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Quando Amber disse quelle parole, Ewan la fissò con uno sguardo carico di confusione. Cosa intendeva dire con ciò? Qual era il vero motivo che l'aveva spinta a raccontargli la verità sul Progetto Omega? E perché aiutava lui e Michael a scappare dalla struttura?
<< Allora? Vieni o no? >> lo chiamò la ragazza, la quale se ne stava in piedi nel bel mezzo dell'andito.
<< Sì. Sì, arrivo. >> disse Ewan, uscendo dai condotti dell'aria in cui era stato fino a pochi secondi prima. Inizialmente non si accorse del fatto che il corridoio era deserto, ma quando ci fece caso si guardò attorno turbato << Ma che...dove sono tutti? E le guardie? >>
Amber era stupita quanto lui << Mi stavo chiedendo la stessa cosa. >>
Ewan iniziò a camminare lungo il corridoio, tenendo la bocca schiusa per la sorpresa: le allarmi erano state disattivate, mentre sia i controllori che gli impiegati del Settore erano scomparsi. Appunto per questo, il ragazzo non poté fare a meno di domandarsi cosa fosse accaduto. Dov'erano finiti tutti? Ma soprattutto...il suo migliore amico come stava? Non gli avevano fatto del male, vero?
<< Michael. >> mormorò infatti, in preda alla paura che gli fosse accaduto qualcosa. Lui e Amber si scoccarono uno sguardo per un istante, dopodiché si precipitarono di corsa nella camera in cui avrebbe dovuto trovarsi il compare. E per loro fortuna era ancora lì, seduto sul suo morbido materasso in lattice come avrebbe fatto in una giornata normalissima, in particolare dopo un lungo e pesante pomeriggio di lavoro.
<< Grazie a Dio! >> Ewan sospirò di sollievo nel vedere che Michael era sano e salvo.
<< Eccovi,finalmente! Credevo che vi avessero beccati! >> sbottò successivamente il ragazzo, per poi abbandonare il suo computer sul letto disfatto. L'elaboratore elettronico era ancora acceso, ma Michael sembrò dimenticarsene del tutto non appena li vide varcare la soglia della camera << Cavolo, amico, non sai quanto sia felice che tu stia bene! >>
<< Credimi, lo sono anch'io. >>
<< Allora? Che è successo lì fuori? >>
<< Io, noi... >>
<< Ragazzi, >> Amber si trovava a fianco della finestra della stanza, e stava tenendo fra le dita della mano sinistra una delle tende azzurre. Era pallida in viso, fatto che preoccupò molto sia Ewan che Michael << Credo di aver trovato gli altri. >>
I due ragazzi si avvicinarono lentamente alla spessa lastra di vetro che li separava dal mondo esterno, e ciò che videro li fece paralizzare di colpo: guardie e lavoratori provenienti da ogni Settore correvano da una parte all'altra del cortile, stringendo fra le mani pistole e fucili. Alcuni di loro sbraitavano come pazzi, altri piangevano per via della disperazione, altri ancora pareva quasi che sparassero al vuoto, come avessero appena visto un fantasma... Ewan scorse anche dei corpi morti fra la folla; chiazze di sangue erano sparse ovunque e tingevano di rosso la terra arida dell'aia. Il buio faceva sembrare nero il liquido ematico e conferiva un'aria spettrale alla scena, resa ancora più sinistra dalle poche luci che illuminavano la zona più vicina al complesso. Poco più là, si intravedevano le sagome delle siepi, degli alberi, delle piante che costellavano il verde e rigoglioso giardino, ma in alcuni punti l'erba era strappata o macchiata di sangue, e lo stesso valeva per il resto della vegetazione presente. Talvolta si scorgevano anche dei brandelli di stoffa a terra, mentre il susseguirsi degli spari quasi copriva le strilla di disperazione nell'aria. Se mai una qualsiasi visuale fosse stata capace di rappresentare un girone infernale, quella sarebbe di sicuro stata tra le più azzeccate.
<< Ditemi che sto sognando. >> bofonchiò Michael. Anche la sua pelle era diventata più cerea alla vista di tale scena, tanto da poter essere paragonata a quella di coloro che erano appena morti nel cortile. Cosa poteva essere successo di tanto terribile? Qual era la causa scatenante di tutto ciò che, purtroppo, stavano vedendo?
<< Chi li ha uccisi? >> Ewan indicò i cadaveri con fare nauseato. Ogni volta che i suoi occhi assistevano ad uno spettacolo raccapricciante come quello, la bile gli risaliva in gola e bruciava quanto un'ardente vampata di fuoco.
Amber, al contrario, osservava quel massacro senza lasciar trasparire niente di sé e del suo stato d'animo << I Sopravvissuti. Poco tempo fa, il dottor Campbell ci ha parlato di loro. Ha detto che ci odiano, che vengono qui per cercare di distruggere il dipartimento e... >>
<< E? >> Ewan la incitò a continuare la frase.
<< Forse ci odiano per un motivo. Forse sanno la verità su questo posto. >>
<< Dove vuoi arrivare? >> intervenne a quel punto Michael, il quale non sembrava riporre molta fiducia in lei. Non la conosceva bene, infatti, e lui riteneva che questo fosse un ottimo potevo per non affidarsi ciecamente alla ragazza, poiché avrebbe potuto escogitare, pensare e fare di tutto. Per quanto ne poteva sapere, avrebbe persino potuto sbarazzarsi di loro per i propri benefici e la propria salvezza.
<< Se vogliamo davvero fermare Campbell, dobbiamo andarcene da qui. >> la ragazza estrasse una carta magnetica con piccoli filamenti ramati << Adesso. >>
<< Ti fidi di lei? >> stavolta Michael si rivolse all'amico, pronto ad accogliere la sua risposta. Non gli importava quale essa fosse né quali sarebbero state le conseguenze: se Ewan avesse preferito andarsene, lui non lo avrebbe fermato né abbandonato. Anzi, gli sarebbe stato accanto come aveva sempre fatto, perché era come un fratello per lui. Non avrebbe mai potuto immaginarsi una vita senza quel ragazzo, il quale aveva fatto così tanto per lui e non lo aveva abbandonato  fino ad allora per niente al mondo.
<< Lei è una delle poche persone di cui mi fido davvero. >> fu quello che disse il biondo dopo qualche minuto di silenzio. Non la conosceva poi così bene, però c'era qualcosa di buono in lei e lo sapeva con certezza.
Allora, Michael annuì, improvvisamente pieno di determinazione << Andiamo. >>

* * *

Amber saltò fuori dalle tubature del Settore Delta, sempre tenendo la tessera stretta fra le mani << Eccoci. In fondo al corridoio ci sono le sale di sperimentazione. >>
<< Sei sicura che funzionerà? >> chiese Ewan, scivolando via dallo spazio angusto in cui aveva strisciato per più di un'ora. Non voglio più sentir parlare di condotti dell'aria per un bel pezzo; pensò, i muscoli che sopportavano sempre meno i continui spostamenti che stavano effettuando. L'Emergency Department non era esattamente il luogo più piccolo in cui potessero lavorare, motivo per cui spostarsi da una parte a un'altra si rivelava essere davvero faticoso per chiunque, anche per coloro che erano più abituati della media. Ed Ewan sosteneva di essere decisamente nella media.
<< Sicurissima. >>
<< Non potevamo usare l'ascensore? >> brontolò Michael, il quale era intento a massaggiarsi la schiena come un ottantenne afflitto da forti dolori fisici. Ewan trattenne una risata, soffocandola, ma non poté nascondere l'espressione divertita sul suo viso.
<< No! >> lo zittì Amber con tono duro. Per lei quello non era il momento più adatto per scherzare e fare stupide battutine, considerando che molte vite erano a rischio quella notte, le loro comprese.
<< Cavolo, che aggressività... Secondo te ha le sue cose? >> domandò Michael, mentre cominciava a dirigersi verso la porta che li avrebbe portati nelle sale di sperimentazione. Ewan scoppiò a ridere senza dire una parola, dopodiché lo superò e raggiunse Amber << Che c'è? Ho detto qualcosa di male? >>
<< Idiota. >> mugugnò la ragazza, avendo udito ciò che Michael aveva detto.
<< Guarda che ti sento! >>
<< Era quello che volevo! >> sbottò lei prima di arrivare in fondo al corridoio: di fronte a loro si ergeva una porta a scorrimento, la quale era attraversata da una fessura verticale di circa dieci centimetri. Amber vi passò la carta magnetica ed essa si aprì subito dopo << Qualsiasi cosa accada non toccate niente, chiaro? >>
<< Chiaro. >> ripeterono all'unisono ambedue i ragazzi, consapevoli del fatto che se avessero fatto un passo falso il loro piano sarebbe andato in fumo. Perciò, per evitare di commettere sbagli, le avrebbero dato retta.
<< Bene. Seguitemi. >> la giovane indicò con un cenno del capo l'interno della misteriosa ala, conosciuta per i numerosi esperimenti svolti al suo interno. Ma quelli erano segreti e di grande importanza, a differenza dei semplici test di microbiologia e chimica organica effettuati nel Settore Beta. Ewan fece un passo in avanti, entrando nella stanza che tanto aveva sognato di vedere: c'erano dozzine di tavoli d'acciaio disposti con ordine, sui quali giacevano un'infinità di oggetti e sostanze differenti. Microscopi, bisturi, termometri, batuffoli di cotone, pasticche di varie misure, provette contenenti liquidi variopinti, macchinari capaci di svolgere ogni tipo di analisi esistente...
<< Wow. >> sussurrò Ewan, incantato dagli strumenti che lo circondavano. Sfiorò lo schermo opaco di un computer con la punta delle dita, dopodiché il suo sguardo ricadde su un fascicolo posto di fronte ad uno dei contenitori in vetro. Vi erano scritte poche parole, ma furono così sconcertanti che gli mozzarono il fiato:

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