Capitolo 26

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Rimango sbalordita dal suo comportamento. Inizialmente comincio a ricambiare il bacio ma, appena mi rendo conto di cosa sto facendo e soprattutto di cosa sta succedendo, mi allontano velocemente, cercando di liberarmi dalla sua presa, riuscendo nel mio intento.
Afferro velocemente il telefono e l'orologio, caduti sul pavimento, sperando che siano ancora intatti.
Corro velocemente verso lo spogliatoio femminile. Non so cosa sia appena successo. So solo che non mi sarei mai aspettata una cosa del genere.
Arrivo quasi alla soglia della porta tuttavia riesce a raggiungermi, afferrandomi per il polso.

-H-Harry, cosa c'è ancora?
Dico con voce spezzata.

-Niente, volevo solo dirti che non so cosa mi sia passato per la testa, non ci sono motivi per cui avrei dovuto farlo davvero - mi risponde freddamente - Non farti strane idee, non mi interessi. Sei solo la sorella di un mio amico, non sei nessuno per me.

Continua, cercando di convincere più se stesso che me.

-Non mi sembra che ti abbia detto qualcosa a riguardo. Non c'era bisogno che me lo dicessi: lo sapevo già, anche perché è la stessa cosa per me. Se non fossi un amico di mio fratello, in questo momento non starei parlando con te.
Ribatto, chiudendogli la porta dello spogliatoio in faccia.

-Perfetto. Non succederà mai più. Addio.
Sento dire dall'altra parte, per poi avvertire la sua voce brontolare in lontananza.

Al sentire le sue parole, mi appoggio al muro, per poi scivolare lentamente per terra. Non capisco davvero cosa gli passi per la testa. Prima mi urla contro, poi mi abbraccia. Prima mi bacia e poi mi dice 'Addio'.

Vengo distratta dagli oggetti che avevo fra le mani, che ho appoggiato per terra. Guardo l'ora sul display dell'orologio, miracolosamente integro, notando che fra un'ora mi tocca andare a cenare in mensa, dove mi aspetta Niall.

Dopo aver fatto velocemente una doccia ed essermi cambiata, mi precipito in camera del biondo, che sicuramente starà studiando. Una volta aver bussato, aspetto un po', prima che mi compaia davanti il ragazzo, con degli occhiali da vista che gli stanno d'incanto.

-Biondino!
Urlo mentre lo abbraccio, cogliendolo di sorpresa.

-Ehi, ciao anche a te.
Mi sussurra, dandomi un bacio sulla fronte.

-Che fai di bello?
Continuo, buttandomi a peso morto sul suo letto.

-Beh, in realtà, stavo finendo di studiare...
Mi risponde, chiudendo la porta e dirigendosi verso una piccola scrivania, dove vi è appoggiata una lampada con una luce fioca proveniente da essa.

-Ti manca ancora molto? Fortunatamente, per domani, avevo solo due disequazione trigonometriche fratte.
Dico, affondando la testa nel cuscino, dove riesco a riconoscere un profumo che sa di... Niall.

-Oh, io devo finire di fare quattro paragrafi sui mercati imperfetti quindi in venti minuti dovrei aver finito tutto.
Mi risponde, indicando il librone che è posto sul ripiano della scrivania.

-No, scusa, aspetta un secondo: tu mi vuoi dire che riesci ad imparare quattro paragrafi di economia in venti minuti?

-Ehm, sì. C'è qualcosa che non va?
Mi risponde, guardandomi con i suoi occhioni blu che, con quegli occhiali, mi piacciono ancora di più.

-No, nulla di che. Solo che io per imparare tre paragrafi sulla concorrenza perfetta ci ho messo quasi due ore, quindi sì, va tutto bene.

-Sul serio? Immaginavo che ti piacesse economia.
Dice confuso.

-Ehm, non esattamente. Preferisco diritto. Adesso sbrigati altrimenti fra due ore saremo ancora qui.
Dico, tirandogli un cuscino.

-Okay, okay!
Dice, scoppiando a ridere e tirando su gli occhiali che gli erano leggermente scesi.

E mentre parla di oligopolio, monopolio e tutte quelle cose lì, mi perdo nei miei pensieri.
Continuo a ripensare alle parole che mi ha detto Harry. Davvero non sono nulla per lui? Nemmeno io sono stata molto dolce e gentile con lui, anzi, la prima volta che l'ho visto stavo per andare a sbattere contro la sua macchina, dandogli tutte le colpe. Devo dire che, però, ci sono rimasta davvero male al sentire le sue parole, per non parlare del tono freddo e rude con cui ha parlato. In quel bacio non so davvero cosa abbia realmente provato e, sinceramente, mi spaventa saperlo perché non saprei dove andrebbe a finire la risposta. Solo che, sapere che stia vicino a me o nella stessa mia stanza, mi fa sentire sollevata.

-Beth? Ci sei?
Vedo una mano passare davanti ai miei occhi più volte, distraendomi dai miei pensieri.

-Ehi, ci sono, ci sono. - Dico, scattando in piedi - Hai già finito?
Domando, cambiando discorso.

-Già? Sono passati venticinque minuti!
Mi risponde nervoso, passandosi una mano fra i capelli.

-Oh, sì, giusto. Il signor Horan ha terminato di studiare cinque minuti oltre il tempo prestabilito, è uno sfacelo!
Dico, fingendomi preoccupata.

-Sì sì, continua pure a scherzare. Sappi che poi al compito non ti aiuterò.
Scoppia a ridere, tirandomi il cuscino di poco fa.

-Che cosa? No, Campanellino, non puoi fare una cosa del genere, non a me!
Gli punto il dito contro, chiamandolo con il soprannome che usa Ashton.

-Campanellino? No, anche tu no!

-Se mi aiuti al compito, non ti chiamerò mai più così.
Dico con aria di sfida.

-Ah, no, te lo scordi.
Mi risponde, ridendo.

-Campanellino, Campanellino, Campanellino, Campanellino!
Dico, mettendomi a saltare sul suo letto.

-Okay, va bene, ti aiuterò!
Grida sopra le mie urla, facendomi smettere di saltare e facendomi cadere sul materasso.

-Bravo, Campanellino.
Dico, mettendomi nuovamente in piedi sul letto e scompigliandogli i capelli.

-Ehi, non mi stuzzicare o te la dovrai vedere con me e il mio cuscino!
Urla, salendo rapidamente sul letto, tirandomi una cuscinata in faccia.

Trascorriamo i successivi venti minuti a cadere dal letto e tirarci cuscini, fino a quando non vediamo piume sparse per tutta la stanza.

-Okay, credo che questa volta verrò davvero ammazzato da Ashton.
Dice il biondo, guardandosi intorno e sputando una piuma.

-Sì, probabile.
Dico, scoppiando a ridere.

-Credo che sia meglio andare, sistemerò io più tardi.
Mi dice, alzandosi e andando verso la porta.

-Sì, forse è meglio.

Arriviamo in fretta in mensa, dove c'è una confusione assurda.
Il mio sguardo cade subito sul riccio, che è seduto ad un tavolo. La scena che mi costringo a guardare, beh, non è di certo una che mi aspettavo di vedere: Isabelle si è appena seduta al suo stesso tavolo solo che non su una sedia ma sopra di lui. Li vedo da lontano ridere e scherzare, mentre lei lo stuzzica in tutti in modi, mettendo le sue luride mani nei ricci.

-Beth, cosa vuoi prendere?
Niall mi si avvicina, cercando di farsi sentire mentre continuo a fissare la scena che ho davanti.

-Oh, ehm, un pezzo di pizza?
Dico incerta, spostando lo sguardo sul biondo.

-Ottima scelta!
Dice contento, andando verso il bancone, lasciando me, nel mezzo dell'enorme stanza, a guardarmi intorno.

Fly away // h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora