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<< Cos'ha detto il dottor Steinfeld? Si sta riprendendo? >> domandò Michael, intanto a rosicchiarsi le unghie per il nervosismo. Non era per niente convinti che Amber stesse bene, nonostante Ewan gli avesse assicurato che non c'era nulla di cui preoccuparsi. E poi, se l'era cavata alla grande da sola, in città.
<< Sì, ha solo bisogno di riposarsi. >> Lily si sedette vicino ai due ragazzi, per poi sbuffare a causa della stanchezza. Infatti, dopo aver trovato Amber, lei ed Ewan si erano portato in spalla la ragazza per tutta la galleria e l'avevano lasciata nelle mani del medico del Bunk, sebbene Ewan avesse chiesto di occuparsi di lei in quanto suo amico. Lily aveva ovviamente preferito rifiutare per parlare con lui e Michael delle informazioni ottenute con quella ricognizione.
<< Ti ha detto qualcosa? >>
<< Mi ha solo chiesto di lasciarle la sua sacca. Scommetto che l'oggetto rubato è lì dentro. >> ipotizzò lei. Fece per aggiungere qualcos'altro, ma fu preceduta dall'arrivo del dottor Steinfeld.
<< Ewan, Michael, >> esordì << Ha chiesto di parlare con voi. In privato. >>
I due si guardarono per un momento, quasi non aspettandosi di essere chiamati sotto richiesta di Amber stessa, ma poi fecero il loro ingresso nella stanza. Il dottor Steinfeld, dietro di loro, richiuse la porta per lasciarli parlare senza doversi preoccupare che qualcuno origliasse.
<< Ciao, ragazzi. >> mormorò Amber nel vederli entrare in infermeria. Aveva ancora il viso insudiciato e i lunghi capelli scompigliati, ma aveva un'aria più serena di prima. Lentamente si tirò a sedere sul lettino, scoprendo la gamba fasciata con vari centimetri di garza.
<< Hey. >> Ewan ricambiò il saluto mentre si appoggiava alla ringhiera del letto. Michael, invece, accennò un sorriso amichevole.
<< Come va? >>
<< Potrebbe andare meglio. >>
<< Quindi...perché ci hai chiamati? >>
Lei si mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio, visibilmente nervosa << Ci sono due cose che vorrei dirvi. >>
<< D'accordo, spara. >>
<< La prima riguarda il Morso della Morte. >> disse mentre frugava nella sua sacca impolverata e sporca di terra, dalla quale estrasse un cilindro di metallo con sopra il simbolo della radioattività. Ewan avrebbe riconosciuto quell'oggetto anche ad occhi chiusi : una biocapsula.
<< Quella è...? >>
<< Sì, lo è. >> confermò il biondo << Che cosa c'è lì dentro? >>
<< Un campione del batterio. >>
<< È per questo che non sei venuta con noi? Per rubare un campione del batterio? >> chiese Michael. Ewan, intanto, aveva preso in mano la biocapsula e la stava fissando, come alienato.
Amber annuì << Ci hanno sempre mentito su cosa realmente e volevo sapere la verità, ma l'unico modo era rubare questo dal laboratorio. >>
<< Sapevi che il Morso della Morte non era un batterio? >>
<< Certo che sì. Ho letto i fascicoli prima di darli a voi, cosa credevi? >>
<< E all'altra cosa che volevi dirci? >> Ewan intervenne ancora, ne tentativo di cambiare argomento. In effetti, parlare di un agente batterico con un'amica appena ritrovata non era il massimo...
Amber distolse il sguardo, mordendosi l'interno guancia con fare colpevole.
<< Ecco... Ewan, ricordi quando mi hai chiesto perché vi stavo aiutando? >>
<< Sì. >>
<< Non sono stata del tutto sincera con te. E neanche con Michael. >>
Il ragazzo dai capelli rossi assunse un'espressione confusa << Che vuoi dire? >>
<< Il motivo per cui vi ho fatto vedere i fascicoli non è quello che potreste pensare. >>
A quelle parole, Ewan e Michael si lanciarono un occhiata disorientata, preoccupati dalla maniera in cui Amber si stava rivolgendo loro. Cosa ci stai nascondendo, Amber?
<< Vi ho aiutati per proteggere te, Michael. >>
<< Cosa? Io? >>
<< Quando i tuoi genitori sono morti, ti sei risvegliato in ospedale con una terribile amnesia. Te lo ricordi? >>
Quando Amber tirò in ballo l'argomento, Ewan rammentò che il suo amico gli aveva parlato di quel giorno orribile. Qualche anno prima del loro incontro, Michael si era svegliato in un letto d'ospedale con una grave ferita alla testa. Quest'ultima, ricucita con svariati punti di sutura, gli aveva provocato una perdita parziale della memoria e non riusciva a venirgli in mente cosa fosse successo né come fosse arrivato lì. I medici gli avevano spiegato che era scoppiato un incendio in casa sua e che lui era l'unico sopravvissuto. Sì, era ferito, ma pur sempre vivo.
<< E tu come fai a saperlo? >>
<< Quel giorno ero lì. >> ammise lei con occhi stracolmi di lacrime. Era sul punto di scoppiare a piangere.
<< È impossibile che tu sappia, io non ti conoscevo. Non sapevo nemmeno chi fossi. >>
<< Ti sbagli, mi conoscevi. Eccome se mi conoscevi. >>
Amber scosse la testa più volte, versando la prima lacrima di una lunga serie << Ma l'amnesia rimossi ogni ricordi che avevi di me, della nostra famiglia. >>
<< La nostra famiglia? Di che diavolo stai parlando? >>
Ewan, che non aveva osato intromettersi, ascoltava in silenzio la conversazione fra i due per capire dove volesse arrivare la ragazza. Non ci volle molto per scoprirlo.
<< Siamo cugini, Michael. Mio padre era fratello del tuo. >> disse infine Amber. Pareva sollevata, come si fosse portata un peso sulle spalle per tutto quel tempo e se ne fosse finalmente sbarazzata. << In punto di morte, ho promesso a tua madre che ti avrei protetto ad ogni costo. E l'ho fatto. Ti portato io in ospedale, così come sono stata io a raccontare ad Ewan del Progetto Omega perché ero sicura che te lo avrebbe riferito. Ed ero sicura che avreste voluto lasciare il dipartimento, ma non potevi permetterci di stabilirvi in città. Gli Infetti vi avrebbero uccisi subito, e se fosse successo non me lo sarei mai perdonato. >>
<< È per questo che ci hai parlato dei Sopravvissuti. Volevi che venissimo qui perché sapevi che era un posto sicuro e nessuno sarebbe mai riuscito a scoprire la sua posizione. >> aggiunse Ewan. Scoprire che Amber aveva fatto ciò perché teneva a Michael era giustificabile, ma non lo era il fatto che avesse sfruttato la sua amicizia come un oggetto.
<< Sì. Però nemmeno io sapevo dove fosse questo posto, infatti ho inserito un gps nello zaino che vi ho lasciato sull'elicottero. >>
<< E come facevi a sapere che i Sopravvissuti ci avrebbero trovati e portati qui? >>
<< Campbell parla spesso di loro. A quanto ne so, ha fatto persino delle ricerche sul loro conto per cercare di stanarli. Allora ne ho approfittato e mi ha passato tutte le sue informazioni. >>
<< Ti ha parlato anche delle ricognizioni? >>
<< Soprattutto. È per questo che non avevo dubbi sul fatto che vi avrebbero trovati. >>
Michael scosse la testa, mordendosi il labbro inferiore << E tu non potevi dirmi niente del mio passato, ovviamente! >>
<< Michael... >>
<< Hai idea di cosa significhi svegliarsi in ospedale nelle mie condizioni? Sai come ci si sente a credersi soli, a sentirsi dire che la tua famiglia è morta e tu non ricordi un accidente?! >>
<< E cosa dovevo fare? Dirti "Hey, Michael, sono tua cugina Amber e la tua famiglia è appena morta in un incendio"? Ho fatto la cosa più giusta, credimi! >>
<< Sarebbe stato meglio di essere abbandonati e subire tutte queste bugie! >> sbottò il cugino. Era la prima volta che Ewan lo aveva visto tanto arrabbiato, e non gli piaceva per niente. << Dimmi, ti sembra ancora di aver fatto la cosa giusta? >>
Amber rimase a fissarlo sbigottita, senza avere il coraggio di rispondergli.
<< Come immaginavo. >> Michael non riusciva nemmeno a guardarla in faccia dopo aver smascherato le sue menzogne e, ad essere sinceri, neanche Ewan. L'uno era esasperato e deluso, l'altro si sentiva usato. Non potendo sopportare di vedere Amber neanche per un altro secondo, Michael lasciò la stanza con passo veloce, stanco di tutte quelle bugie.
<< Michael, aspetta! Per favore! >>
<< Lascialo stare, ha bisogno del suo tempo. >>
Stavolta Amber si rivolse ad Ewan, nella speranza di aggiustare le cose almeno con lui << Senti, so che sei arrabbiato, ma non è come sembra! >>
<< Non è come sembra dici? Quindi non hai sfruttato la mia amicizia per controllare Michael, è questo che stai dicendo? >> ribatté Ewan con tono accusatorio. Adesso le parlava con un'espressione fredda, quasi apatica.
<< Sì, perché non l'ho mai fatto. >>
<< Ma per favore! >>
<< Non mi credi? >>
<< Perché mai dovrei farlo? >>
<< Perché siamo amici. >>
<< Smettila, non hai più bisogno di fingere. >>
<< Pensi davvero che non mi importi della nostra amicizia? >>
<< So che non te ne importa. Ma non preoccuparti, Michael è al sicuro e sa a fare a se stesso. >> concluse, prima di afferrare la maniglia << Per quanto riguarda me, non ti servo più. Quindi tolgo il disturbo. >>

REBELLION - Apocalipse Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora