Capitolo 28

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Cerco una via d'uscita da quella posizione tuttavia, ovunque mi giri, trovo sempre dei riccioli castani umidi che mi coprono la visuale.

-Uh? Improvvisamente il gatto ti ha mangiato la lingua?
Mi continua a fissare, con i suoi occhi verdi, mettendomi in soggezione.

-Non ho mai avuto un gatto.
Rispondo, prendendolo in giro.

-A quanto vedo sei rimasta sempre la stessa.

-Oh, beh, sai, non sono passati nemmeno dieci minuti dall'ultima volta che mi hai visto quindi sì, sono sempre la stessa.
Dico frettolosamente, cercando di passare sotto una delle sue forti braccia, ricoperte da tatuaggi, che sorreggono il suo corpo appoggiato al muro dietro le mie spalle. Tuttavia, mi riesce a bloccare in tempo, facendo comparire sul suo volto un ghigno.

-Ripeto: dove hai intenzione di andare, ragazzina?
Mentre mi parla, si avvicina pericolosamente, mettendomi un po' di timore.

-Vorrei andare nella mia camera se non ti dispiace.
Gli dico, guardandolo negli occhi, sfidandolo.

Scuote improvvisamente la testa, in segno di disaccordo, facendo cadere delle piccole goccioline d'acqua sul viso. Mi sorprende il fatto che i suoi capelli siano ancora bagnati. Gli ho davvero buttato molta acqua in faccia?

-Oh, no, tesoro, tu non vai da nessuna parte.

-Oh, ma davvero? Cosa vuoi che facciamo altro tempo qui? Non è meglio che tu vada nella tua stanza ad asciugare i capelli? Sai, non vorrei che prendessi freddo.
Parlo, porgendogli un sorriso falso. Approfitto del momento in cui si passa una mano fra i ricci per scappare, correndo in un modo piuttosto bizzarro per tutto il corridoio. Forse mi sarebbe servito davvero correre ed allenarmi nell'ora di educazione fisica dal momento che, in meno di qualche secondo, mi raggiunge, afferrandomi per il polso. L'unico piccolo grande problema è che, poiché stavo correndo, bloccandomi improvvisamente, finisco per cadere su di lui che, di conseguenza, raggiunge velocemente la superficie del pavimento, con me sopra.

Vedo un'espressione strana comparirgli sul volto così, così mi alzo improvvisamente dal suo petto, prima che mi urli contro.
Scappo verso la mia camera, fermandomi all'improvviso. Mi volto, vedendolo ancora per terra, mentre continua a passarsi ripetutamente la mano in un punto ben preciso della testa. Perciò, sentendomi in colpa, ritorno da lui lentamente, per poi aiutarlo ad alzarsi.

-S-scusami, non l'ho fatto di proposito, solo che t-
Mi blocca, appoggiando l'indice della sua mano sinistra sulle mie labbra, facendomi capire di stare in silenzio.

-Non preoccuparti, non è successo nulla. Dai, andiamo.
Dice sinceramente, sorridendomi leggermente per poi tirarmi per un polso.

-Dove stiamo andando?
Dico preoccupata.

-Verso la tua camera, no?

-Oh, sì, giusto.
Rispondo, guardandomi i piedi.

Una volta arrivati davanti la porta, busso, sperando che ci sia Cassidy e che mi apra velocemente. Passano dei secondi di puro imbarazzo, tant'è che non oso alzare lo sguardo da terra, tuttavia dall'interno della stanza non proviene alcun rumore: non c'è nessuno. Prendo, così, la chiave dalla tasca dei jeans, cercando di infilarla il più velocemente possibile. Fortunatamente riesco subito nell'impresa, sebbene il corridoio non sia ben illuminato. Mi giro lentamente verso Harry, che continua a fissarmi come se avessi qualcosa che non va.

-Harry, tutto bene?
Domando curiosa, passando ripetutamente davanti il suo viso una mano per attirare l'attenzione.

-Uhm? Oh, sì, nessun problema.

-Sicuro?

-Sì, mi sono solo ricordato che domani ho da svolgere il compito di francese, anche se non so nulla. Salutami il biondino!
Dice, per poi voltarsi e dirigersi verso la rampa di scale posta all'inizio del corridoio.

Fly away // h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora