Capitolo 50

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Sono trascorsi un bel po' di giorni da quella splendida serata sopra l'intera capitale inglese ricoperta da candida neve ma, nonostante ciò, mi sembra ieri che sia stata la notte di Capodanno più bella dei miei diciotto anni di vita (escludendo ovviamente gli eventi meno piacevoli).
Ahimè, le vacanze invernali sono terminate già da un po', tanto che guardo un po' incredula "23 gennaio 2018" sulla schermata blocco del telefono dopo aver interrotto l'allarme della sveglia.

-Cassidy, svegliati, è meglio cominciare a prepararsi.
Scuoto lievemente la mia amica, ancora imbacuccata nel suo letto fin sopra la testa.
Ricevo come risposta un suo mugolio, girandosi poi dall'altra parte del materasso. Scuoto la testa alla vista della scena, ridendo per la sua solita abitudine mattutina.

Prendo dal mio armadio la mia coperta di pile, che dopo qualche secondo avvolge il mio corpo, e mi avvicino lentamente alla vetrata del balcone della camera, osservando gli alberi del giardino del college colmi di neve, così come i davanzali delle finestre delle stanze del blocco di dormitori di fronte a questo.

Dopo un paio di minuti apro il mio armadio, prendendo un paio di jeans e una felpa azzurro cielo, con un cuore di paillettes dorate sul davanti. Infilo velocemente degli stivaletti, per poi preparare i libri mancanti da portare nell'armadietto.

-Oh mio Dio, fra dieci minuti ho il compito di filosofia.
Scoppio a ridere quando sento la voce roca e terrorizzata di Cassidy, seduta sul letto con i capelli scompigliati e il pigiama tutto storto.

-Ti avevo detto che un giorno di questi non ti avrei svegliata.
Dico sghignazzando, mentre stacco il cavo del caricabatterie dal telefono per poi prendere anche le chiavi della camera e sparire dalla vista della mia amica, prima che mi uccida.

Vago fra i corridoi mentre scorro in modo molto distratto la home di Instagram, soffermandomi poi su una foto da poco pubblicata da Emily. Alla vista di Zack Bolton faccio scivolare sbadatamente uno dei libri che tengo stretti vicino al petto sul pavimento, rabbrividendo davanti ai suoi occhi e alle sue labbra. "Ottima serata con ottimi amici. Modo perfetto per iniziare questo 2017! #oldphoto" scrive la ragazza, con un sorriso a trentadue denti tra il capitano della squadra di basket e la sua ciurma.

Dopo quella sera non ho più sentito Emily, né lei mi ha cercata per chiedere che fine avessi fatto, cosa che invece ha fatto Niall, che a breve avrebbe chiamato anche le forze di polizia.
Da parte sua mi sarei aspettata almeno un semplice messaggio, e invece non me ha mandato nemmeno uno per augurarmi buon inizio anno.

Riesco a distogliere lo sguardo dall'immagine solo quando vedo qualcuno abbassarsi, prendendo il libro caduto.

-Ciao Liam, grazie.
Dico distrattamente, prendendo il volume di storia dalla sua mano.

-Tutto bene, Beth? Sembra che tu abbia visto un fantasma.
Mi domanda il ragazzo dagli occhi color nocciola, poggiandomi una mano sulla spalla. Rabbrividisco al contatto, cominciando ad agitarmi.

-N-no, va tutto bene, Liam, grazie. Ora devo andare, si sta facendo tardi. Ci... ci vediamo in giro.
Dico nervosamente, superandolo subito e raggiungendo l'aula di storia senza distrarmi nuovamente.

Non appena varco la soglia della stanza trovo al mio banco Niall, con la testa appoggiata contro il muro mentre tamburella nervosamente la sua penna su una decina di fogli davanti a sé.

-Essere o non essere, questo è il problema.
Cito Shakespeare una volta seduta accanto al ragazzo, fingendomi pensierosa come lui. Solo al sentire le mie parole si rende conto del mio arrivo, ribaltando in modo disordinato ogni foglio, per poi incrociare le braccia e metterle sopra il piano del banco.

-Niall, se il mio compleanno non fosse stato ad agosto, penserei che tu mi stia organizzando una festa a sorpresa.
Ammicco mentre assume un'espressione birbante sul viso.

Fly away // h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora