Pranzi & ragazzi

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"Buongiorno dolcezza, a che ora arrivi? Vengo a prenderti all'aeroporto"
Non so se è una buona idea. D'altronde non avevo ancora avvisato Elisa e temo che sarà occupata con Paolo e un passaggio mi fa sempre comodo.
"Sarò li verso le quattro"
"Ti aspetto con ansia"
Mi viene un brivido lungo tutta la schiena.
Non vedo l'ora di rivederlo.
A pranzo devo andare con Mel, Fede e Michele in un bar vicino all'aeroporto, così posso partire subito.  
Suona il telefono.
"Pronto?" rispondo
"Lu - inizia Melissa - passo a prenderti verso le undici e un quarto"
"Mm, si va bene"
"A dopo" chiude subito.
Io mi alzo e inizio a preparare la valigia, così porto ancora più cose a Milano, chissà quando tornerò di nuovo in patria.

Sono le undici, Mel sarà qui a momenti. Scendo in cucina, mi siedo sulla "mia" sedia e guardo i miei genitori, mi mancheranno.
"Se vuoi puoi restare ancora.." sussurra mamma.
Il mio intento era quello di rimanere un paio di giorni, non un mese.
"Tornerò, mà" le sorrido
Sembra preoccupata: "Stai bene, si?"
Annuisco e poggio una mano sulla spalla di mio babbo che nel frattempo si era avvicinato.
"Ali, c'è stato qualcosa che abbiamo fatto per cui vuoi andare via?" il tono di voce è un po' tremolante.
"No, no, assolutamente" rispondo.
Non mi va di parlare loro di Leo, ma è solo lui la ragione per cui ho deciso di partire un giorno prima del previsto.
Loro si stringono la mano e mi guardano.
Non vorrei che siano tristi, né che pensino di aver sbagliato qualcosa.
"Sentite - sbotto - ho bisogno di creare un giro di amici e persone anche a Milano, e stando qui non posso.. Ma voi siete stati eccezionali, come sempre. Tornerò presto" concludo.
Vedo una lacrima sul volto di mamma, che poi mi abbraccia.
Suona il campanello e io, salutando i miei, esco di casa con la valigia.
"Ciao tesoro, ti vogliamo bene" urla babbo da lontano.
Io sorrido.
Arrivo da Mel, carico la valigia nel porta bagagli e salgo in macchina.
"Ho visto i tuoi un po' sconvolti" scherza lei
"Non ho detto nulla di Leo, quindi pensano che io stia scappando da loro" rido.
"Ah.. Comunque Michele non vede l'ora di rivederti" dice trattenendo una risata.
"Non dirmi così, mi metti ansia - inizio - e poi ti ricordo che tra qualche ora rivedo Leo"
"Dai, scherzo. È un pranzo tra amici, okay?"
Annuisco, abbassando lo sguardo.
"Quindi, come ti senti?" mi interroga
"Insomma, sono tesa.. Molto"
Lei sorride mentre guida: "Si, lo vedo"
"Ho paura, non ho idea di cosa vorrà dirmi" sussurro
"Lo saprai tra poco. Ora pensa solo al pranzo. Ti porto in un posto troppo bello, si mangia benissimo"
Adoro come prova a distrarmi da ciò che mi angoscia.
Arriviamo in qualche minuto in un bar immerso nei fiori. È davvero bello.
"Pronta?" ride lei.
Io annuisco divertita e scendiamo dalla macchina.
Ci ritroviamo davanti Fede e Michele, io mi avvicino e sorrido.
"Ehi" dice Mel baciando Federico.
Si staccano velocemente e lei si sporge verso l'amico: "Ciao Mich" gli da un bacio sulla guancia.
Io alzo la mano per salutare, poi entriamo dentro il bar.
"Ieri vi siete divertite?" domanda Michele.
Mel scoppia a ridere, io vorrei strozzarla.
"Mm, si" rispondo
"Come mai vai già via?"
"Ehm.." inizio
"Ha da fare li nella bella Milano" dice al posto mio Melissa interrompendomi.
Io annuisco per confermare.
Lui sembra scurirsi per un secondo: "Cosa.. Cosa devi fare?"
"Devo organizzare tante cose.. E poi ho amici li... E..." mi fermo.
"E?" incalza
"E nulla, devo continuare la mia vita" sorrido.
"Hai il ragazzo..?" domanda abbassando lo sguardo
Cosa dovrei dire?
Rimango immobile a fissare Mel cercando un suo aiuto.
"Cosa ordinate?" chiede Fede provando a tirarmi fuori dalla domanda.
"Io voglio solo un tramezzino, non ho molta fame" rispondo evitando lo sguardo di Michele.
"Anche io" dice Mich.
Con la coda dell'occhio vedo che mi fissa. Cosa dovrei fare?
"Quindi?" domanda lui cercando una risposta.
Tiro un colpo a Mel sotto il tavolo implorandola con lo sguardo di farlo smettere.
"Mich, e dai" dice lei.
Lui abbassa lo sguardo e vedo che si fissa i piedi.
"Ali, ti va di fare un giro nel frattempo che arriva il cibo?" propone poi
Annuisco e ci alziamo.
"Quindi sei molto impegnata a Milano.." mi dice mentre camminiamo tra gli alberi.
"Eh, si"
"Alla fine io l'ho sempre detto: sei troppo bella per non essere fidanzata" ride
Arrossisco: "Addirittura"
"Ma é una cosa seria?"
"Non siamo neppure fidanzati" rido
"Allora un bacio me lo puoi dare..." mormora
"Cosa?" chiedo credendo di aver capito male.
"No, nulla"
Abbassa lo sguardo e gli prendo le mani.
"Sei davvero carino, troverai sicuramente tantissime ragazze"
"Perché tu no?"
"Io.. Io non posso - inizio - e non voglio" concludo
"Un bacio ti fa così schifo?"
Rido: "No, assolutamente"
Lui si avvicina e mi prende i fianchi.
"Leo.." sussurro
"Come?" chiede allontanandosi
Oddio, cosa ho detto? Perché? Cosa sto per fare?
"No, Mich, non posso proprio baciarti"
"Ti prego...." mi si avvicina.
"Sono innamorata" ribatto secca.
Cosa ho appena affermato? Sono innamorata? Di Leo? No.. O forse si.
"Beato Leo" dice sorridendo.
Poi si avvicina e mi cinge la vita, stampandomi un bacio sulla guancia.
Io gli stringo le mani e insieme ci dirigiamo verso il bar.
"Un giorno però me lo dai, questo bacio" mi mormora nell'orecchio mentre me lo morde.
Io rido, sapendo che non succederà.
Entriamo nel locale e vediamo che sono già arrivati i panini, ci sediamo e vediamo gli sguardi confusi di Mel e Fede.
"Non abbiamo scopato" dice ridendo Michele.
Arrossisco e abbasso lo sguardo.

"Buon viaggio tesoro" dice Mich sorridendomi
Siamo davanti ai controlli di sicurezza e devo salutare i miei amici.
Lo abbraccio: "Grazie di aver capito. A presto"
Lui mi stampa un bacio sul collo.
Abbraccio Fede e mi augura un buon volo.
Poi è il turno di Mel.
Inizio quasi a piangere.
"Lu.." sussurra stringendomi a sé.
"Mi mancherai"
"A me di più" prova a sorridere
Lentamente, mi stacco e, sorridendo, mi allontano da loro.

"L'atterraggio è previsto per le quattro e cinque minuti" dice l'altoparlante nell'aereo.
Guardo l'orologio: sono le quattro meno dieci.
Manca un quarto d'ora e rivedrò Leo. Che effetto mi farà? Ora sento le farfalle nello stomaco, ho molta ansia e non vedo l'ora.
Guardo fuori dal finestrino e cerco di distrarmi in ogni modo.
Mi ricordo del libro che avevo portato, lo tiro fuori dalla borsa e sfoglio le pagine, senza riuscire mai a concentrarmi davvero su qualcosa.
Dopo qualche minuto, le ruote toccano terra.
Sono presa da un'enorme ansia e terrore. 
Recupero il bagaglio dalla cappelliera e faccio la fila per scendere dall'aereo.
Dopo neanche cinque minuti, eccomi.
Sono dall'altro lato di una porta rispetto a Leo, e non ho la forza di superarla.
Le persone mi passano davanti e io mi immobilizzo per un istante.
Sono davvero pronta?
Prendo un respiro profondo e guardo la porta scorrere davanti a me, poi è tutto pieno di gente.
E Leo?
Lo cerco tra gli sguardi, ma non lo trovo.
Oddio, dov'è?

Senza scappare mai più|| Leonardo DecarliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora