Ritorno in patria

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Sento le ruote appoggiarsi al suolo e fuori vedo l'aeroporto che ho visto miliardi di volte, da piccola.
Sono a casa, e sono felice.
Recupero la valigia dalla cappelliera e scendo, sorridendo a tutti coloro che incontro.
Le porte nella zona 'arrivi' dell'aeroporto si aprono e vedo davanti a me mamma, babbo, Lucky (il mio adorato golden retriever) e Melissa.
Mi viene da piangere.
Corro da loro e li abbraccio tutti insieme, poi singolarmente.
Faccio due coccole al mio cane e lui scodinzola contento.
Tutti insieme, saliamo in macchina in direzione: casa.
Poco dopo arriviamo nella mia meravigliosa dimora, correndo salgo nella mia stanza e poggio la valigia per terra, buttandomi poi sul letto.
C'è ancora il profumo di una candela che avevo accesso il giorno prima di partire. L'avevo lasciata bruciare per ore, per donare alla mia camera un buon aroma.
Sento dei passi nel corridoio.
"Oh, posso?"
È Mel, riconoscerei la sua voce tra mille.
"Certo"
Lei apre la porta ed entra, mi guarda sorridente. Poi viene verso di me e insieme ci buttiamo sul letto.
"Mi sei mancata.." sussurra abbracciandomi.
"Anche tu" mi scende una lacrima.
"Oh, ma ora siamo qui insieme, non c'è da piangere, okay?"
Ho sempre adorato il modo in cui riesce a farmi tranquillizzare.
"Quindi, parlami di Leo" dice
"Ieri è venuto a casa. Non so perché, semplicemente ha suonato al campanello e nulla, era lui"
"E cosa è successo?"
Le racconto come sono andate le cose e lei è perplessa.
"Oh, certo che tu scegli sempre i tipi più strani e complicati eh" ride
Sorrido e abbasso lo sguardo: "Non ridere delle disgrazie altrui" ironizzo
"E comunque, una persona che fa così non può che amarti follemente"
La guardo perplessa: "Che dici?"
"E dai, che motivo avrebbe avuto di venire a casa tua?"
"Non lo so" mormoro.
"Ecco. Come fai a non capire che prova ancora qualcosa per te ma agisce così perché, anche lui come te, è un essere umano e ha paura, timore?"
"Lo difendi?"
"No, no, niente affatto. Solo che.. Amó, dai, lo capisco io che sono sempre stata sbadata e ignorante su queste cose..!"
Non so bene cosa dire, abbasso lo sguardo perché sento una tensione dentro di me.
Provo a sviare il discorso: "E tu?"
Lei sorride: "Io sto bene, non si vede?"
Annuisco accennando un sorriso: "Eccome. Ma come mai?"
"Fede mi ha chiesto di andare a convivere"
Federico è il ragazzo storico di Mel, stanno insieme da quattro anni quasi.
Salto in piedi: "O mio dio! E perché non me l'avevi detto?"
"Me l'ha chiesto ieri, non avrei fatto in tempo neanche volendo" ride
"E tu cosa gli hai detto?"
Lei quasi scoppia in lacrime: "Dobbiamo solo trovare una casa carina.."
Oh, sono così felice per lei.
"È la cosa più bella che potessi dirmi" urlo felice.
"Ho controllato, in treno Milano-Firenze si fa in un'ora e mezza circa." sbotta dal nulla lei
Io scoppio a ridere: "Praticamente staremo tutti i giorni insieme"
Annuisce ridendo: "Esatto, più o meno"
Io mi ributto sul letto, controllo il telefono ma: nessuna notifica.
"Oh - inizia Mel - stasera andiamo al sushi"
"Ah non è una proposta?" ironizzo
"Te lo ordino" ride
"Solo io e te?" chiedo
"Prima che tu mi uccida: no. Viene Fede e un suo amico"
"Ma sembra un appuntamento combinato" urlo senza volerlo
"Guarda che è carino eh"
Alzo gli occhi al cielo, è sempre la solita.
"Come si chiama?" domando, tanto ormai non ho via di fuga.
"Michele"
"Che brutto nome" rido
"Si, ma lui è davvero davvero carino. E poi non vede l'ora di conoscerti"
"Sei incorreggibile" le do una pacca sulla spalla.
"Fatti bella, signorina" dice alzandosi
"Dove vai?"
"A casa, devo sistemare alcune cose. Passo verso le sei e mezza, okay?"
Annuisco: "A dopo baby"
Lei ride e corre via.
Io mi guardo intorno, sono finalmente a casa.
Il mio letto é così comodo, mi addormento in un attimo, senza neanche accorgermene.

Sono svegliata dalle carezze di mia mamma, inconfondibili, che dolcemente mi sposta i capelli.
"Che ore sono?" biascico stropicciandomi gli occhi.
"Le quattro e mezza" mi sorride
Mi lamento mentre mi tiro su.
"Ti va di mangiare qualcosa?" propone
Alzo le spalle, sono un po' disorientata.
"Magari del latte"
Mamma mi sorride ed esce dalla stanza, credo per prepararmi una tazza di latte.
Mi sento molto più riposata e tranquilla, ora.
Mi tiro su e scendo le scale, diretta in cucina.
Trovo mamma che sta apparecchiando la tavola e babbo che guarda una partita in tv. Mi sento di nuovo immersa nella quotidianità del liceo.
"Ehi, ben svegliata" dice babbo sorridendo
"Ciao" rispondi dandogli un bacio sulla guancia.
Mi siedo a tavola e inizio a bere il latte con i biscotti.
"Grazie mami" dico
Mi sento molto viziata in questo momento. Credo di averne veramente bisogno ultimamente.
"Stasera che fai?" mi chiede mamma
"Vado al sushi con Mel"
"A che ora esci?"
"Lei passa alle sei e mezza, poi non so a che ora andiamo"
Mi ero dimenticata che vivere con i genitori significa anche questo: dare continue spiegazioni e informarli di tutto.
Annuiscono tutti e due contemporaneamente e rifletto molto: li vedo così uniti e affiatati dopo così tanti anni insieme.
Io e Leonardo? Se fossimo stati noi, ce l'avremmo fatta?
Non lo so.
"Corro a prepararmi" dico sparecchiando
Loro sorridono e io torno in camera.
Decido di indossare un vestitino bianco con dei ricami di pizzo. Lo amo, non so perché non l'avessi già portato a Milano.
Ma prima, mi rintano sotto la doccia.
L'acqua inizia a scorrermi addosso, e io mi sento ripulita e depurata da ogni preoccupazione.

"Dai, andiamo" dice Mel prendendomi la mano.
Siamo state un'oretta a chiacchierare e ascoltare musica e ora lei vuole già andare al ristorante.
"Dovete avere il tempo di conoscervi" dice
Sbuffo e alzo gli occhi al cielo.
Lei, salutando i miei, mi trascina in macchina.
"Non mi fido troppo se guidi tu" rido
"Se vuoi io vado con Fede e guida Michele" ironizza
"Andiamo al solito posto, ormai è la mia droga" dice quando siamo quasi arrivate al ristorante.
Non so se sono pronta. E se è un cesso? Se invece è troppo carino per me? Non so se voglio entrare.
Parcheggia e mi sorride, come se avesse capito a cosa sto pensando.
"Rilassati, d'accordo? È solo per passare la serata in compagnia" mi accarezza i capelli dolcemente.
"Andiamo" dico aprendo lo sportello.
Lei tira fuori la chiave e scende con me.
Arriviamo alla porta del ristorante e vedo, attraverso i vetri, Fede che ci saluta sorridendo. Davanti a lui c'è un ragazzo. È di spalle. Ha dei capelli marroni abbastanza lunghi, indossa una camicia.
Lentamente si gira, e a me manca il fiato.

Senza scappare mai più|| Leonardo DecarliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora