Copro Way di sborra

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La mattina inizia quasi bene.
Josh mi dà il pacchetto di sigarette che mi deve, con una pacca sulla spalla. Non gli chiedo nemmeno se è stato da Tyler, so già che l'ha fatto perché è felice come un coniglio di Pasqua in calore e sembra che il mondo all'improvviso sia fatto di unicorni e zucchero filato per lui.
Arrivo presto, come ogni mattina, verso le sette e mezzo, così mi siedo in mensa con lui, Ray e Brendon, trascinandomi dietro la borsa di plastica con il vulcano e tutto l'occorrente. Le lezioni non cominceranno prima di un'ora, e in genere le inservienti ci servono del caffè che sa di acqua e, quando siamo fortunati, anche dei cereali mollicci che sembrano il mangime che i contadini delle pianure deserte Canada danno al pollame, se mai in Canada esistono pianure con contadini e galline.

- Mh, domani comincia il corso di educazione sessuale - osserva Josh, senza una particolare intonazione che possa lasciar intuire il suo parere, guardando con diffidenza la bevanda che Brendon ha spinto verso di lui, disgustato.

Josh non sa niente della scenata di Ray, ieri, ma io sì, così corro ai ripari: immediatamente lo fulmino con lo sguardo e gli tiro una gomitata per avvertirlo, ma è troppo tardi.

- Eh già. Josh, ti rendi conto? Con Way! WAY! Ieri ne abbiamo parlato tutto il temp...

Tappo la bocca di afro-boy con una manciata di cereali-mangime giallognoli, e lui li sputa tutti sul tavolo, fissandomi storto.

- Sarebbe andato avanti a parlarne per ore, altrimenti - spiega Brendon, che si guarda attorno in cerca di Ryan sistemandosi la cravatta dell'uniforme e sorridendo, sicuro di sè.

- Quando la smetterai di tormentarlo e gli darai qualcosa di serio? - gli chiede Josh, inarcando un sopracciglio.

- Intendi il cazzo? - domanda, in maniera molto diretta, con un sorrisino... beh. Da zoccola.

- Ehm... - Josh lo guarda con un'espressione indecifrabile.

- Tesorino, il mio pene se lo deve guadagnare. E poi è bene farsi desiderare un po'... giusto per farlo impazzire... - ridacchia, poi lo vede e gli fa segno di venire da lui arricciando un dito e gettandogli un bacino impercettibile, da lontano.

- Per l'amor di Dio, esistono le classi vuote - borbotta Ray, sistemandosi i capelli ribelli e sospirando.

Il mio telefono vibra, guardo e indovina chi è? Mikey.

- Pronto - dico, senza nemmeno toccare il mio caffè.

Un colpo di tosse che già preannuncia un problema catastrofico, e poi sento la sua voce, gracchiante e nasale:

- Frank. Ho trentanove di febbre - risponde, come se fosse un saluto.

Bene, ora sono nella merda.
Grazie vita.

- Oh.

Dovrò esporre il Grande Vulcano Felice completamente solo. Davanti alla Pumpleplum, che sarà dietro di me a tossire e schiarirsi la gola ogni tre fottuti secondi facendomi innervosire.
Non che mi spaventi tanto fare il lavoro di scienze senza un aiuto, ma a me piace avere un compagno a fianco, giusto nel caso le cose andassero male o ci fosse qualcosa da spiegare che io non so.
E poi Mikey è uno sveglio, più o meno... insomma, abbiamo fatto quel progetto insieme, ma di sicuro lui ne sa molto più di me.

Comunque, non posso farci niente. Questo è il momento in cui la mia giornata si rovina. Tenetelo a mente. Succede praticamente ogni giorno nella mia vita.

Ma perchè? Perchè a me?

- Mi spiace, amico - gracchia, sbuffando, interrompendo i miei pensieri.

𝐬𝐜𝐡𝐨𝐨𝐥 • 𝒻𝓇𝑒𝓇𝒶𝓇𝒹  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora