un giorno incontra Leonardo e dal momento in cui i loro sguardi si incroceranno, nulla sarà più come prima. Le loro vite si complicheranno a vicend...