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Non era servito a niente non dire il nome dell'hotel dove alloggiavo, il destino ce l'aveva con me, ora ne ero sicura più che mai. Forse avrei dovuto consultare l'oroscopo per capire che avevo i pianeti contro, un cartomante, o semplicemente la nuvoletta di Fantozzi mi perseguitava ad ogni passo.

Presi un lungo respiro. Era disteso sul letto in boxer, con le braccia conserte, appoggiato allo schienale in pelle del letto come se non gl'importasse, anzi forse era addirittura divertito dalla situazione, lo percepivo dal sorrisetto che alleggiava sul suo bel volto da sciupa femmine incallito.

"Te lo chiedo per l'ultima volta, e con calma. Cosa diavolo ci fai tu qui?" Gli puntai un dito contro, aumentando in me la rabbia nel vederlo così composto.

"Che domande signorina 'tu mi stufi' sono qui per dormire, alloggiare, chiamalo come vuoi" rispose mettendosi più comodo, con le braccia incrociate dietro la testa, chiudendo gli occhi.

"Per favore, abbassa le braccia, non vorrei morire asfissiata con il puzzo delle tue ascelle" se voleva giocare l'avrei fatto volentieri, mi sarei resa insopportabile.

Aprì un'occhio squadrandomi, senza darmi risposta, richiudendoli.
Buttai la borsa sul letto, e mi tolsi il cappotto gettandoglielo in piena faccia.
Lo vidii inspirare, togliendoselo davanti al viso, mentre mi dipinsi un sorriso trionfante.

'Brava Maggie' mi dissi mentalmente.

"Fatti cambiare immediatamente stanza" asserii severa, andandogli di fronte con le braccia conserte.

"Perché non vai te a fartela cambiare" ribatté impertinente ed insolente come al solito.

Presi le chiavi della camera, sbuffando, chiudendo la porta dirigendomi alla hall, per il grosso malinteso, con tutti gli uomini proprio con lui dovevano sbagliarsi.

Vidii la ragazza intenta a parlare al telefono, quando mi avvicinai si scusò facendomi attendere, mentre le mie gambe ballavano impazienti.

"Eccomi signorina, qualche problema?" Chiese cordiale, ridestandomi dai miei pensieri.

'Qualche problema' oh se solo sapesse del mio problema.

"In realtà si. Vede c'è stato un equivoco. La mia stanza è già occupata. Non è che potrebbe cambiarla?" Aggiunsi sorridendole, sembrando il più gentile possibile, ma la mia faccia ingannava su quanto fossi furiosa.

Mi fece il gesto di aspettare con la mano, controllando al computer le prenotazioni.

"Lei è la signora O' connel?" Chiese riportando l'attenzione su di me.

"Signorina la ringrazio. Si sono io" precisai. Dovevo avere la faccia da zitellona acida evidente.

"Nessuno sbaglio. Vede la signorina Mancini ha chiesto se sulla sua prenotazione potessi inserire anche il signor Brian Wilson. Le spiego meglio. Le ho detto che purtroppo era tutto pieno fino alla fine del mese, e mi ha spiegato che il suo fidanzato ha deciso di venire all'ultimo minuto" a quelle parole sgranai gli occhi, per poco la saliva non mi andava di traverso.

"Ah le ha detto esplicitamente, il mio fidanzato. Perfetto, vede è che siamo, come dire...ha capito no? La tipica Crisi" mimai la parola gesticolando, per sembrare convincente.
Mi guardò alzando un sopracciglio e serrò le labbra scuotendo la testa.

"Mi dispiace signora" affermò dispiaciuta.

Presi un respiro più profondo chiudendo gli occhi.

"Signorina, per l'amor del cielo." Sbottai fuori di me, portando l'attenzione di tutti i clienti che affollavano la hall addosso a me. Li guardai ad uno ad uno con lo sguardo da omicida, vedendoli tornare alle loro mansioni.

Una Scommessa DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora