Chapter 42

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Continuo a fissare senza batter ciglio l'azzurro ora cupo degli occhi del biondo che, però, non riescono a guardare i miei.

-Dannazione, Niall! Guardami!
Mi innervosisco, alzandomi dal pavimento e raggiungendolo quasi in altezza.

-Beth, io non...
Farfuglia, mentre sposta lentamente lo sguardo su di me.

-Niall, esigo una spiegazione. Ora.
Parlo senza un cenno di allegria come di solito faccio, cercando di non pensare alle più assurde soluzioni o risposte che mi vengono in mente.

-Beth, credimi, non è come sembr-
Lo interrompo rabbiosa, per poi ridere istericamente.

-Non è come sembra? E allora come dovrebbe sembrare? Dai, sentiamo!
Alzo la voce, gesticolando e camminando su e giù per la stanza, cercando di non passare sopra alla miriade di fogli sparsi per terra.

-Credimi, Elizabeth. Non posso dirti nulla, ma non ho intenzione di far del male a nessuno. Ti prego, è la verità.
Sussurra, percependo la tristezza nella sua voce.

-Niall, mi spieghi come faccio a crederti dopo aver visto tutto questo?
Parlo con più calma, indicando poi tutto il contenuto dello scatolone riversato sul pavimento.

-Beth, n-non ho mai fatto del male a qualcuno in tutta la mia vita. Come potrei farlo a te?
Si avvicina lentamente a me, non curante del fatto che cammina su fogli che, a quanto pare, gli servono. Quando è a pochi centimetri da me, appoggia le sue mani sulle mie gote, cercando il mio sguardo che, però, è altrove.

-Elizabeth, guardami, ti prego.
Sussurra con voce appena percepibile e quando incontro i suoi occhi che minacciano di lasciar uscire lacrime, capisco che non sta mentendo. Non so per quale motivo abbia tutto quel materiale su di me e i ragazzi ma sono sicura che non abbia nessuna cattiva intenzione.

-Beth, ti prego, i-io non vog-
Lo interrompo nuovamente, abbracciandolo, stringendo la sua maglia di cotone bianco.

-Scusami Niall, non avrei mai dovuto dubitare di te. Se hai tutte quelle cose sarà per buone ragioni ma, ti prego, un giorno mi dirai il motivo?

-Te lo prometto. Appena arriverà il momento ti dirò tutto.
Risponde, una volta lontano da me.

-E mi dirai anche cosa c'è scritto su quel foglio, vero?
Dico più allegramente, indicando la borsa in cui poco prima ha inserito il foglio che avevo iniziato a leggere.

-Sicuramente.
Risponde semplicemente, regalandomi un suo splendido sorriso.

Trascorriamo i successivi trenta minuti a raccogliere tutto dal pavimento e a prendere le ultime cose necessarie.

-Credo di aver preso tutto - dice guardandosi intorno - Sarà meglio andare. Il taxi mi starà aspettando all'entrata.
Continua, afferrando poi una valigia dopo aver caricato la chitarra sulle spalle.

-Hai bisogno di un aiuto?
Gli chiedo, prendendo il borsone che, però, poi afferra lui.

-Non preoccuparti, Beth, posso farcela da solo. Grazie per tutto.
Mi sorride mentre ci dirigiamo verso la porta.
Mi domando dove sia finito Ashton, fra poco dovrebbe andar via anche lui. Probabilmente starà aiutando qualche ragazza con le sue valigie, e la starà salutando come si deve.

-Posso accompagnarti almeno all'ingresso?

-Va bene, come vuoi.
Risponde tranquillo, mentre arriviamo velocemente all'ascensore che, fortunatamente, arriva subito.

Fly away // h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora