6

59 6 6
                                    

Il lungo corridoio dalle pareti d'acciaio pareva non finire mai, soprattutto per via delle numerose rampe di scale presenti in quel tratto del passaggio segreto. Tuttavia, Ewan e Michael non avevano affatto intenzione di arrendersi. Dovevano farlo per loro stessi, per Amber, per tutte quelle persone che ancora meritavano una vita dignitosa e piena di gioia, ecco perché non potevano e volevano fare dietrofront in quel modo. Quella guerra aveva distrutto molto di più di quanto non apparisse, perché non aveva attaccato solo luoghi geografici e paesi, non costituiva solo un calo delle economie mondiali in cui solo le industrie belliche guadagnavano bene e ingenti somme di denaro venivano spese per comprare armi. No, c'era molto di più dietro le granate, gli spari, i coltelli, il sangue versato e il batterio... c'erano famiglie devastate dalla perdita dei parenti, c'erano i soldati che sopportavano il peso degli omicidi sulle loro coscienze, c'erano morti di fame e di sete per le strade delle città occidentali. La gioia, la speranza, la quotidianità e l'amore erano tutte cose che stavano svanendo dietro tutto ciò, così che l'odio, la paura e la violenza crescessero, alimentate dalla perdita di umanità. Ewan si chiedeva in cosa sarebbe precipitato il mondo se nulla fosse cambiato, ma la verità era che avrebbe saputo alla perfezione che nome affibbiargli. Oblio. Oscuro, crudele e puro oblio.
<< Aspetta, Ewan! Come facciamo ad essere sicuri che sia la strada giusta? >> Michael interruppe la sua corsa, assalito da tale dubbio di punto in bianco. Non aveva tutti i torti, però Ewan era consapevole del fatto che le incertezze non avrebbero fatto altro che peggiorare la situazione in cui si trovavano. C'era bisogno di agire a mente fredda, concentrati, senza permettere ai propri timori di influenzare l'esito delle loro azioni presenti e future.
<< Non preoccuparti. >> gli rispose l'amico, cercando di rassicurarlo e di spingerlo ad andare fino in fondo. Là sotto si sapeva orientare per via del suo primo impiego, più o meno << Prima della promozione lavoravo nei sotterranei. >>
Michael si lasciò convincere dall'improvvisa sicurezza del compare, in contrasto con i continui dubbi che lo tormentavano da parecchio tempo, e continuò a seguirlo. D'altronde, Amber aveva rinunciato alla sua libertà solo per permettere a loro di andarsene sani e salvi dal dipartimento...
Così, consapevoli del sacrificio della loro amica, i due ragazzi percorsero la buia galleria di metallo, disposti a compiere ciò che si sentivano in dovere di fare per il mondo in cui vivevano, per quanto catastrofica fosse la situazione. Alla fine, raggiunsero l'ampia sala situata sottoterra, dove videro una grande cupola di ferro (da aprire in caso venisse utilizzato un qualsiasi velivolo) e l'elicottero di cui aveva parlato Amber. I lucenti pattini argentati di quest'ultimo toccavano con grottesca eleganza il pavimento, mentre i vetri antiproiettile scintillavano nell'oscurità.
<< Eccolo. >> bisbigliò Ewan, dirigendosi verso il mezzo di trasporto assieme a Michael. Cercò di scacciare tutti i pensieri negativi dalla sua mente, compreso quello degli Infetti e quello del rischio di morte, ma non gli fu possibile per via del panico che minacciava di divorarlo dall'interno. E se non avesse provato a combattere contro di esso, la sua morsa gli avrebbe fatto perdere del tutto il controllo e la lucidità.
<< Fermi! >> di colpo, sette uomini li raggiunsero, mentre puntavano contro ai fuggitivi dei fucili grandi quanto un arto umano: indossavano tutti una tuta antiproiettile nera e uno sproporzionato casco di protezione del medesimo colore, il quale non avrebbe mai permesso di riconoscere i tratti dei loro volti. Quelli erano senza alcun dubbio i controllori.
<< Michael, corri! >> sbottò Ewan, raccogliendo le sue ultime energie per raggiungere l'elicottero, poiché non poteva permettere che il loro piano andasse in fumo, non ora che erano così vicini alla fuga. Michael non esitò neanche per un secondo e seguì l'amico di corsa. Nel frattempo, però, le guardie avevano già cominciato a sparare, e i due ragazzi furono travolti da una pioggia incessante di proiettili.
<< Non lasciateli scappare! >> strillò qualcuno, prima che Ewan e Michael salissero a bordo del velivolo. E senza neanche un graffio, per fortuna. Entrambi si ritrovarono di fronte ad una lastra di vetro, la quale permetteva di avere una buona visuale durante il volo e sotto cui si trovavano due sedili e un vastissimo pannello di controllo, costituito da centinaia di leve, pulsanti e manovelle. C'era persino un piccolo Connecter, dal quale sarebbe emerso una sottospecie di volante virtuale.
<< Sai pilotare questo affare? >> domandò Ewan, sperando che il suo compagno di viaggio sapesse sfruttare la sua conoscenza in campo informatico per decollare.
<< So pilotare qualsiasi qualsiasi cosa. >> fu ciò che gli rispose il ragazzo dai capelli rossi, per poi accomodarsi su uno dei sedili posti di fronte al pannello. Cominciò immediatamente a premere una serie di bottoni, in modo che la cupola sovrastante si spalancasse, dopodiché accese il Connecter con la mano sinistra. La destra, invece, si stava aggrappando al manico di una leva. Intanto, Ewan si accomodò senza fiatare sull'altro sedile, mentre gli spari e le grida si facevano sempre più forti. I ragazzi capirono subito che le guardie si stavano avvicinando sempre di più, e ciò significava solo una cosa. Dovevano andarsene, e alla svelta.
<< Ewan. >>
<< Sì? >>
Michael spinse la leva verso il basso, con uno scatto fulmineo << Tieniti forte. >>
A quel punto l'elicottero iniziò a prendere quota, dirigendosi verso il cielo puntellato da migliaia e migliaia di stelle. Non appena il mezzo di trasporto fu condotto fuori dai sotterranei del dipartimento, Ewan sospirò sollevato e si appoggiò allo schienale del sedile con fare stanco.
Ce l'abbiamo fatta; pensò, dopodiché lasciò che un pizzico di felicità si facesse spazio in lui, cancellando ogni suo timore.

REBELLION - Apocalipse Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora