<< Ragazzi, venite a vedere. >> un'espressione esterrefatta si dipinse sul volto di Ewan, il quale continuava a fissare la cartellina color panna. Quando Amber e Michael gli furono accanto, quei test divennero la cosa più importante a cui pensare: avevano davvero analizzato il batterio che stava uccidendo milioni di persone? Come avevano fatto ad ottenerne un campione? Ma, soprattutto, avevano scoperto qualcosa di utile?
<< Non ci credo... >> bofonchiò Michael. Tutti nel dipartimento conoscevano bene tali documenti, ma molti pensavano che fossero solo un invenzione di qualche impiegato . Per quelli che ci credevano, invece, fino a quel giorno solo quattro persone avevano avuto l'opportunità di toccarli con mano: il direttore in carica nel 2178, il signor Purcell, Campbell ed Odeya Cohen, la celebre scienziata israeliana che aveva ideato e seguito l'esperimento.
Ewan parve quasi non ascoltare le parole di Michael, poiché cominciò subito a dare un'occhiata al fascicolo sul Morso della morte. Tuttavia, prima che i tre amici avessero modo di leggere le informazioni, un rumore rimbombò in lontananza, e non prometteva affatto bene.
<< Cos'è stato? >> chiese Ewan, mentre la paura iniziava a divorarlo dentro. All'inizio, il ragazzo non sapeva quanto sarebbe stato pericoloso il loro tentativo di fuga, ma ora se ne era reso perfettamente conto. D'altronde, il suo linguaggio del corpo parlava chiaro. Il respiro si era fatto irregolare, le mani gli tremavano e la sua fronte era madida di sudore freddo, una crescente angoscia che cominciava a divorarlo dall'interno.
<< Non ne ho idea, ma di certo non... >>
<< Guardie. >> disse Amber in un sussurro a malapena percettibile. Stava guardando la porta con gli occhi sbarrati, mentre veniva assalita dal panico e dal timore di non farcela come avrebbe voluto.
Dopo aver udito quelle parole, Ewan e Michael si voltarono verso la ragazza << Cosa? >>
<< Le guardie. Stanno arrivando. >> lei esitò prima di continuare a parlare << Non c'è più tempo! >>
<< Ha ragione. Dobbiamo andarcene. >> concordò Ewan, per poi prendere il fascicolo. Il dipartimento non era più un posto sicuro, e quelle informazioni erano troppo importanti per essere abbandonate. Erano troppo importanti per essere dimenticate così.
<< Seguitemi. >> Amber annuì più volte, per poi indicare ai suoi amici una nuova porta poco più in là, che nessuno dei due aveva notato prima. Essa conduceva ai sotterranei del complesso ed era quasi invisibile, poiché era dello stesso colore della parete.
<< Dove andiamo? >>
La giovane aprì la porta << Nei sotterranei. Lì ci sono degli elicotteri che potete usare per scappare. >>
<< Cosa intendi con "potete"? Non avrai intenzione di restare qui, vero? >> domandò il ragazzo dai ricci dorati, confuso. Quello era un piano di Amber, eppure lei stessa si stava tirando indietro come non volesse più andarsene. Che avesse cambiato idea?
<< Non posso andarmene, non adesso. Ma non preoccupatevi, vi raggiungerò non appena sarà possibile. >> spiegò la lavoratrice, provando a tranquillizzare i compagni. Aveva avuto un'idea geniale e brillante, tuttavia non avrebbe potuto condividerla con Michael ed Ewan, poiché non sarebbero stati d'accordo. Non che potesse esserne del tutto sicura, naturalmente, ma aveva preferito non spiegarglielo comunque affinché potesse farlo. Gliene avrebbe parlato al momento opportuno, non prima.
<< Ma... >>
<< Vi prego, fidatevi di me. C'è un motivo se ho intenzione di restare. >> supplicò Amber, nella speranza che facessero come lei desiderava.
<< Cosa dobbiamo fare? >> per la prima volta, Michael credette in lei. Alla fine, quella ragazza era stata l'unica persona ad aver detto la verità su Campbell, sul batterio, sull'Emergency Department, e nessuno era mai stato tanto sincero verso il prossimo da quando la guerra era iniziata. Erano tutti caduti in una fitta rete di bugie, da cui ben pochi poteva districarsi per uscirne e percorrere la strada della sincerità. Era evidente che Amber aveva intenzione di giungere a tale cammino, perciò Michael aveva deciso di dare ascolto alle sue parole.
<< Michael... >> borbottò Ewan, fissando il suo amico. Non voleva lasciare Amber in quel luogo, sebbene quella fosse stata una sua richiesta.
<< Amico, è la cosa giusta da fare. >> ribatté con convinzione il compare.
<< Va bene >> Ewan - alla fine - acconsentì a malincuore. Se Amber non voleva seguirli, doveva esserci qualcosa di più significativo che la costringeva a rimanere << Qual è la prossima mossa? >>
<< Dovete trovare i Sopravvissuti. Potrebbero essere la nostra unica speranza. >>
Il ragazzo annuì, per poi voltarsi in direzione della porta. Era arrivato il momento di lasciare quel posto, e senza esitazioni né rimpianti << Lo faremo, promesso. >>
<< Ewan! Prima che voi andiate...prendete queste, vi saranno utili. >> aggiunse poi Amber, consegnando loro la cartella che aveva rubato al dottor Campbell. Quando Ewan la prese fra le mani, gli venne naturale chiedersi se lei sarebbe mai riuscita a raggiungerli o quantomeno a localizzarli. La città era spaventosamente grande, e non era da tutti riuscire ad orientarsi nel dedalo di grattacieli e palazzi in decadenza, dove pullulavano numerosi gruppi di Infetti << E state attenti. Londra è un posto pericoloso. >>
Il giovane annuì, in seguito corse via assieme all'amico dai capelli color del rame, pronto ad attraversare gli oscuri sotterranei dell'edificio.
STAI LEGGENDO
REBELLION - Apocalipse
Science FictionPRIMO VOLUME DELLA SAGA "REBELLION" > - Copertina realizzata da Koaluch Design - È vietato copiare la seguente storia o anche la sola trama e i personaggi © - All rights reserved/Tutti i diritti riservati ©