Panna montata, pali portatili e abat-jour a luci rosse

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Per tutta la mattina siamo rimasti seduti sulla tavola da surf, parlando un po', fino a che la pelle calda e salata di Gerard non mi ha fatto il suo solito effetto soporifero e mi sono rannicchiato su di lui per dormicchiare. Mi ha svegliato quando siamo dovuti per forza tornare a riva.

- Scusa, mi sono addormentato - ho detto, arrossendo un po'.

- Non è niente, Frankie. È bello essere il tuo materasso - mi ha fatto l'occhiolino, poi mi ha baciato e abbiamo remato con le mani fino alla spiaggia.

Dopo aver ascoltato ogni cosa, a cena, da brava pettegola, Brendon ha deciso che ci serve una bella nottata solo per noi due.
Tra l'altro, Linzarda è ancora al pronto soccorso in attesa della sentenza (ha due o tre dita rotte, penso) quindi l'occasione è ottima. Nessuno potrebbe romperci i coglioni, e avremo a disposizione tutta la notte.
Dopo aver deciso che non volevo cenare con cavoletti e polpette mollicce di pesce, quindi, Brendon, trascinandosi dietro il suo borsone da spiaggia pieno di attrezzatura varia, mi ha trascinato alla reception mentre tutti stavano ancora finendo il secondo, ha distratto la segretaria con il suo bel sorriso, parlandole molto vicino al viso e scompigliandosi un po' i capelli, e io intanto ho preso le chiavi di scorta della camera di Gerard con la maestria di un borseggiatore, senza nessun problema.
Adesso siamo sulle scale, correndo nonostante i nostri polmoni respirino bene come quelli di Hazel Grace Lancaster, dato che siamo in uno dei piani più alti.
Finalmente arriviamo nel nostro corridoio, cerchiamo velocemente la porta e facciamo irruzione, mentre Brendon comincia a spiegarmi il suo piano, che in parole povere consiste nel rendere quella stanza una specie di bordello.

- E l'unica puttanella presente sarai tu, tesoro - schiocca la lingua, poi si chiude la porta alle spalle e cominciamo a darci da fare.
Per prima cosa montiamo il mio palo portatile davanti al letto, Brendon lo fissa con una sorta di trapano alla moquette, scrollando le spalle e dicendo che almeno quello stupido albergo si ritroverà con un pezzo d'arredamento unico e inimitabile.

- Ma è il tuo palo, sei sicuro di...

- Frank, amorino bello. Io ne ho altri sette a casa, non preoccuparti - mi fa un buffetto sulla guancia, poi continua a usare il trapano come se niente fosse. A dire la verità non so manco da dove lo abbia tirato fuori, ma tutti sanno che Beebo è una sorpresa continua.

- Ragazzi, questo letto è enorme - commento, guardandolo ad occhi sgranati. È matrimoniale, e grande, cioè, gigantesco.
Qui mi potrò sbizzarrire di sicuro, uh.

- Ehi! Il materasso è più comodo dei nostr...

- Zitto e comincia a spogliarti, troietta innamorata - mi interrompe, sbrigativo.
Dobbiamo fare il più in fretta possibile, abbiamo più o meno dodici minuti prima che tutti salgano.
Sbuffo, e comincio a togliermi tutto, tranne che i boxer. Brendon intanto stacca la presa della lampada "per prostitute da quattro soldi come Lindsey" e ci attacca un'abat-jour a luci rosse.
Poi stacca anche la presa della sveglia elettronica sul comodino accanto al letto e ci mette un'altra abat-jour uguale.
Fa così per almeno altre due prese dell'elettricità, poi mi guarda e inarca un sopracciglio:

- Via i boxer, ciccio - ridacchia, poi prende la panna montata spray da un termos che l'ha mantenuta fredda e la agita, con l'aria di chi si sta divertendo proprio tanto.
Mi tolgo anche l'intimo, e poi mi stendo sul letto, aspettando che l'ultima mossa sia completa.

- Quanto manca? - domando, impaziente.

- Due minuti. Cominciamo - agita di nuovo il contenitore e poi lo apre, infine si avvicina a me e comincia a mettermi due riccioli di quella roba sui capezzoli.

- Non sei in imbarazzo, vero? - domanda, concentrato.

- Naa - scuoto la testa - In fondo, sei il mio migliore amico. E mi hai già visto nudo.

𝐬𝐜𝐡𝐨𝐨𝐥 • 𝒻𝓇𝑒𝓇𝒶𝓇𝒹  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora