Meno male che ci sei

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"Lo vuoi un gelato? C'è un caldo boia" propone.
Siamo davanti ad un chiosco con dei tavolini verdi davanti, sotto il sole cocente di Agosto.
Io annuisco e ci avviciniamo al bancone.
"Salve" saluta il barista.
Sorrido.
"Cosa prendi?" chiedo guardando Leo.
"Per me.. - pensa - un cornetto classico"
"Io voglio un magnum al cioccolato bianco".
Il signore prende i due gelato dal freezer e me li passa, poi Leo paga e salutandolo, ci allontaniamo.
Ci corre incontro un cagnolino bianco, io mi accovaccio per accarezzarlo e lui inizia a gironzolarmi intorno, facendomi le feste.
"Ciao piccolo" sussurro giocandoci.
Leo mi guarda con tenerezza: "Dovremmo prendere un cane".
A quelle parole mi immobilizzo.
Nella mia mente, solo le coppie già formate che avevano programma di sposarsi, prendevano un cane.
Avremmo dovuto sposarci?
Che idee stupide, ho solo 19 anni.
"Si, dovremmo" rispondo sorridendo.
Lui mi stringe la mano mentre camminiamo tra gli alberi.
"Pensa se avessi deciso di trasferirmi in un'altra città" sbotto all'improvviso.
Leo mi guarda, come se non avesse mai pensato a questa opportunità.
"Non ci saremmo mai conosciuti, chissà come sarebbe stata la mia vita" concludo.
Lui abbassa lo sguardo, non riesco a leggergli nulla nell'espressione, forse un po' di amarezza.
"La mia sarebbe stata decisamente vuota" risponde, tenendo lo sguardo basso.
"Magari avresti incontrato un'altra, chi lo sa"
"Vivo qui da anni e.. Beh, nessuna mi aveva mai preso"
Io rifletto molto su quelle parole: "Pensa se quel giorno non mi fosse venuta voglia di andare in libreria"
"Ti avrei vista in qualche altro modo" risponde.
"E se non Elisa non ti avesse dato il mio numero?"
Lui alza le spalle: "Lo avrei cercato per tutta Milano".
"Meno male che ci sei" sorrido.
Mi stringe la mano ancora di più e in silenzio continuiamo a camminare.
Lui sbotta dopo qualche minuto: "Non mi piace pensare a come sarebbero andate le cose se non fossero andate come sono andate".
Rido: è un pensiero confuso.
Vedo che la sua espressione è seria, quindi cerco di contenermi.
"Perché?" domando.
"Perché se le cose sono successe, c'è un motivo. Quel giorno era destino che ci incontrassimo".
Non gli piace questo discorso: "Si, era solo per.. Scusa"
"Ma cosa scusa, vieni qui" apre le sue braccia e io mi ci tuffo dentro e inspiro tutto il suo profumo.
Restiamo così per un po', poi continuiamo a camminare.
"È un peccato che di giorno non si vedano le stelle" commento.
Lui ride: probabilmente gli sembra un discorso stupido.
Ci ho sempre pensato, però. Mi piacerebbe che ci fossero sempre, però forse se le stelle si vedessero tutto il giorno, sarebbero meno speciali. Forse la gente non le ammirerebbe così tanto.
"Ci ho sempre pensato" mi risponde.
Rimango sbalordita dalla sua risposta. Credevo mi stesse per prendere in giro o scherzare, e invece.
"Vieni" mi tira dolcemente per un braccio verso la panchina, ci sediamo e continuiamo a chiacchierare.

"Tesoro" sento urlare dietro di me.
Mi giro e vedo Elisa a mano a mano con Paolo.
"Ehi" mi alzo in piedi e mi avvicino a loro.
Abbraccio la mia amica e sorrido al suo ragazzo.
"Piacere, Paolo" si presenta.
Gli porgo la mano: "Sono Alice".
Leo lentamente ci raggiunge e si presenta.
"Che coincidenza.. Tutti qui stasera" sbotta Elisa.
Io sorrido: "Ci andava di prendere un po' d'aria".
C'è un momento di silenzio e imbarazzo.
"Noi stavamo andando a cena.." inizia la mia amica guardando Paolo
"Volete venire con noi?" propone lui allora.
Cerco di non ridere per non sembrare maleducata, guardo Leo e cerco di comunicargli con lo sguardo che non mi va, senza farmi sgamare.
"Oggi pensavamo di mangiare a casa, tranquilli" commenta lui, salvandomi.
"Si, sono un po' stanca" concludo.
Loro ci guardano un po' confusi: "Mm, va bene" sorride Paolo.
"Senti, quanto starai da lui?" mi domanda Elisa.
Alzo le spalle, non ne ho la minima idea.
"Non so.. Vedremo" rispondo.
Leo mi stringe la mano, senza alcun motivo, ma io mi sento già meglio.
"Finché si sentita al sicuro, e lo sarò anche io. Anche per sempre" dice lui.
Lo guardo e sorrido, vorrei baciarlo ma ho paura di metterli in imbarazzo, così gli stringo solo più forte la mano, continuando a osservarlo.
Lui mi cinge la vita con il suo braccio e vedo gli sguardi di Paolo ed Elisa che si incrociano a loro volta.
"Bene, allora.. Ci sentiamo" dico
La mia coinquilina si avvicina e mi da il doppio bacio, poi io saluto, sorridendo, il ragazzo e ce ne andiamo.
"Stasera cosa vuoi mangiare?" chiede Leo cingendomi le spalle con il suo braccio.
"Cheeseburger" sorrido, ho una fame da lupi anche se abbiamo mangiato da poco il gelato.
"Oh! Uno dei miei cibi preferiti, se non il mio preferito - mi stampa un bacio sulla fronte - e cheeseburger sia!"
A mano a mano arriviamo alla macchina e entriamo, lui mette in moto e partiamo.

Guardo l'orologio: sono le undici.
In tv c'è un film d'azione carino, ma niente di speciale. Però il panino era uno dei più buoni che io avessi mai mangiato.
Poggio la testa sulla spalla di Leo.
"Non sanno recitare benissimo" commento.
Lo vedo, con la coda dell'occhio, sorridere: "No, effettivamente no. Però la trama è interessante"
Faccio un verso tipo: "mm" e torno a guardare il film.
Dopo un paio di minuti la tv diventa tutta nera, poi iniziano a scorrere i titoli di coda.
"Ma che diavolo....?" chiedo
Leo guarda la tv perplesso: "Ma ti sembra un modo di far finire un film?"
"Non ho parole - inizio a urlare - alla fine John muore? E riescono a salvare Pauline?"
"Non è possibile! Deve esistere il sequel" si alza di scatto e corre a cercare sul computer.
Io nel frattempo guardo scorrere i nomi di tutti gli attori, quando Leo urla: "No! Non esiste nessun film successivo"
"Oh, non è giusto" grido.
Poi guardo Leo e non appena i nostri sguardi si incrociano, scoppiamo a ridere.
Credo che se avessi fatto una cosa simile con un'altra persona mi avrebbe considerata pazza: lui ha capito che scherzavo, e non solo; ha pure continuato con me.
Mi sento esplodere d'amore.
Mi avvicino e gli stampo un veloce bacio sulle labbra, mentre stava ancora ridendo.
"Faceva schifo davvero, il finale" commento divertita.
Lui mi guarda: "Ce ne inventiamo un altro noi"
"La salviamo Pauline?"
Lui annuisce: "Era gentile con tutti"
Faccio una smorfia di approvazione: "E John invece?"
"Facciamo che si salva e si sposa con Beth"
Io sorrido, ho sempre desiderato una persona così al mio fianco.
Gli stampo un bacio sulle labbra, di nuovo, e lui mi prende in braccio.
Raggiunge la sua camera e mi butta di peso sul letto, poi si siede affianco a me.
Inizia a farmi il solletico e io rido, e non riesco a smettere.
"Leoo" grido divertita.
Lui continua e di tanto in tanto si ferma per baciarmi, poi ricomincia.
Poi si ritrova sopra di me, sorride: "Ehi" mormora.

Senza scappare mai più|| Leonardo DecarliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora