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Mi svegliai rigirandomi tra le comode lenzuola dell'hotel, rendendomi conto della terribile figura che avevo fatto la sera prima. Non pensavo che il principe Erik fosse l'editore, un presuntuoso come lui, ma almeno aveva deciso di pubblicare il mio "stupido manuale" come tale aveva definito, poco m'importava il suo parere, gli applausi delle signore parlavano chiaro.

Mi alzai pimpante per farmi una doccia, e rimettere apposto la valigia, dovevo andare a Firenze, per l'addio al nubilato di Anny, ero eccitata, la mia migliore amica che si sposava. Il mio obbiettivo era solo quello di prendermi una sbornia colossale e acchiappare qualche bel fusto disposto a rendere più attiva la mia permanenza ad un evento che io consideravo noioso, ma per Anny avrei fatto un'eccezzione.

aprì la stanza della camera, controllando con la testa che non vi fosse nessuno nè a destra nè a sinistra, non avrei retto di prima mattina un incontro con Mr so tutto io. Tirai un sospiro di sollievo, scendendo giù nella Hall per depositare le chiavi della stanza e pagare uscendo fuori, prendendo una boccata d'aria.

Fermai il taxi con un fischio entrando dentro, trascinando la valigia all'interno che pesava come un macigno, ma per ogni evenienza mi portavo sempre almeno 7 paia di scarpe e vestiti a più non posso.

"All'aeroporto grazie" affermai, gettando un'ultima occhiata all'hotel, alzando le spalle, convinta che Brian fosse stato solo un incontro casuale, un bacio rubato e niente di più.

Arrivai puntuale all'aeroporto mostrando la carta d'imbarco alla hostess che mi fece spazio per salire a bordo.
Ed anche se potevo essere contenta che accanto a me non c'era un uomo sexy, lo sarei stata ancor di più se non ci fosse stato un ragazzino insolente e maleducato che sgranocchiava le patatina a bocca aperta, portandomi a spostare lo sguardo al finestrino con faccia sdegnata e schifata al contempo.

"È diretta a Firenze?" Mi chiese, ridestandomi dai miei pensieri spostando lo sguardo verso il marmocchio.

"Si" intimai, estraendo il mio libro e gli occhiali per leggere qualche riga, anche se ormai le sapevo a memoria tentavo di calarmi nei panni della lettrice.

"Suo marito?" Lo sentii domandare, ingozzando un'altra patatina che scricchiolava sotto i denti.

Mi tolsi gli occhiali e misi su un finto sorriso.
"Non ce l'ho" sorrisi soddisfatta, riprendendo la lettura che venne interrotta subito da un'altra domanda.

"Ma non è un po' grande per essere zitella" chiese alzando un sopracciglio squadrandomi la gonna, che abbassai come se fossi risentita, e cavolo se lo ero.

"Ascolta ragazzino, tua madre non ti ha detto che ad essere maleducati ed insolenti e farsi i cavoli degli altri si muore presto?" Puntualizzai con lo sguardo che avrebbe fulminato anche le zanzare meglio della luce a led.

Lo vidii guardarmi impaurito, chiamando la madre che stava sul sedile davanti insieme al marito. Mi abbassai sul sedile sprofondando nella vergogna totale, avrei voluto essere invisibile, sopratutto per la ramanzina che mi sarebbe aspettata.

"Mamma la signora ha detto cose cattive" sussurrò tra i singhiozzi, mentre la madre si girò accigliata verso la mia faccia seriamente dispiaciuta.

"Ma come si permette. Zitella e pure acida" si rigirò facendomi rimanere basita e a bocca aperta, sentendo il bambino sghignazzare soddisfatto. Si era preso gioco di me, ultimamente sembrava andasse di moda.

Il volo durò troppo anche per le mie facoltà mentali, e tra polemiche che sentivo, litigate e quant'altro ero solo felice di scendere ed abbracciare la mia folle amica.

Recuperai in fretta la valigia dal nastro trasportatore e corsi fuori vedendola con un cartello con su scritto "pazza dispersa" scossi la testa felice, correndo ad abbracciarla.

"Dio come mi sei mancata, ma sei uno splendore" esultai, squadrandola, con addosso un abito bianco traforato.

Mi sorrise prendendo i lembi del vestito svolazzandolo a destra e a sinistra.
"L'amore fa magie. Piuttosto, com'è andato il volo?" Mi chiese tirandomi una gomitata.

"Terribile, un incubo, l'inferno di Dante, metti tutto insieme e capirai più un marmocchio insolente" sbuffai, afferrando il manico del trolley mentre la sentivo ridere.

"Dio Maggie dev'essere stato davvero terribile" si beffeggiò di me, aprendo con le chiavi la Mercedes del suo Mr. insolente.

"Non scherzare ok? È stato davvero tremendo. Ma cavolo, ti lascia guidare la sua 'bambina'" feci delle virgolette immaginarie, buttando finti baci all'aria, sentendo una pacca sul braccio.

"Smettila Guido benissimo" affermò sorridente, aiutandomi a mettere il trolley nel portabagagli.
Salendo in macchina successivamente, mentre accesi la radio cantando a squarciagola i pezzi che passavano.
Mi era mancata, lei era tutto ciò che io non ero, e voleva una vita che a me sarebbe stata troppo stretta.

"My Darlin, siamo vicine all'addio al nubilato" esultai canticchiando, muovendo le braccia in aria, scuotendo i capelli che finivano davanti al viso.

"Ecco a dire il vero pensavo di non farlo, cioè dai chi usa più fare l'addio al nubilato?" Chiese incredula, guardandomi con la coda dell'occhio.

Era sicuro che qualcuno gli avesse fatto il lavaggio del cervello, avrei fatto un addio al nubilato degno di Anny.

"Te stai scherzando" rivelai stupefatta, dal suo comportamento da moglie perfetta.

La sentii ridere, battendo le mani sul volante.
"Ovvio che scherzo, bisogna fare baldoria" gridò aprendo il finestrino, urlando come una pazza, ora sì che la riconoscevo.

"Se mi fai un altro scherzo del genere ti soffoco" puntualizzai incrociando le braccia al petto, beccandomi una linguaccia per tutta risposta.

Arrivammo davanti casa di Anthony, parcheggiando la macchina, entrando in casa.

"Amore scendi abbiamo visite" urlò facendomi spazio per entrare in casa, guardandomi sorridente. Ero contenta di vederla così dopo tanto tempo aveva finalmente trovato la persona giusta.

Lo sentii ridere e parlare con qualcuno quando vidii 4 gambe scendere le scale, domandandomi se magari Anthony avesse un cugino o parente super sexy, per allietare le mie giornate.

Quando riconobbi quella voce, quella risata odiosa, aprii la porta di casa, facendo cenno ad Anny di avere una chiamata in corso e che avrei dovuto rispondere urgentemente, nascondendomi nel retro della casa, appoggiandomi al muro, chiudendo gli occhi, respirando affannosamente.

Non poteva essere vero, la sfortuna ci vedeva proprio bene con me.
E se avrei pensato di passare un matrimonio noioso, ora sapevo che sarebbe stato insopportabile da sopportare.

Mi portai una mano sul petto, sentendo il cuore battere forte, avvertendo dei passi lenti e sicuri, avvicinarsi.

"Regola numero 20: in caso vi scontriate con una persona a voi non grata, scappate o se non avete tempo nascondetevi" recitò una regola del mio manuale, avvicinandosi al mio orecchio, scostandomi una ciocca di capelli, mentre restavo con gli occhi chiusi, pensando che fosse ancora un sogno.

"Era così la regola o sbaglio?" Chiese, alitando sul mio collo nudo invadendomi con la sua colonia.

Aprii gli occhi lentamente, gettando un'occhiata fugace al suo cristallino troppo vicino al mio per non essere avvolta da un turbine di emozioni.

"Era la numero 21" affermai, prima di staccarmi dal muro, sorpassandolo con una spallata, rientrando in casa, sentendolo ridere dietro le mie spalle.

Sarebbero stati giorni lunghi, forse i più lunghi di tutta la mia vita, ed avrei dovuto trovare uno stratagemma alla Maggie.

Una Scommessa DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora