Ti voglio bene

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"Ben tornata!" urla Fede abbracciandomi appena entriamo.
Siamo cresciuti praticamente insieme, l'ho sempre trovato simpaticissimo.
"Come stai?" mi chiede
Sorrido: "Non c'è male, e tu?"
"Benone direi - inizia - ehm, lui è Michele" conclude presentandomi il ragazzo davanti a lui.
È carino, ma niente di entusiasmante.
Leonardo è meglio, penso involontariamente.
"Ehi, piacere" dice lui con un entusiasmo che mi lascia spiazzata.
"Piacere mio.. Ehm, sono Alice"
"Si, mi hanno parlato molto di te" sorride.
Che frase originale, Michele, wow.
Cerco di non sembrare imbarazzata e cerco lo sguardo Mel, dicendole 'siediti affianco a me' senza fiatare. Ci siamo sempre capite solo guardandoci negli occhi.
Io prendo posto affianco a Michele e lei si siede più vicino possibile a me.
"Dunque, ti sei trasferita a Milano, giusto?" mi interroga lui
"Si, esatto"
"Come ti trovi?"
Non ci credo, anche qui in patria mi chiedono come mi trovo a Milano, non ne posso più.
"Bene, diciamo."
Mel capisce a cosa mi riferisco e abbassa lo sguardo.
"Come ti sembra la gente?"
Domanda sbagliata, Mich.
"Mm, sono tutti molto frenetici, ma simpatici. Se sai come proporti, sono anche gentili"
"Quindi sono tutti luoghi comuni quelli che si dicono in giro?"
Dentro mi sento un po' milanese, forse perché so che ci dovrò stare a lungo. Mi sento quasi offesa da questa domanda.
"Uhm, diciamo di si, più o meno"
"E la città?"
"Mi piace tantissimo, il duomo è pazzesco. E poi la pinacoteca di Brera, il castello sforzesco, parco Sempione, i negozi, da non trascurare - rido - però la conosco ancora poco"
"Da quanto ci sei?"
Mi sta mitragliando di domande.
"Neanche un mese"
Fa una faccia strana, non so bene come interpretarla.
"Io andrò a vivere a Torino" sorride
"Ah"
Non so bene cosa dire. Come si risponde di questi casi?
"Ci sei mai stata?"
"Da piccola, una volta. Non ricordo granché, ma sembrerebbe una bella città da come ne parlano"
"Siamo anche vicini"
Ok, questa potevi evitartela, Mich.
Sorrido, cercando di evitare l'imbarazzo.
"Insomma, cosa ordiniamo?" rompe il silenzio Federico.
"Io voglio sushi come se non ci fosse un domani, non lo mangio da troppo" dico io sfogliando il menù.
"Prendiamo la barca grande? Dai dai" propone Mel.
Rido, a volte ha l'entusiasmo di una bimba anche per piccole cose.
Tutti diamo il consenso, così quando il cameriere si avvicina, ordiniamo quello.
"Lo sai che Michele andava nella nostra stessa scuola?" sbotta Mel dal nulla.
"Sul serio? Non ci siamo mai visti"
"Io si" dice
Cosa vuol dire?
"Cioè?" chiedo
"Ti ho vista spesso"
Che ansia, mi sento sotto osservazione.
"Ah - rido - ero un po' distratta. Beh, in realtà lo sono anche adesso"
Lui scoppia a ridere.
Io e Melissa ci guardiamo e capiamo subito: perché diavolo sta ridendo?
Poco dopo, fortunatamente, arriva il cameriere.
SUSHIII, sono troppo contenta.
Mangiamo, e purtroppo Michele continua a fare domande e a parlare.
È simpatico, okay, ma a volte si spinge troppo oltre.

Sono le undici, io guardo Mel pregandola in ogni modo di andarcene, di trovare una scusa qualunque per potercene andare.
"Ehm.. - inizia lei - noi dobbiamo andare perché domani sarà una lunga giornata"
Trattengo una risata: "Si, mi dispiace tanto ma dobbiamo proprio andare"
Vedo Fede che cerca di non scoppiare a ridere, mentre Michele fortunatamente non capisce e continua a fissarmi sorridente.
"Oh, possiamo vederci domani" propone
"È che, sai, non la vedo da tantissimo e dobbiamo stare io e lei" dico cercando di salvare il salvabile.
"Mm, capisco" è tutto ciò che dice.
Li saluto in fretta con due baci sulla guancia e scappo in macchina prima che possa chiedermi qualunque altra cosa.
Un attimo dopo mi raggiunge Melissa con le chiavi, che salta su e, poggiandosi sul sedile, tira un sospiro di sollievo e mi guarda.
Poi accende il motore e parte.
"Pensavo ti sarebbe piaciuto.." dice quasi delusa dopo qualche minuto
"Non è quello, ma proprio no. Cioè, capisci? Non è che non mi piace, ma.. No"
Lei scoppia a ridere: "Ti capisco benissimo"
Non credo che mi capisca davvero: stando da così tanti anni con Fede non ha avuto tante altre esperienze.
"Però ho mangiato da dio" dico toccandomi la pancia piena di sushi.
"Ci mangerei ogni giorno"
Arriviamo a casa in un attimo, e decidiamo che Mel resterà a dormire da me.
Ci stringiamo, ma nel mio lettone ci stiamo.
"Lu, che facciamo domani?" le chiedo ad un certo punto.
'Lu' è un nomignolo che abbiamo sempre usato per chiamarci, non allude nulla e non è l'abbreviazione di qualcosa, semplicemente 'Lu'.
"Pensavo di andare al mare" risponde mentre si strucca.
"Sii, ci sto. Una delle nostre gite" dico emozionata.
Fin dalle elementari io e lei facevamo delle lunghe gite insieme, prima con i genitori, poi da sole o con gli amici.
Lei mi raggiunge a letto e sorride: "Ora dormi, che sennò domani non hai le forze per affrontare una faticosa avventura"
Le do un bacio sulla guancia e, lentamente, mi addormento.

"Buongiorno Lu" urla Mel svegliandomi.
Mi alzo a sedere stropicciandomi gli occhi: "come fai ad avere tutta questa energia?" mormoro infilando lentamente le infradito.
"Dai, oggi sarà una bellissima giornata! Su, su, alzati" continua a dire emozionata.
Se non fosse la mia migliore amica, l'avrei probabilmente già uccisa.
Le do una pacca sulla spalla e lei mi da un bacio sulla fronte.
"Mettiti il costume" dice correndo fuori dalla camera.
Stanotte ho dormito benissimo, nel mio confortante letto.
Mi alzo e vado in bagno, decidendo di indossare il mio costume preferito, finora mi ha sempre portato fortuna ogni volta che l'ho indossato. È color salmone e ha delle paillettes sul reggiseno.
Mi copro con un vestitino bianco leggerissimo e, mettendo dentro la borsa del mare la crema e gli occhiali, scendo le scale.
Trovo mamma che taglia delle fragole.
"Buongiorno amore" dice
Mi avvicino e le do un amorevole bacio sulla guancia: "Anche a te"
"Melissa ti sta aspettando in macchina, le ho dato un paio di panini"
"Sei un angelo" urlo correndo via.
Mi sembra di scorgere sul suo volto un sorriso, mentre io esco di casa.
Salgo in macchina.
"Ce l'hai fatta" mi sorride Mel.
"Lu, dove andiamo?" chiedo
"È Agosto e tutte le spiagge sono piene, tranne la nostra" sorride
Mi emoziono, sono diversi mesi che non vado nella "nostra" spiaggia.
È una piccola zona di spiaggia raggiungibile solo con una lunga passeggiata, vicino alla casa al mare di Mel.
Lei accende la radio e il motore, e parte.
"Michele mi ha ancora chiesto se poteva venire"
"Mi auguro che tu.." inizio
Lei mi interrompe: "Gli ho detto che magari sarebbe potuto venire più tardi"
Cosa??
"Scherzi?" urlo disperandomi.
Lei scoppia a ridere: "Si, Lu. Sto scherzando"
"Che scherzi divertenti.." mormoro
"Magari stiamo insieme domani" propone
"Bho, vediamo"
Lei alza le spalle, sorridendo.
"Ma tu e Fede vivrete da soli?" chiedo
"Per ora l'idea è quella, però non lo so.. Pensa se le cose non vanno come dovrebbero.. Sarebbe un casino"
Ho sempre amato il fatto che Mel sia una persona che considera ogni evenienza, senza essere però pessimista. Semplicemente sa che le cose non vanno sempre bene, pur essendo molto positiva.
"E tu?" mi dice
Eccola con la solita domanda.
"No ti prego" rispondo scocciata.
Con lei posso fare quello che voglio, ci siamo urlate contro così tante volte che ora sembra quasi normale.
"Mm, okay okay. Ma Elisa com'è?"
Ecco, questa è una domanda originale.
"Mi ci trovo davvero bene, anche se a volte non capisce ciò che vorrei"
"Tipo?" chiede
"Quando non mi va di parlare di qualcosa, non ho ancora capito come farglielo capire"
Lei ride, poi parcheggia.
"Arrivate" dice.
Vedo l'albero in cui da piccole ci arrampicavamo per arrivare alla foglia più alta e sentirci invincibili.
"Lu.." sussurro
"Si?"
"Ti voglio bene"
Lei sorride e viene verso di me, abbracciandomi.
"Anche io, e lo sai"

Senza scappare mai più|| Leonardo DecarliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora