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Erano passati 4 giorni da quando ero tornata a New York. Mi era mancata. La gente sempre indaffarata, i negozi addobbati, e non c'era una vera e propria ragione, ma sai che quando torni nella tua città tutto è più bello di prima.

Sentii suonare alla porta, mentre mi guardavo allo specchio, mettendomi gli orecchini di perla, per illuminare il volto. Lo ammettevo ero spenta ultimamente, e sapevo anche il motivo, che cercavo di tenere racchiuso, pensando ad altre regole e ad elencare le -Sfighe di Maggie O'Connel-.

"Arrivo" Pronuncia a voce alta, sistemandomi i capelli in avanti, che ricadevano sulle spalle coperte solo da delle bretelline fini, per avviarmi ad aprire, poggiando un palmo al muro per infilarmi le scarpe nude con il tacco. Abbassai la maniglia d'ottone, ritrovandomi Paul in tutto il suo splendore.

"Tesoro, come sei chic" esordì con un sorrisetto sghembo, prendendomi la mano, facendomi fare il giro su me stessa.

"Non mi posso lamentare" replicai soddisfatta, anche se il viso mostrava un sorriso, sapevo che ormai quello zotico riempiva la mia testa dove prima l'unico pensiero era fare festa e come liberarmi dal letto di un ragazzo conosciuto la sera prima.

Presi la pochette, chiudendo la porta a chiave, attraversando il vialetto ghiaioso, che scricchiolava sotto i miei tacchi, pregando di non inciampare in un sassolino. Anche se sapevo che la fortuna ultimamente non passava dalla mia via, o semplicemente da casa mia.

Aprii la portiera del passeggero, ed entrai dentro, guardando Paul metter in moto il suo "Super Maggiolino" come lo definiva lui, mentre per me sembrava più una carcassa ammaccata, ma gli lasciai credere che per una mostra di auto da rottamare sarebbe stata perfetta, ma stasera speravo solo che ci portasse a destinazione.

Ammirai la mia stupenda città illuminata, mentre piccole gocce iniziavano a picchiettare sul parabrezza. Le fissai ammaliata, come se fosse una scena eclatante, che non avevo mai visto in vita mia. Solo che quelle gocce mi ricordavano Brian. Il nostro addio avvenuto 4 giorni fa. I suoi capelli scompigliati, e la giacca bagnata.

"A cosa pensi?" Mi risollevò dai miei pensieri catastrofici, mentre scossi la testa guardando fuori dal finestrino.

"Che se azionassi i tergicristalli avresti più visibilità" Ammisi tentando di avere un tono di voce convincente, che non faccesse trapelare le mie emozioni.

Mi guardò con la coda dell'occhio annuendo, azionandole, quando si fermarono a metà.
"Credo che non funzionano" Rivelò l'ovvio, come se non me ne fossi accorta.

Pigiò il pulsante più volte, quando iniziarono a rimettersi in moto.
"Oh magari si" Ribattei puntualmente, vedendolo alzare le spalle soddisfatto che il suo piccolo rottame funzionasse ancora.

Arrivammo davanti al locale, parcheggiando la macchina in uno spiazzato, affollato da altre.
Scendendo per entrare dentro.

"Tesoro ti vedo strana" Affermò Paul, facendomi sgranare gli occhi. Non poteva essersi accorto che mi mancava quell'arrogante, bugiardo.

Lo guardai mordendomi il labbro.
"Ho solo sete" Rivelai facendo spallucce, strattonandolo per la mano, sorridendo.

Prendemmo postazione ad un tavolino. Quando venne il cameriere per prendere le ordinazioni, sentii Paul tirarmi una gomitata, emettendo un urlo debole.
"Ahi" esclamai, scioccata, massaggiandomi la parte dolorante.

"L'hai riconosciuto?" M'intimò piegandosi in avanti, sussurrandolo vicino al viso.

Spostai lo sguardo sul cameriere che era ad un passo da noi, prendendo carta e penna dal grembiule.
Era il ragazzo del treno dagli occhi azzurri. Quello con cui si scontrò Paul con il mio povero trolley.

Una Scommessa DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora