Milano by night

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Mi avvicina uno sgabello e lo indica, per invitarmi a sedere.
"Prima ti ho visto con un tipo, è il tuo ragazzo?" dice tastando il terreno
Rido: "No, assolutamente, l'ho accompagnato a prendere il taxi perché era ubriaco fradicio"
"Mi tocca fingere di essere ubriaco, per essere accompagnato fuori?"
Sorrido e abbasso lo sguardo
"Cosa vuoi?" mi chiede
"Un sex on the beach" rispondo sistemandomi i capelli
"Stai bene con questo vestito"
Ouh. "Grazie" sorrido
Lui mi porge il mio drink, già pronto e mi offre la mano "usciamo? Qui c'è troppo casino"
Io gli afferro la mano e mi trascina fuori. Iniziamo a camminare nei vicoli in cui avevo conosciuto Tommaso.
"Insomma, come ti sembra Milano?" chiede
"Mi piace, per quel poco che ho visto. Poi questi giorni in realtà non sono uscita molto in città"
"Sei andata almeno al duomo, vero?"
Io abbasso la testa e la scuoto.
"No??" mi chiede stupíto.
Io ridacchio: "In realtà no, e non sono mai stata qui prima"
Lui beve un sorso del suo drink, poi mi guarda: "Allora, castello sforzesco?"
"No" dico a bassa voce
"Il teatro della scala?"
Scuoto di nuovo la testa
Lui si porta la mano sulla fronte e scuote la testa.
Scoppio a ridere: "dai, sono qui da pochi giorni!"
"Dobbiamo rimediare a questa situazione vergognosa" mi dice
"Come?" chiedo
"Ti va di fare un giro?"
"Ora?"
Annuisce.
Annuisco.
Si incammina verso una stradina: "La macchina è li" e sorseggia il drink
"Ma hai bevuto" mi ricordo
"È il primo, sto benissimo" dice tranquillizzandomi
Camminiamo in silenzio per un paio di minuti, poi arriviamo ad una macchina nera, lui la apre e saliamo.
"Dunque, da cosa vuoi iniziare?" chiede sorridendo
"Duomo?" propongo
"Duomo."
Accende il motore e parte. Io guardo fuori dal finestrino e vedo tutti i palazzi, altissimi.
"Alcuni di questi palazzi sono molto antichi" dice
"Si? Pensavo fosse una città moderna" scherzo
Lui ride: "Nel duomo infatti hanno sostituito la madonnina con un drone e quando dai un'offerta una voce dice "grazie, Gesù ti ama", sai?"
Scoppio a ridere.

In qualche minuto siamo in zona
duomo, parcheggia e scendiamo dalla macchina.
"Questa è via Torino, la via dello shopping!" dice
Io lo guardo emozionata: "Adoro! Devo venirci assolutamente il più presto possibile. Anche se oggi ho svaligiato un intero centro commerciale" rido
"Ed eccoci - annuncia - questo è l' IDuomo"
Rido sempre di più. "Possiamo entrare?"
Lui mi deve aver preso per stupida, perché mi guarda scioccato: "Purtroppo no, è tardi"
Mi guardo intorno. È tutto deserto.
"Che ora è?" chiedo
"Wow, sono già le due e mezza"
Non c'è neanche un essere vivente oltre noi due, siamo soli in mezzo al nulla, eppure non ho paura, affatto.
Non so cosa mi prende, ma voglio sentirmi libera: mi sfilo i tacchi, li poggio per terra ed inizio a correre in piazza del duomo.
Corro, giro su me stessa, canticchio.
Dopo un po' vedo davanti a me Leonardo, che sorride. Sono stanca, e mi accascio tra le sue braccia. Lui mi stringe, e mi tiene in piedi.
Appena mi riprendo mi stacco da lui: "Scusami"
"Eri uno spettacolo" ride
Non so come interpretare questa frase.
"Vieni" dico prendendolo per mano e recuperando i tacchi da terra.
Inizio a camminare per le strade di Milano, senza sapere dove stavo andando. Lui mi segue senza parlare.
Sento un rumore e inizio a correre per avvicinarmi e scoprire da dove arriva. Giungo ad un locale, dove stanno cantando, c'è un karaoke.
Mi sono sentita così viva poche volte nella mia vita, decido di partecipare.
Guardo Leo: "Facciamo un duetto?"
Lui sorride: "Si"
Entriamo nel locale mano nella mano e urlo "Vorremmo fare un duetto"
Si girano tutti a guardarci, e alcuni scoppiano a ridere, altri riprendono a bere.
Mi avvicino al barista: "Mi darebbe un vodka e cola?"
Lui si gira, lo prepara e poi me lo porge, Leonardo mi raggiunge e paga per me. Lo scolo in un attimo.
"Vorremmo fare un duetto" ripeto
"Che canzone, signorina?"
Guardo Leo: "cosa cantiamo?"
Lui pensa un attimo: "Stitches?"
Annuisco esaltata
"Stitches" dico al barista
Lui organizza il computer con la base della canzone, attacca le casse e ci porge i microfoni.
Inizia la musica, noi iniziamo a cantare.
Leo ha una voce bellissima, e i suoi occhi sono puntati su di me tutto il tempo.
Al ritornello ci guardiamo e urliamo al cielo.
Dopo aver cantato, ringrazio ed esco correndo, lui mi raggiunge e mi prende per mano. "Vieni" dice
Io lo seguo. Avevo bevuto solo sei drink, non potevo essere già ubriaca.

Saliamo in macchina.
Leo mi guarda: "Il castello sforzesco lo lasciamo alla prossima volta, okay?"
Io annuisco
Poi accende il motore e parte.
Mi ritrovo nella zona di casa: i navigli.
"Questa è una delle mie zone preferite di Milano - dice guardando fuori dal finestrino - poi a quest'ora c'è una pace e tranquillità che niente mai potrà eguagliare"
Io lo guardo: "Si, si sta benissimo"
Continua a guidare, girando intorno ai navigli, e continuiamo a parlare e a raccontarci l'un l'altro.

Sono le cinque. Elisa sarà preoccupata, sono sparita.
"Dove abiti?" chiede
"Qui vicino, puoi mollarmi qui e vado a piedi"
"Scherzi? Dimmi dove devo andare e ti ci porto, se vuoi tornare"
"Ho un po' di sonno" dico
Gli do le informazioni su come arrivare a casa, e lui le segue, arrivando sotto il condominio.
Lo guardo, gli sorrido: "Grazie per stasera"
"Grazie a te, è stato un piacere"
"Domani ci vediamo per il castello eh" rido
"Affare fatto"
Gli do un bacio sulla guancia e scendo dalla macchina. Mi avvicino al cancello e prima di chiuderlo alle mie spalle, lo saluto con la mano.

Senza scappare mai più|| Leonardo DecarliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora