"Alice, dannazione, ferma!" sento delle urla dietro di me.
Mi si mozza il fiato in gola.
Cosa faccio? Mi fermo o continuo per la mia strada? Do retta al dolore dell'essere rifiutata oppure al desiderio di riaverlo con me?
Mi fermo, e mi giro verso di lui.
Lo vedo tutto rosso che fa gli ultimi passi per raggiungermi.
"Mi volevi morto.." biascica mentre poggia le mani sulle cosce e respira profondamente.
Io non faccio nulla, resto immobile e lo guardo, e dentro sento un grande dolore e un'enorme voglia di saltargli addosso.
"Fai colazione, poi se vuoi ti riporto a casa" dice riprendendosi
Mi ha seguita correndo come un pazzo solo per dirmi questo? Sul serio?
Sbuffo e ricomincio a camminare, ignorandolo.
"Senti, non solo tu hai dei sentimenti" mi urla
Mi fermo immediatamente. Cosa c'entra questo?
"Cosa diavolo c'entra questo, Leonardo?"
L'ho chiamato per nome? Wow.
"Pensi che io non abbia sofferto quando mi hai detto quelle cose?"
"Io.." inizio ma lui mi interrompe
"Ora nessuno mi dice che non rifarai le stesse cose!" sbotta
"Io si, Leo, te lo prometto."
Si porta una mano alla fronte e sbuffa alzando gli occhi al cielo: "Lo prometti adesso. Come fai a non capirlo, che cambierai idea un altro miliardo di volte?"
"Tu non lo sai" grido
Sta zitto un attimo: "Non sono disposto a star male"
Mi sembra così vulnerabile in questo momento, voglio stringerlo a me.
Ed è quello che faccio.
Seppure senza un senso, mi avvicino e lo abbraccio, e lui rimane perplesso all'inizio, ma poi mi stringe.
"Leo, mi sei mancato così tanto" piagnucolo tra le sue braccia
Lui non parla, ma sentire il suo respiro e il suo cuore che batte mi basta.
"Vieni, torniamo al bar" sussurra mentre mi afferra la mano.
Iniziamo a camminare in silenzio e mi sento calma e felice.
Ho sempre amato le sue mani, sembrano fatte apposta per intrecciarsi con le mie.
Raggiungiamo il locale in fretta ed entriamo, risedendoci nello stesso tavolo.
Nessuno sembra fare troppo caso alla scenata che abbiamo appena fatto.
"Che figura di merda" mormoro al suo orecchio.
Ride: "Ho fatto di peggio, ormai mi conoscono"
Il barista ci porta le cose che avevamo ordinato e Leo gli sorride: "Grazie Lore"
Mi avvicina il cappuccino mentre lui butta giù la sua tazzina di caffè.
"Mangiala tu questa" dico passandogli la brioche.
"No" risponde quasi irritato.
"Dai, non mi va"
"Ali, sei dimagrita troppo. Mangia"
Mi guardo le cosce. Non mi sembro dimagrita.
Mi fa piacere però che si accorga delle piccole cose.
Ti appena rifiutata, scema mi ricorda una vocina nella mia testa.
Finiamo di mangiare, Leo paga e usciamo dal bar.
Raggiungiamo in un attimo la macchina, salgo e passo tutto il viaggio ad assaporare quel profumo buonissimo che non so quando sentirò di nuovo. Forse mai più.
"Eccoci" parcheggia davanti al condominio.
Cosa faccio? Cosa dico?
"Vuoi salire?" propongo
Sei una stupida! continua la vocina.
"Ehm.. - si gratta la testa - ho da fare"
"Ah - rispondo delusa - allora nulla"
Cosa mi aspettavo? Sono una stupida, ha ragione il mio cervello.
"Beh, ciao" sorrido scendendo.
Agito la mano prima di chiudermi il portone dietro le spalle.
Salgo correndo le scale e, aperta la porta, trovo Elisa china sui libri, intenta a studiare.
"Ehi" sussurra
Non fa in tempo a dire altro che corro in camera e mi butto sul letto a piangere.
Sento la sua sedia muoversi e immagino stia venendo da me.
Pochi istanti dopo, infatti, sento la sua mano sulla spalla.
"Tesoro che è successo?"
Non riesco a parlare.
Scuoto la testa e continuo a piangere.
Mi prende il viso tra le sue mani mi asciuga le lacrime. Poi mi stringe a sé.
Mi sento così stupida, perché sto piangendo se fino a ieri ero io a non volerci neanche parlare?
"Ha detto che.. Non lo sa" dico tra le lacrime
Lei mi guarda perplessa, non capendo di cosa io stia parlando.
Dopo che mi sono calmata, le racconto la storia
"Stellina dai, sai quanti ce ne sono che ti vorrebbero?"
"Ti prego Eli, evita queste frasi d'occorrenza. Fino a ieri dicevi che eravamo fatti per stare insieme, ed è vero. Ora non smentire tutto"
Lei abbassa lo sguardo: "Va bene, va bene. Ma non so davvero cosa fare"
"Non c'è nulla da fare" rispondo
"Oh forse una cosa si! Andiamo a fare shopping! Tra l'altro dobbiamo comprare qualcosa per riempire gli spazi vuoti nel salotto"
Sorrido, il suo entusiasmo mi piace, ma non so se mi va.
Alzo le spalle.
"Cosa??? Ad Alice non va di fare shopping? Non è possibile" ride
"Non si può dire di no allo shopping" ribatto forzando un sorriso.
"Mi preparo e usciamo" urla correndo in bagno.
Io decido di uscire come mi ero già vestita, quindi infilo gli occhiali da sole e sono pronta.Sono le cinque, e sono distrutta.
"Torniamo a casa?" propongo
Elisa annuisce e ci incamminiamo verso la macchina.
Abbiamo comprato un paio di quadri per il salotto da Ikea e una valanga di vestiti, e lei anche qualche trucco.
Dopo ore e ore di shopping pure la compratrice più accanita si sente morire.
"Come ti senti?" domanda la mia amica salendo in macchina.
"Bene, come mi dovrei sentire?" rispondo allacciandomi la cintura
Lei alza le spalle, come per dire 'sai cosa intendo', poi mi guarda: "Accendo la radio?"
Annuisco e mi butto sullo schienale del sedile.
Lei preme ON nello stereo e parte 'Faded', ringrazio dio che non ci sia nessuna canzone che mi faccia pensare a Leo.
Oh, maledizione, continuo a nominarlo. Dovrei smetterla, ormai.
Ogni parola provo a collegarla a lui nella mia mente. Ma cosa mi succede?
Non ero mai stata così ossessionata da nessuno, neanche dal mio idolo a 11 anni. Non faccio altro che pensare a lui.
Che incantesimo mi ha fatto?
"A che pensi?" sento
Mi giro e vedo Elisa, e mi ricordo che sono in macchina con lei: "Ah? Oh, ehm.. A nulla"
"Mm" risponde
Si limita a quello, fortunatamente.
"E tu?" domando
La vedo un po' assente, seppure non quanto me.
Sono così contenta di vederla star bene con Paolo, ma allo stesso tempo non so quanto potrei sopportare di vederli felici insieme.
Per un istante chiudo gli occhi e vedo davanti a me le mani di Leo che si incastrano perfettamente con le mie, mi vengono i brividi. Apro gli occhi subito e ho il batticuore.
"A Paolo" sento rispondere
"Va tutto bene?" la interrogo
Lei annuisce e sorride: "Stasera dovrei uscirci, se non hai programmi più interessanti" ironizza
"Credo proprio starò a casa" abbasso lo sguardo
"Dai, andiamo da qualche parte. Paolo lo posso vedere anche domani."
Vederla così disponibile per me mi rende felice.
"Ma no, al massimo vado a fare una passeggiata"
"Ti va di andare con Laura e Chiara, le ragazze della discoteca?"
Annuisco, mi sembra una buona idea: "Si, va benissimo"
"Ti passo il numero"
Arriviamo a casa in un quarto d'ora, e io mi butto sul divano subito, rilassandomi.
Non ho idea di cosa questa serata mi porterà, ho anche un po' di paura di uscire con quelle ragazze, ci ho parlato solo una volta. E se ci fosse qualche problema, come farei?
Provo a non pensarci.
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Senza scappare mai più|| Leonardo Decarli
FanfictionAlice si è finalmente diplomata e si trasferisce a Milano per studiare comunicazione all'università. Un giorno incontra Leonardo e dal momento in cui i loro sguardi si incroceranno, nulla sarà più come prima. Le loro vite si complicheranno a vicend...