Stitches

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È Leo.
Questo ragazzo è così confuso, non riesco a capire cosa voglia.
'Si, tu?' digito senza pensare troppo
Arriva quasi subito una risposta: 'Non c'è male'
Mi domando perché mi abbia scritto.
Cosa dovrei fare ora?
Decido di non rispondergli, non sapendo cosa scegliere.
Mi stropiccio gli occhi e mi butto a letto, provando a dormire.
Fuori c'è troppa luce e anche chiudendo le persiane non riesco ad addormentarmi.
Mi rintano sotto le coperte e penso.. sono così indecisa, persa.
Non vedo l'ora di tornare a casa, ho bisogno della mia patria in questo momento.
Dopo un po', mi rendo conto che non riesco a dormire e chiamo Melissa.
Mi risponde subito
"Pronto?"
"Mel?" dico
"Ciao amore, come stai?"
"Insomma, e tu?"
"Sto aspettando che tu sia qui, mi manchi troppo"

Parliamo per più di un'ora. È sempre stato così, con lei si perde la cognizione del tempo, abbiamo sempre parlato fino a finire le parole, anche se tra noi i discorsi non terminano mai.
Stando lontane, le cose da raccontare sono ancora di più, mi manca.
Guardo l'orologio: sono le cinque.
Mi alzo e raggiungo Elisa in salotto.
"Ti va di fare qualcosa?" chiedo
"Facciamo i biscotti?" propone emozionata come una bambina.
Mi viene da sorridere: "Si"
Corriamo insieme in cucina e prendiamo la farina, le uova, dello zucchero e del burro.
Iniziamo ad impastare, poi dopo aver ottenuto la pasta, la guardo perplessa.
"E ora?"
"Ho delle formine" mi rasserena
Tira fuori da un cassetto una decina di forme di metallo: gatto, stella, oca, libro, c'è una varietà incredibile.
"Allora, queste le ho comprate un annetto fa, praticamente ero in un mercatino e ho incontrato Paolo per la prima volta mentre le stavo guardando..." inizia a raccontare.
Sembra incredibile che dei semplici stampini in metallo possano avere una storia simile.
"Hai incontrato Paolo per la prima volta più di un anno fa?????" domando
Lei sorride e annuisce: "Beh, poi non ci siamo rivisti per mesi e mesi. Io mi ero proprio dimenticata di lui" ammette
"E lui?"
"No, a sua detta lui mi ha sempre cercata in giro per Milano, senza trovarmi mai. Ha iniziato a pensare che fossi una turista e che non mi avrebbe più rivista. E invece.."
"Come va con lui?"
Fa il sorriso più vero che io abbia mai visto: "Benissimo, è così premuroso"
Ricambio il suo sguardo pieno di affetto ma poi lo volgo verso il basso, in cerca di fuga. Vorrei tanto che non mi facesse domande oggi, non saprei neppure cosa rispondere.
"E tu?" domanda
Eccola lá.
"Ehm, tutto okay. Non vedo l'ora di tornare a casa"
Sorride e tenta di cambiare discorso.
"Capisco.. Senti, ma.."
La interrompo: "Eli, ti va di giocare a monopoli?"
"Mi stai facendo tornare bimba per un giorno" ride
"Quindi?"
Annuisce: "Mi sembra ovvio"
Ci alziamo e andiamo in salotto, io corro a prendere dal mobile la scatola del monopoli, poi raggiungo la mia amica e iniziamo a giocare.

Guardo l'orologio: sono le nove e mezza. Il tempo è volato.
Ho sempre amato questo gioco, da piccola ci giocavo per ore e ore con i miei cugini.
"Hai fame?" le chiedo
"Mm, un po'. Stasera vieni con noi in disco?"
"No, stasera sto a casa"
"Sei sicura?" mi domanda
Annuisco: "Cosa cuciniamo?"
Si alza e va in cucina.
La raggiungo a passi lenti e stanchi, e vedo che sta controllando il frigo.
"Crêpes?" propone
Batto le mani, per approvare.
Prepariamo le crêpes, e gustiamo i nostri biscotti al burro, che sono usciti perfetti.
Dopo un paio d'ore, passate a guardare la tv, Elisa mi raggiunge in salotto: "Tesoro, io sto uscendo. Sicura di non voler venire?"
Annuisco: "Divertitevi"
Si avvicina e mi abbraccia: "Se hai bisogno di qualunque cosa, chiamami. Buonanotte piccolina"
Si allontana sorridendo, e a me scende una lacrima.
Lei chiude la porta e io gli occhi.
Sento la musica entrare dalle mie orecchie.
Stitches.
Oh maledizione, questo mi fa pensare a Leo.
Respiro profondamente, perché devo vederlo ovunque, anche dove non c'è?
Mi rannicchio sul divano, e inizio a piangere.. Sono una stupida.
Decido di spegnere la tv e leggere qualcosa, in questo momento vorrei finire "il giro del mondo in 80 giorni", ma non l'ho portato a casa.
Effettivamente, avrei potuto. Sarebbe stata una grande idea.
Scelgo un libro dalla libreria.
C'è 'storia di una ladra di libri', sono curiosa di leggerlo. E poi, almeno avrò qualcosa da fare a casa se mi starò annoiando.
Oh merda, domani devo partire, me ne ero quasi dimenticata.
Rilassati, dice la voce nella mia testa, non devi portarti nulla.
Anzi, ne approfitterò per recuperare altri vestiti e trasferirli qui a Milano. Partirò con la valigia vuota, ho deciso.
Apro il libro e inizio a leggere, facendomi rapire da ogni parola.
Suona il citofono, dev'essere Elisa, si sarà dimenticata le chiavi.
Prendo la cornetta per rispondere:
"Si?" dico
"Posso salire?" sento chiedere
È una voce che conosco fin troppo bene.
Mi manca per un secondo la stabilità e mi sembra di cadere, il cuore perde un battito.
Oh dio, è davvero lui?
La saliva mi va di traverso e respiro profondamente: "Leo..?"

Senza scappare mai più|| Leonardo DecarliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora