Pomeriggio tra besties a casa Urie

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Appena ho detto a Brendon che Way e io quel pomeriggio molto probabilmente avremmo comunicato via internet, lui mi ha letteralmente obbligato ad andare a casa sua, perché vuole assistere alla cosa, in quanto mio maestro di vita. Sento il bisogno impellente di parlare a qualcuno di Gerard e me, e Beebo mi sembra la scelta più logica: sa già di noi, e penso che Ryan e lui siano abbastanza simili a me e Gee. Senza contare che Gee è fidanzato, mio professore e fratello di Mikey il che rende tutto più complicato del previsto.

- Brendon, è privato, capisci... - cerco di spiegare, all'uscita da scuola. Non che non voglia fargli vedere i nostri messaggi, per carità, ma la sento come una cosa... nostra. Ecco, nostra.
Speciale. Di nessun altro.
Lui mi interrompe, prendendomi per un braccio e trascinandomi via:

- Privato una minchia, ora tu vieni a casa mia e stai zitto, piccola zoccola. Le ragazze hanno sempre un'amichetta che le sostiene quando il boyfren comincia a bussare alle porte. E tu hai bisogno dei miei insegnamenti e dei miei consigli.

E così mi ritrovo a casa Urie, con il cellulare alla mano e adrenalina a mille.
Dopotutto Brendon, contrariamente a quanto si possa pensare, è molto discreto, se gli si chiede di farlo. Ed è uno dei miei migliori amici, oltre che l'unica persona che sa veramente cosa sta succedendo tra me e il nostro prof di arte.

Sua madre mi sorride, appena metto piede in casa (forse mi crede ancora etero e innocente, dato che ha perso le speranze con il figlio quando il pancione durante la gravidanza si è tinto di arcobaleno e quando ha perso le acque ha visto una confezione di lubrificante al pelo di lamacorno uscire prima del bimbo), ci dà una "piccola merenda" che consiste in una fetta di crostata da mezzo chilo ciascuno e poi, a costo di farmi sboccare la torta nella sua vasca glitterata, Beebo mi conduce in camera sua trascinandomi su per i gradini mentre ancora sto cercando di impedire alla marmellata di uscire dalle mie orecchie.

- Hai il telefono carico al massimo, vero? - appena chiude la porta, mi aggredisce, in fibrillazione, con almeno tre cavi per caricatori alla mano. Uno è persino rosa.

- Sì, certo, non devi...

Comincia ad attaccare fili ad altri fili, e io non ci capisco più una minchia.

- Non preoccuparti, ho tre caricatori portatili. E se si scarica dammi la tua password così puoi entrare dal mio telefono, oppure possiamo collegarlo con un cavo USB al pc - mi fa sedere sul letto (diamine, ha le coperte leopardate, e posso immaginare le schifezze che ha fatto con Ryan lì sopra), poi, con il cuore in gola e la sua faccia sulla spalla, guardo il messaggio che ho ricevuto dal contatto che ho salvato come Gee.

Hey, Frankie, perché non possiamo scriverci solamente per messaggio? Poi potrei eliminarli.

- Madò, ma quanto si vede che è vecchio - sbuffa Brendon, incrociando le braccia al petto e sistemandosi i capelli.

Alzo gli occhi al cielo, con un sorrisino a metà tra il divertito e l'offeso:

- Non è vecchio - ribatto, indispettito.

- Non ha nemmeno presente la magia del direct! Nei messaggi le foto ci mettono tre ore a caricarsi, cazzo - prende il mio telefono, guarda e poi sgrana gli occhi:

- NON VI STAVATE NEMMENO SCRIVENDO SU WHATSAPP! SACRIPANTE! - grida, coprendosi gli occhi come se fosse stato commesso un sacrilegio tipo animalier e borchie o Enzo Miccio senza la roba in pandan.

- Beebo, per...

- No, "per" niente. Adesso gli dici di muovere il culo e installare Instagram - sbatte le palpebre alla velocità della luce, guardandomi con la bocca arricciata.

𝐬𝐜𝐡𝐨𝐨𝐥 • 𝒻𝓇𝑒𝓇𝒶𝓇𝒹  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora