Capiolo 44

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"Anche io, però questo posto non ci sta dando tanta energia positiva" scherza.
Accenno un sorriso; mi piace questo posto, ma oggi sono troppo nervosa perché possa divertirmi seriamente.
"No.." sussurro
Lui mi sente e abbassa lo sguardo: "Ogni tanto sbaglio meta anche io, evidentemente"
"Il posto è bellissimo, sono io che oggi.."
Mi interrompo, penso a cosa è successo ieri sera. Mi sento la gola secca, sorrido istintivamente.
"Mi va di stare a casa" concludo
Lui mi guarda, come se avesse capito a cosa stavo pensando, e sorride: "Bene, allora andremo a casa".
Mi prende a cavalluccio e inizia a camminare, sotto il sole cocente.
Io ogni tanto gli lascio un dolce bacio sul collo, mentre gli accarezzo i capelli.
Arriviamo alla macchina e lui mi apre lo sportello, mi fa sedere, poi si siede affianco a me, nel posto del guidatore, e mi guarda.
Si avvicina e mi stampa un bacio sulle labbra, senza fiatare.
Io mi rilasso sul sedile e chiudo gli occhi mentre Leo parte e accende la radio.
In poco tempo, siamo a casa.
Saliamo le scale e io mi butto sul divano, giro lo sguardo e vedo Leo che cammina in giro per il salotto la cucina.
"Che c'è?" chiedo vedendolo agitato.
"Ah? - si gira verso di me - ehm, nulla"
Io corruccio lo sguardo, non capisco cosa voglia dire.
Mi alzo in piedi e mi avvicino a lui: "Amore cos'hai?"
Lui si rilassa e sorride: "È che.. Oggi sei strana"
Effettivamente, anche io oggi mi sento strana, diversa, non so in che modo.
Abbasso lo sguardo e mi siedo nella sedia che c'è il affianco, non sapendo neanche cosa dire.
"La domanda sarebbe: cos'hai tu?" chiede sedendosi affianco a me.
Io lo guardo e sforzo un sorriso: "Ma niente, sono solo stanca"
"Non è che.. Ho fatto qualcosa che non dovevo.....?"
Lo interrompo: "No Leo, te l'avrei detto. Sul serio, va tutto bene"
Mi alzo e mi siedo di nuovo sul divano, cercando di capire cosa mi faccia sentire strana in questo momento.
Leo non ha fatto nulla che mi abbia infastidito, ed in realtà non sono neppure stanca: cosa c'è che non va?
Pensavo che stare insieme, anche solo per due giorni consecutivi, non sarebbe stato un problema, e invece mi stanno assalendo migliaia di paure.
Forse è proprio la paura che mi ferma: paura che finisca tutto, che si possa stancare e che possa smettere di apprezzarmi, paura di non saper gestire una relazione con lui.
In passato, ho avuto altri ragazzi, ma mai nessuno mi aveva sconvolto così tanto.
È un bene o no?
Con la coda dell'occhio, lo vedo poggiare i gomiti sul tavolo e vedo la sua testa sprofondare tra le sue mani, come in segno di riflessione.
Mi alzo e lo raggiungo velocemente, non voglio che pensi qualcosa di sbagliato, che creda di aver fatto qualche errore.
"Leo" dico sedendomi accanto a lui
Mi guarda e sorride, un po' malinconicamente: "dimmi"
"Non hai fatto nulla di male, è solo un'estrema paura."
"Ali, anche quando ci siamo allontanati è stato a causa della paura; non può condizionarti così tanto. Se io sono qui, in questo preciso istante, con te, è perché ci tengo e perché voglio che tu sappia quanto importante per me tu sia, e perché voglio proteggerti. Altrimenti ti avrei lasciato nelle mani di quel Simone, e indubbiamente non mi sarei scervellato per capire cosa ti potesse turbare.. - si ferma un attimo e chiude gli occhi, espirando, poi li riapre - è che io non voglio perderti per colpa di stupide paure, basate su cose insensate e soprattutto che non accadranno mai. Io ti amo, amo ogni singola cosa di te e non avrei potuto desiderare una minima cosa in più, di te. Perché mai dovrei avere dubbi?"
Mi lascia senza parole, lo guardo per qualche secondo senza riuscire a parlare e senza sapere cosa dire.
Poi abbasso lo sguardo: "..io.." mormoro
Lui mi guarda, non sapendo cosa aspettarsi.
"Io ti amo - inizio - e lo so che il mio sentimento è ricambiato.. Ma come sono venuti a me i dubbi, potrebbero venire pure a te. I dubbi non nascono quando non si sa se si ama una persona, perlomeno non tutti. E allora, perché mai non dovresti aver dubbi?"
Lui vorrebbe ridere, si vede, ma si trattiene.
"Perché se io faccio una cosa, sono più che certo di volerla fare, e allora non mi vengono dubbi dopo."
Lo abbraccio e appoggio la mia testa sulla sua spalla: "mi dispiace che ce ne siamo andati dall'orto.."
Lui ride: "è il minimo; io voglio che tu sia felice e se stare a casa ti rende più felice, staremo qui. Anche tutta la vita. Poi, per un pantofolaio come me" ricomincia a ridere.
Io lo seguo: "Non che io sia una donna da vita mondana"
Lui mi stringe la mano e mi stampa un dolce bacio sulle labbra.
Io mi alzo e con un sorriso malizioso corro in camera, voltandomi ogni tanto per vedere la sua espressione.
Lo vedo sollevarsi in piedi e sorridere, raggiungendomi.
Mi butto sul letto e lui affianco a me, inizia ad accarezzarmi i capelli e io a baciargli il collo, poi dolcemente inizia a baciarmi le clavicole, scendendo lentamente. Mi sfugge un gemito e lui lo sente, mi guarda per un istante e sorride, poi torna al suo lavoro.
Mi toglie la canottiera e rimango in reggiseno ma ormai non mi fa più effetto, io inizio a sfilargli la maglia e lui mi da una mano.
Butto la testa sul cuscino e distendo il collo, mentre lui arriva a baciarmi l'ombelico.
Sento la cerniera dei miei short scendere, e poi mi ritrovo in mutandine.
Mi metto a sedere e, baciandolo, inizio a sbottonargli i pantaloni.
"Leo.." dico
Lui mi guarda: "si?"
"Io non ho paura, ti voglio"
Lui si lecca le labbra e sorride, poi si ributta a baciarmi.

Senza scappare mai più|| Leonardo DecarliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora