Un ballo

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"Un altro drink?" mi urla Alessandro dopo che ne ho bevuto già decisamente troppi.
"No grazie" rifiuto.
Mi afferra la mano, stringendola nella sua, e mi fa pensare a Leo.
Mi porta in mezzo alla pista, e inizia a ballare davanti a me.
"Cerchiamo gli altri?" propongo.
Non mi va a genio l'idea di stare sola con lui in una discoteca, non lo conosco abbastanza e non sembra avere buone intenzioni.
"Possiamo stare qui, un po'" sussurra avvicinandosi a me.
Alzo lo sguardo per poter incrociare i suoi occhi, e rimango colpita dalle sue labbra, carnose. Deglutisco, cercando di concentrarmi su qualcos' altro del suo viso.
Indietreggio di un passo, cercando di farlo stare più lontano, e lui si riavvicina: "Concedimi almeno un ballo" mi stampa un bacio sulla guancia, allontanandosi poi per fissarmi negli occhi.
"Non toccare però" ridacchio, permettendogli di ballare con me.
Lui fa un passo indietro, poi mi circonda la vita con le sue braccia, e mi fa muovere. Tende il braccio, facendomi fare una piroetta.
Mi ferma in modo che la mia schiena sia contro di lui, e mi stringe da dietro, avvicinandosi ogni secondo di più.
"Sono fidanzata" gli urlo per farmi sentire.
"È un ballo" prova a rassicurarmi lui, mentre continua a stringermi.
Mi giro in modo da guardarlo negli occhi e inizio a ballare tenendo le distanze tra i nostri corpi.
In un secondo mi raggiunge, mi stringe a sé, stampandomi una lunga serie di baci dai lati della bocca al collo: "Però un bacio me lo puoi anche dare"
Ha un viso dolcissimo, e devo ammettere che è proprio bello, ma non posso fare a meno di pensare a Leo.
Deglutisco ancora, vergognandomi per i pensieri che hanno attraversato la mia mente, poi sorrido: "davvero, meglio di no" .
Sorride: "Rispetto te e le tue scelte.. Vuoi che cerchiamo gli altri?"
Io annuisco e insieme ci inoltriamo tra la folla, guardandoci intorno per trovare il nostro gruppo.
Intravedo Laura da lontano e, stringendo la mano ad Alessandro, lo trascino in mezzo alla gente.
Carolina fa un sorrisetto malizioso, vedendoci arrivare insieme mano a mano. Io gliela lascio subito e mi sistemo i capelli, poi inizio a ballare con Elisa.
Il dj mette quasi tutte le mie canzoni preferite del momento, e ad un certo punto, con un passo traballante, decido di avvicinarmi per chiedere di mettere "andiamo a comandare", per terminare la serata al meglio.
Il ragazzo, biondino e sulla ventina, ridacchia: "Sei proprio ubriaca eh?"
"Per favore" lo supplico unendo i palmi delle mani e facendo il labbruccio.
"Non ce l'ho qui, mi dispiace" mi liquida.
Non gli credo molto, ma decido di andarmene, non trovando parole giuste da dire.

"È tardi, io direi di tornare" grido per farmi sentire dai miei amici.
Alcuni annuiscono, altri continuano a ballare ignorandomi.
Laura mi prende la mano e avvicina la bocca al mio orecchio: "A questo punto andiamo a fare colazione da qualche parte, sono quasi le 6, tesoro"
Chiudo gli occhi per un istante, tentando di ragionare. Ho bevuto troppo, e ho decisamente sonno.
Perdo l'equilibrio e crollo, ma sento due braccia che mi recuperano dietro si me.
Tengo gli occhi chiusi mentre qualcuno mi porta in braccio.
Sento l'aria sfiorarmi la pelle e il rumore farsi lentamente più lontano.
Credo di essere fuori dalla discoteca, finalmente, ma non riesco neppure ad aprire gli occhi.
Rimango immobile, comoda, sdraiata per qualche minuto.
Inizio a massaggiarmi le tempie, e poi sento qualcosa di morbido poggiarsi su di me.
Apro gli occhi e noto un giubbotto sopra il mio petto, e Alessandro seduto su un muretto, che mi culla.
Accenno un sorriso, poi poggio la mia testa sulla sua spalla e lascio che mi stringa tra le sue braccia, mentre prova a riscaldarmi.
"Hai freddo vero?" mi sussurra
Annuisco debolmente.
Mi stampa un bacio sulla fronte: genuino, paterno.
Poi inizia a spostarmi delle ciocche di capelli dietro le orecchie, e io mi rilasso sempre di più.
"Ti ho fatto bere troppo, mi dispiace. Non volevo che le cose andassero così" continua a sussurrare per non disturbarmi.
"Non è colpa tua" riesco a dire con la poca voce roca che trovo.
Sento Elisa che viene verso di me: "Oddio, tesoro tutto okay?"
Ha bevuto decisamente troppo anche lei, ma mai quanto me.
Non ricordo di aver mai esagerato così tanto, ed è anche strano vedere per la prima volta che effetto mi fa.
Il mio respiro si fa regolare, profondo, lento, e poi chiudo gli occhi e basta. Stop. Il nulla.

Riapro gli occhi e mi trovo in una stanza azzurra, sdraiata su un letto matrimoniale, con delle luci affianco a me ed un comodino bianco.
È una camera elegante, che non ho mai visto prima d'ora.
Ho addosso una coperta come quella che ho a casa mia, bianca, tutta pelosina.
La stringo a me, mentre mi stiro un po'.
Continuo a guardarmi attorno, sentendomi tranquilla e rilassata. Ci sono le persiane chiuse, ma riesco ad intravedere un filo di luce che filtra. È giorno inoltrato, quindi.
Dove sono?

Senza scappare mai più|| Leonardo DecarliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora