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<< Sei un genio, Michael! >> Ewan quasi saltò in piedi dall'emozione << Sei un dannatissimo genio! >>
Quando i due ragazzi si resero conto che erano riusciti a scappare dalla sede dell'Emergency Department, ogni minima traccia di paura si dissolse nel giro di pochi minuti, ed era una sensazione a dir poco meravigliosa per entrambi. Dopo tutto ciò che avevano passato, dopo tutte le brutte notizie che Amber aveva comunicato loro, erano finalmente fuori da quel posto, che somigliava solo ad un brutto e sbiadito sogno di cui era facile liberarsi, ormai. E lo sarebbe diventato presto, con un pizzico di fortuna in più.
<< Lo so. >> l'amico rise pieno di entusiasmo, mentre le sue dita sfioravano la superficie del volante virtuale e lo facevano ruotare in senso antiorario. Ora che erano scappati, la tensione pareva essere sparita del tutto: niente più inseguimenti, niente più voglia di andare via, niente più timore di essere scoperti. Ma...Amber stava bene? Era ancora viva?
Quando Ewan si ricordò di lei, non poté fare a meno di preoccuparsi per la sua salute e per il piano che avevano ideato insieme. Se Campbell avesse scoperto le loro vere intenzioni non ci sarebbe stato più un futuro per il loro tentativo di ribellione, né tantomeno per Amber.
<< Mic, posso chiederti una cosa? >>
Michael rispose alla sua domanda con un vivace tono scherzoso << Che razza di domande fai, amico? Certo che puoi! >>
<< Credi...insomma, credi che Amber stia bene? >>
<< Rilassati. Sono sicuro che sa badare a se stessa. >> Michael sospirò, per poi concentrarsi nuovamente su ciò che stava facendo. Era estremamente complicato pilotare un'elicottero utilizzando un volante virtuale 20x30, poiché esso poteva sfuggire di mano con estrema facilità o - in casi più rari - poteva non riuscire a leggere le impronte digitali di chi doveva usufruirne. E questo poteva rappresentare un problema considerevole, visto che senza la lettura delle impronte digitali era impossibile attivare qualsiasi dispositivo virtuale e tridimensionale.
Ewan cominciò ad osservare il cielo notturno, per niente rassicurato dalle parole di Michael << Spero tanto che sia così. >>

* * *

Dopo una decina di minuti passata a viaggiare in silenzio, sia Ewan che Michael si erano tranquillizzati quasi completamente, e niente sembrava dover disturbare la loro quiete. Niente di niente.
Però, all'improvviso, si udì uno sparo nell'aria e qualcosa colpì con forza il fianco destro del velivolo, ammaccandolo. In tutta Londra, solo poche persone avrebbero fatto una cosa simile proprio a loro, ovvero quelle che facevano dell'Emergency Department. O meglio, Campbell, i controllori e tutti coloro che sarebbero stati contro di loro e i propositi che avevano in mente.
<< Ci hanno trovati. >> Ewan sussultò per la sorpresa, accorgendosi del fatto che loro gli stavano alle calcagna. Dovevano seminarli il prima possibile se non volevano essere abbattuti e riportati indietro, ma come avrebbero mai potuto sbarazzarsi facilmente di un elicottero equipaggiato meglio del loro?
Il giovane si guardò intorno mentre rifletteva, alla ricerca di un'idea abbastanza efficace da togliere di mezzo i loro inseguitori.
<< Che facciamo adesso? >> domandò Michael, in preda alla disperazione. L'amico non gli rispose neanche, e continuò a pensare: doveva trovare una soluzione, doveva per forza, ma più si spremeva le meningi, più venivano fuori idee folli e senza senso. Poco dopo stava quasi per arrendersi, almeno fino a quando non gli venne in mente un'idea piuttosto efficace.
<< Dobbiamo prendere quota! >>
Michael parve confuso << Cosa? >>
<< Se ci muoviamo cambiando sempre direzione avremo più possibilità di non farci prendere! >> disse Ewan con convinzione. Sapeva perfettamente che Michael non sarebbe stato d'accordo, ma di certo non sarebbe stato lui ad impedirgli di fare come meglio credeva.
<< Ma sei impazzito? >> gridò il ragazzo dai capelli color rame << Se lo facciamo il carburante si consumerà nel giro di pochi minuti...hai idea di cosa significhi?! >>
<< Hai un'idea migliore, per caso? >> sbottò esasperato il compare. Michael fissò l'amico per un pò, prima di sospirare ancora una volta e schiacciare un pulsante trasparente sul lato sinistro del pannello di controllo. Esso lampeggiò, emettendo una forte luce azzurra, mentre l'elicottero si allontanava sempre di più dal suolo.
Per un attimo, Ewan si chiese se quella fosse stata la scelta giusta, quando il mezzo di trasporto fu colpito ancora, ma stavolta con molta più forza rispetto alla precedente.
Stupito dal modo in cui i loro inseguitori riuscivano a raggirare ogni loro mossa, il ragazzo fece per dire qualcosa a Michael, ma fu interrotto da un boato assordante, seguito dalla rovinosa caduta dell'elicottero.
Non si udì alcun suono mentre il velivolo si schiantò nei pressi di Piccadilly Circus, radendo al suolo un'intera abitazione ormai abbandonata. Niente grida, niente rumori, solo i battiti cardiaci di Ewan e Michael che aumentavano a ritmo incalcolabile. E tutto parve essere immobile, almeno fino a quando i due ragazzi non si ritrovarono stesi a terra, ansimanti e con la pelle deturpata da graffi e tagli.
<< M-Michael. >> borbottò Ewan, mentre si alzava con l'aiuto delle braccia. Nonostante non avesse abbastanza energie, si costrinse a mettersi in piedi per uscire dall'elicottero il prima possibile. Non poteva mollare così, non ora che lui e Michael potevano ancora scappare dai loro inseguitori.
<< Ewan! Stai bene? >>
<< Sì. Sì, sto bene. >> il ragazzo tossì, dopodiché si diresse verso l'uscita di emergenza e spalancò la portiera << Ma adesso andiamocene da qui! >>
Michael annuì, per poi seguire Ewan al di fuori dell'aeromobile. Insieme, i due compari si allontanarono di corsa dal luogo dello schianto, nella speranza che gli scagnozzi di Campbell non li notassero. Non potevano permettere che l'Emergency Department li trovasse un'altra volta, né tantomeno che li riportassero indietro. Perciò, l'unica cosa che potevano fare era nascondersi e, al momento opportuno, cominciare a cercare i Sopravvissuti. D'altronde, loro erano gli unici che avrebbero potuto aiutarli, oltre che i pochi ad avere abbastanza coraggio da opporsi al dipartimento più importante dell'intero Blocco Occidentale.
<< Dove andiamo? >>
Ewan si guardò velocemente intorno << Lì. >> indicò un palazzo non molto lontano dal punto in cui si trovavano. Si trattava di una struttura dall'aspetto decadente e trascurato, che si sviluppava più in larghezza che in altezza. Come tutti gli altri edifici, aveva la maggior parte delle finestre rotte, l'intonaco delle pareti sbiadito e le mura coperte da piante rampicanti ormai appassite da tempo, di cui prevalentemente edera velenosa.
I due ragazzi si diressero correndo verso il loro futuro nascondiglio, nella speranza che si rivelasse la loro salvezza: salirono una breve rampa di scale in marmo, la quale li condusse ad un portone di legno dal colore opaco e spento, dopodiché fecero il loro ingresso nel complesso. Esso era sinonimo di polvere, mobilia cigolante e rovinata e erbacce che spuntavano dalle piastrelle, proprio come l'esterno suggeriva. Infatti le mattonelle erano come state sradicate dal pavimento, mentre i numerosi tavoli da biliardo nella stanza erano ricoperti da vari strati di polvere. E non c'era da sorprendersene, poiché tutta Londra era ridotta in quel modo da anni e anni, proprio come tutte altre le città che facevano parte dello schieramento d'occidente.
<< E adesso? >>
Ewan osservò rapidamente la sala, cercando con lo sguardo un luogo dove lui e Michael avrebbero potuto passare la notte, ma non vide niente << Diamo un'occhiata in giro. Da qualche parte dovrà pur esserci un posto dove nascondersi... >>
<< Buona idea. >> concordò l'amico. Così, senza che perdere altro tempo in chiacchiere, Ewan e Michael diedero inizio alla loro ricerca. In un primo tempo, sembrava che non ci fosse alcun angolo nascosto o luogo abbastanza sicuro in cui potersi rifugiare. Dopo aver ispezionato ben sette ambienti diversi, infatti, le uniche novità si rivelarono essere delle slot machine danneggiate, un distributore di merendine vuoto, una roulette e delle carte da poker raccolte ordinatamente in uno scatolone trasparente. Era ormai chiaro che quello fosse un casinò abbandonato, però quella era l'ultima cosa che avrebbero voluto scoprire al momento, visto il guaio in cui si erano cacciati.
<< Hai trovato niente? >>
<< No. Ancora niente. >> Ewan sbuffò, dopodiché fece per dirigersi verso una sala ancora inesplorata, quando il suo sguardo ricadde su una porta chiusa nei pressi di una scalinata. Un sottoscala. Una stanza sicura, finalmente!
Il ragazzo si avvicinò e afferrò la maniglia arrugginita, ma esitò per un attimo. E se ci fossero stati degli Infetti là dentro? Tutti sapevano che la probabilità di contagio era del 99%, dunque sarebbe stato pressoché impossibile riuscire a non contrarre il batterio, soprattutto perché si poteva trasmettere in molteplici modi (in particolare per via sanguigna e, in casi più particolari, per via orale). In conclusione, entrare in quella stanza senza prima essersi accertati che fosse vuota era un pò come camminare sui binari di un treno in avvicinamento: un vero e proprio suicidio. Tuttavia, la posta in gioco era troppo alta e il futuro del mondo appeso a un filo di millimetrico spessore per non fare un tentativo. Tale pensiero spinse Ewan a farsi coraggio e a spalancare la porta, in attesa di scoprire cosa ci fosse dietro di essa. Aspettandosi che un Infetto gli sarebbe saltato addosso, il ragazzo lasciò che una goccia di sudore gli scivolasse lungo il collo e trattenne il respiro. Con sua immensa gioia, non accadde nulla.
<< L'ho trovato! >> esultò il giovane << Michael, ho trovato un nascondiglio! >>
E accennò un lieve sorriso.

* * *

<< Finalmente un pò di riposo... >> Michael si sedette a gambe incrociate sul pavimento, felice di potersi finalmente godere pace e tranquillità. Ewan si accomodò al suo fianco, ammirando con soddisfazione il suo "operato": aveva accatastato dei mobili gli uni sopra gli altri per bloccare la porta dall'interno, così che nessuno potesse entrare se non con la forza bruta. Inoltre, aveva strappato delle tende per poterle usare come surrogati di un materasso, un cuscino e una coperta, il tutto dopo averle scosse per rimuovere la polvere. Ovviamente non erano né altrettanto pulite né altrettanto comode, ma per una notte erano più che sufficienti.
<< Dove lo hai preso quello? Quando siamo partiti non ce l'avevi. >> chiese Ewan, notando giusto in quel momento che il suo migliore amico aveva con sé uno zaino grigio con delle cinghie nere.
<< L'ho trovato sull'elicottero >> Michael aprì la tasca più grande, poi ne mostrò il contenuto << ...assieme a queste >>
Ewan sgranò gli occhi, quasi non credendo a ciò che stava vedendo. Lo zaino era pieno di sandwiches, snack di ogni tipo, pane e bottigliette d'acqua ancora sigillate, ragione per cui il biondo rimase a fissare il contenuto con fare estasiato misto a sorpresa. Alla vista di tale abbondanza di cibo e bevande, il ragazzo afferrò la prima cosa che gli capitò sottomano e iniziò a riempirsi lo stomaco, rendendosi conto solo allora di quanta fame avesse. Nel frattempo Michael lo fissò ridacchiando, dopodiché cercò anche lui qualcosa da mettere sotto i denti. Dopo aver dato il primo morso, la situazione sembrò essere cambiata di colpo, e tutte le preoccupazioni avute fino a pochi minuti prima affogate in un piacevole sapore di spuntini al formaggio.

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