<< Inganno? >> domandò Michael, il migliore amico di Ewan, masticando le sue patatine fritte come se stesse per morire di fame. Il compagno di stanza non parve nemmeno sentirlo, infatti continuò a piluccare con la forchetta la gustosa bistecca che aveva nel piatto, immerso nei suoi pensieri << Davvero? >>
<< Sì. Amber non può aver mentito su una cosa del genere. >> Ewan smise di guardare il suo piatto e puntò le sue iridi verde smeraldo in quelle dell'amico << È un argomento troppo serio per essere uno scherzo. >>
<< Come fai ad esserne sicuro? >>
<< Non lo sono. E questo è il motivo per cui ho deciso di incontrarla dopo cena. >>
<< Dopo cena? Ma sei impazzito? Sai che non si può vagare per la struttura senza un'autorizzazione firmata e convalidata! >> brontolò Michael, mentre i capelli rossicci gli ricadevano sulla fronte aggrottata. Anche se prendeva costantemente in giro il compare e lo derideva, era la persona a cui voleva più bene e non voleva che si cacciasse nei guai. In breve, in alcune occasioni si comportava un pò come una mamma ansiosa e protettiva. Essendo il suo migliore amico, non poteva essere altrimenti, no? Chi si sarebbe preoccupato per quella testa di rapa, se non lui?
<< Lo so. Ma ho un complice molto abile che mi darà una mano. >> Ewan fece una smorfia sorniona, in attesa che Michael capisse a chi si stava riferendo. Non ci volle molto affinché accadesse, naturalmente, in quanto si conoscevano abbastanza bene da sapere cosa passasse per la testa dell'altro senza troppi giri di parole. Si conoscevano da anni, ormai, ragione per cui non era per niente faticoso decifrare le reciproche espressioni facciali, e lo stesso valeva per il tono di voce o per il linguaggio del corpo generico. Nessuno dei due aveva un particolare atteggiamento o gesto che potesse essere ricollegato a una certa emozione, tuttavia erano comunque capaci di comprendersi a vicenda con un solo e accurato sguardo. Questo si era rivelato molto utile in alcune circostanze specifiche, per esempio quando dovevano comunicarsi qualcosa in presenza di altre persone o, più semplicemente, in ambito scolastico. Bastava un attimo, infatti, perché Michael capisse che Ewan non aveva studiato per il compito di filosofia, dunque aveva bisogno del suo aiuto con urgenza. Come lui stesso aveva sempre detto, preferiva le materie che abbracciavano l'ambito scientifico, mentre quelle umanistiche non stimolavano un granché il suo interesse.
<< D'accordo >> il ragazzo sospirò con esasperazione << Qual è il piano? >>
Ewan sorrise soddisfatto, dopodiché iniziò a raccontare nei dettagli ciò che aveva architettato.* * *
<< È stata una pessima idea, Ewan. Davvero, davvero pessima! >> si lamentò Michael, comunicando attraverso il cellulare. Era da circa un paio d'ore che gesticolava e si agitava per via del nervosismo, senza minimamente pensare che stesse esagerando. Amber non era ancora arrivata e lui già cominciava ad preoccuparsi senza motivo, come sempre.
<< Smetti di lamentarti e dimmi com'è la situazione! >>
<< Okay... >> Michael sbuffò rumorosamente << Per ora è tutto tranquillo ; il direttore se n'è andato, mentre il dottor Campbell si è ritirato nel suo studio. Sono rimaste solo le guardie del Settore. >>
<< E dove sono? Nella sala analisi? >>
<< No, sono sulle scalinate fra il piano che porta al Settore Alfa e quello che conduce qui. E...merda! Sono armati! Ewan, perché sono armati?! >> rispose l'amico, mentre si guardava attorno con circospezione. Aveva paura che qualcuno li avrebbe scoperti, aveva paura che gli avrebbero degradati per aver violato le regole. E se Michael andava nel panico era un bel problema, dato che smetteva di ragionare e si lasciava prendere dall'ansia, però Ewan aveva imparato a gestirlo persino nelle situazioni più difficili. Non che fosse semplice, visto che iniziava a parlare a raffica e pareva impazzito, ma non era niente di irrisolvibile per lui. Non più, almeno.
<< Per via degli Infetti, genio! Pelle scorticata, bolle rosse, corpo deformato...hai presente? >> bofonchiò Ewan, stressato. Iniziò a toccarsi nervosamente i capelli color oro, in attesa che Amber si facesse viva. Dove diavolo era finita? Lei stessa aveva voluto prefissare quell'incontro e ne aveva stabilito i dettagli, era forse così difficile rispettarli?
<< Va bene va bene, ho capito! >>
<< Michael? >>
<< Dimmi, amico. >> la voce del compagno parve rotta, quasi come fosse scoppiato in lacrime per via della situazione in cui si trovava. Ma Ewan sapeva che non era affatto così, poiché Michael non era il tipo che scoppiava a piangere per la troppa fifa. O almeno, non subito. Forse dopo qualche minuto.
<< Amber non è qui, tu l'hai vista? >> il ragazzo osservò la stanza buia in cui si trovava, con la speranza che l'impiegata del Settore Delta comparisse all'improvviso. Niente. Era ancora solo.
<< No. >> Michael scosse la testa, nonostante fosse consapevole che nessuno lo stesse guardando. Il fatto che Amber non si fosse ancora presentata nella Sala Grande era piuttosto preoccupante, soprattutto perché lei aveva voluto vedere Ewan, il tutto per parlargli di solo Dio sapeva cosa. Per un istante, il ragazzo cominciò a credere che lo volesse solo prendere in giro e che non si sarebbe nemmeno presentata, al contrario di quanto aveva detto.
<< Dannazione! Richiamami se succede qualcosa, qualsiasi cosa. >> e riattaccò, continuando ad aspettare impazientemente. I secondi passavano, il tempo volava, e lei non c'era, così cominciò a vagare per la Sala Grande, mentre la sua pazienza si avvicinava al limite. L'intera stanza era avvolta da una fitta nube di oscurità, fatto che era evidenziato dalla totale assenza di luci. Là dentro, infatti, non se ne trovava nessuna, nemmeno la più fioca. E ciò non faceva altro che irritare ed innervosire Ewan ancora di più.
<< Che c'è? Ti preoccupi per me? >> Amber comparve all'improvviso dietro di lui, le braccia incrociate al petto e la folta chioma raccolta in una coda di cavallo. Indossava ancora l'uniforme lavorativa bianca e blu corallo, la quale fasciava con delicatezza il suo corpo alto e snello. Sembrava rilassata, come se il suo ritardo non l'avesse preoccupata neanche un po' o, ancora peggio, come se non le fosse neanche importato.
Lui sospirò << No, mi preoccupo per le guardie che potrebbero riportarci agli alloggi a calci! >>
<< Rilassati, me ne sono già occupata io. >>
<< Cosa? Dove sei stata? >> chiese Ewan mentre si avvicinava alla bionda.
<< Da nessuna parte. Dovevo solo creare un diversivo per venire qui e... >> Amber tirò fuori la cartellina color senape che Ewan stesso aveva consegnato al dottor Campbell, dopodiché gliela mostrò << ...prendere queste. >>
<< I documenti relativi agli esperimenti? >> mormorò il giovane, sconvolto alla vista delle pratiche da archiviare. Perché mai le aveva prese? E a cosa servivano?
<< Non sono documenti qualsiasi. Sono piani per modificare il Progetto Omega e distruggere lo schieramento orientale. >> raccontò lei, intenta a mostrare dei fogli pieni di schizzi e testi scritti al computer << Invece di avere due campi, ce ne saranno tre. Quello gestito dall'Emergency Department si chiama Sito Scientifico dell'Ovest - abbreviato S.S.O. - mentre quello capitanato dal War Department è conosciuto come Campo A. >>
<< E il terzo? >> domandò ancora Ewan, sempre più incuriosito da quella bislacca faccenda. Era tutto confuso,ma interessante allo stesso tempo.
<< È il Campo B. Lì finiscono tutti coloro che sono d'intralcio. Ti spiego : nel Campo A vanno i soggetti da addestrare per scopi bellici, nell'S.S.O. i futuri lavoratori del dipartimento. Gli oppositori finiscono nel Campo B. >>
<< E cosa gli succede? >>
<< ...muoiono. >> sussurrò Amber, dopo essersi accertata che nessuno fosse nei paraggi per origliare quel discorso. Ewan non seppe nemmeno come risponderle, tanto era scioccato ed impaurito : il cuore gli martellava nella cassa toracica come stesse impazzendo, mentre l'ansia lo rendeva dubbioso e gli annebbiava la mente. Non aveva senso. Perché cercare di porre fine alla guerra con dei metodi così drastici? Perché cercare di sterminare tutte quelle persone? Doveva per forza esserci una soluzione migliore da adottare, una soluzione pacifica, o quantomeno non tanto drastica.
<< Il dottor Campbell mi aveva detto che erano esperimenti. >>
<< Ha mentito. Vuole solo distruggere il Blocco Orientale ad ogni costo, anche se si tratta di uccidere degli innocenti. >> mormorò la ragazza per poi richiudere la cartellina rubata
<< E non posso permettere che tutto questo accada, ma non posso farcela da sola. Mi serve aiuto, il tuo, Ewan. Non posso fidarmi di chiunque in questo posto, ma so che tu sei un'eccezione. Lo so, non ci conosciamo troppo bene, ma ci conosciamo abbastanza da sapere chi siamo. Quest'idea di Campbell è folle e lo sai anche tu : siamo tutti in guerra, e il suo piano non farà altro che inasprire il conflitto che già esiste. Vorrei...vorrei che fossi tu a darmi una mano, perché so quanto ti stiano a cuore certe cose. Quindi devo saperlo...ci stai? >>
Lui la guardò per un paio di minuti, insicuro sul da farsi, ma alla fine si decise ad annuire : quei progetti non dovevano arrivare fino in fondo, esattamente come il progetto del dottor Campbell. Sembrava un uomo così giusto, intelligente e altruista, come poteva nascondere un cuore così nero, assetato di violenza e vendetta? Cosa covava davvero la sua mente e da quanto tempo nascondeva tutto ciò per agire in silenzio, non visto e indisturbato? Proprio allora il ragazzo si interrogò sulla falsità, sull'ipocrisia delle persone. Come si poteva dire di conoscere davvero qualcuno? Molto spesso pareva tutto così infinitamente semplice e si dava tante cose per scontato, tuttavia c'era più di quanto l'apparenza potesse descrivere o l'esperienza potesse insegnare. Era solo la punta dell'iceberg, un piccolo frammento di ghiaccio candido e gelido, ma mai quanto la massa immensa nascosta dalle acque scure, salate, fredde come fossero pietra...
<< Ci sto. >> proprio quando Ewan pronunciò quelle parole, il suo telefono cominciò a squillare all'impazzata dal fondo delle tasche anteriori dei pantaloni. Aveva già capito chi lo stava richiamando.
<< Chi è? >> Amber scoccò una strana occhiata al cellulare di Ewan. Si comportava come se non ne avesse mai visto uno in vita sua, anche se Ewan sapeva bene che non era possibile, poiché vivevano in un'epoca molto avanzata dal punto di vista tecnologico. Lei era abituata a grandi e complesse apparecchiature mediche, perciò non poteva di sicuro trattarsi di questo, semplicemente era curiosa di sapere con chi stesse parlando. D'altronde, ciò che aveva intenzione di fare non sarebbe mai stato visto di buon d'occhio all'interno dell'Emergency Department, dunque dovevano prestare la massima cautela e far sì che i loro propositi non fossero conosciuti dalle persone sbagliate. Bastava una sola parola per metterli a tacere senza neanche aver cominciato, in particolare se rimanevano troppo a lungo in quell'edificio.
<< È Michael, il mio migliore amico. >> il ragazzo esitò prima di rispondere, ma quando lo fece non si preoccupò minimamente di chiedere se lei conoscesse il suo amico << Pronto? >>
<< Ewan, dovete andare via da lì! Le guardie hanno rimesso in funzione le allarmi che ho disattivato! >>
<< Cosa?! E come lo hai scoperto?! >>
<< Mi sono connesso al Sistema di controllo dell'edificio e le ho viste nei video delle telecamere di sorveglianza. >> esclamò Michael, digitando freneticamente sui tasti del suo computer nel tentativo di danneggiare il Sistema e distrarre i controllori. Se ne stava seduto da solo nel dormitorio che condivideva con Ewan, e i sentimenti di disperazione lo stavano travolgendo. Era frustrato, intimorito, spaventato, non aveva la più pallida idea di quello che sarebbe accaduto in seguito e, più di tutto, temeva per il suo amico. Se gli fosse accaduto qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato, dato che si sentiva in dovere di proteggerlo e tenerlo al sicuro, sebbene fosse il più piccolo tra i due. In ogni caso, era una promessa che aveva fatto a se stesso da tempo immemore, e non aveva alcuna intenzione di infrangerla.
<< Accidenti...Mic, aspettaci nel nostro alloggio. Ti raggiungiamo il prima possibile! >> disse Ewan mentre riagganciava, dopodiché prese per mano Amber e cominciò a correre assieme a lei fuori dalla sala. Nel frattempo, una sirena cominciò a suonare, dopodiché si accese un'abbagliante luce rosso sangue.
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REBELLION - Apocalipse
Science FictionPRIMO VOLUME DELLA SAGA "REBELLION" > - Copertina realizzata da Koaluch Design - È vietato copiare la seguente storia o anche la sola trama e i personaggi © - All rights reserved/Tutti i diritti riservati ©