La frase del calabrone tumblr

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- Uff, le proiezioni ortogonali mi escono di merda - Ray, di fianco a me, è letteralmente sul punto di lanciare fuori dalla finestra la matita a scatto.
Scrollo le spalle.
Non sono mai stato un genio in tecnica (tipo Oli che fa le tavole in mezz'ora e sono fottutamente perfette) ma me la so cavare. Di sicuro meglio di disegno libero, quello ci ho rinunciato.

- Cinque solidi in due ore manco morto - commenta Ryan, dietro di noi.

- Certo, senza il mio matitino l'impresa è impossibile! - afro-boy sospira, scuotendo la testa.

- Ehi, il mio amorino stava per soffocare. Che minchia avremmo dovuto fare? Lasciare che una creatura così bella morisse a causa di uno stupido pezzo di legno e poi tagliargli la gola per recuperare il tuo matitino? - Brendon gli lancia un'occhiataccia - Mai.

Stringe a sé il suo fidanzato per sottolineare il concetto.
In tutto questo, io guardo di sottecchi Way, che, dopo averci mostrato le sue divine chiappe per dieci minuti di spiegazione alla lavagna, si è seduto alla cattedra, rivolgendo attenzione solamente a quelli che chiedevano qualche consiglio per la tavola.
Ogni tanto mi lancia qualche occhiata, e io, di rimando, gli sorrido.
Dopo ieri mattina, quando ci siamo parlati in mensa e la Ballato ci ha interrotto con la sua stupida borsa-pellicano, non ho più avuto occasione di parlargli in alcun modo.

È il momento di osare?
È lì tranquillo, adesso non sembra affatto impaziente o cose simili. Lo fisso un po', cercando qualche indizio che mi spieghi cosa devo fare ora.

- Vero, Frank? - domanda Andy, dal fondo della classe, sottovoce, mentre, distrattamente, traccia qualche linea sul foglio.

- Cosa? Jennifer Lopez in costume da bagno? Conigli giganti? - mi guardo attorno, con la vaga sensazione di aver perso almeno dieci minuti di conversazione.

- Frank, hai un po' di saliva sul banco - osserva Ray, alzando in aria il compasso e guardandomi con sospetto.

- No. No, è... - la pulisco in fretta con la manica della felpa - È acqua. Guarda che è acqua.

Inarca un sopracciglio, poco convinto:

- Ehi, ho capito che il nostro prof è sexy e ti distrae, amico, ma diamine, avete trombato o cosa? - sa capire quando mento, e sa capire anche a cosa sto pensando.

Comincio a sudare freddo, tremo e non so nemmeno cosa dire.
No, non abbiamo scopato, io avevo solo il mio pene nel suo culo! Avevamo molto caldo e per sbaglio siamo finiti nel letto di casa sua e ci siamo baciati, ma per sbaglio, lo giuro, poi il suo pettirosso ha preso il volo e, beh, ci siamo bagnati un po'.

Ray mi guarda, attendendo una spiegazione. Che devo dire, adesso?

- Iero - in quel momento Way mi chiama, guardando un paio di anonimi fogli sulla cattedra - Nello sgabuzzino di arte, a destra, sulla mensola, c'è uno schedario azzurro. Lo andresti a prendere, per favore?

Mi guarda, innocentemente.
Non sembra avere intenzioni strane.
Ma io ce le ho.
Oh sì.

Così mi alzo, prendo le chiavi, gli sorrido, dico "certamente", poi vado fuori dalla classe e mi fermo: il mio piano diabolico è perfetto.
Aspetto qualche minuto, poi, dopo essere rimasto fermo in corridoio come un pirla, con le chiavi in mano, riapro la porta, cacciando dentro solo la testa:

- Professore, non lo trovo - annuncio, con aria un po' stupida.
Certo, non ho nemmeno provato a cercarlo. Non sono nemmeno andato in quello sgabuzzino, se tanto vuole saperlo.

Alza gli occhi al cielo e sospira, poi rinuncia a stare seduto comodamente e viene verso di me:

- Se combinate qualche guaio, abbiamo ancora tempo per una verifica di storia dell'arte abbastanza divertente - sorride, perfido - Jackie, mi riferirai il comportamento della classe appena tornerò.

𝐬𝐜𝐡𝐨𝐨𝐥 • 𝒻𝓇𝑒𝓇𝒶𝓇𝒹  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora