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Pov.Brian

Stava per cedere, e se non fosse arrivato Anthony non so se mi sarei fermato, non so se sarei andato oltre ad un semplice bacio. In quella stanza sapeva tutto di lei, il suo profumo inebriava i miei sensi in quei pochi metri quadri, mischiandosi al mio.
Sarei andato oltre, lo sapevo. Non ero capace di controllarmi, non con lei.
Vedevo le sue gemme splendere, il respiro pesante a contatto con la mia mano calda premuta su i suoi fianchi freschi e morbidi. Come schiudeva le labbra, lasciandomi il dono di poter assaggiarla di nuovo, ancora, meglio.

Fottuta scommessa. Non sapevo se dovevo andare avanti, ci rimuginavo. Non volevo perderla, ma dio se mi ero fregato con le mie stesse mani. Non poteva essere una cozza?! Sarebbe stato più semplice.
Ed invece era bellissima, testarda, cocciuta, odiosa, permalosa. Era ciò che non volevo eppure la volevo, sul serio. Non sapevo spiegarmi il perché. Io usavo le donne, mi piaceva scoparle e basta, ed il pensiero di usarla e poi fregarla in modo meschino, mi faceva sentire un pezzo di merda.
Ma dovevo andare avanti.

Il fatto che non mi aveva calcolato per due giorni m'imbestialiva, avrei voluto chiedere spiegazioni, ma in quel momento avevo solo un pensiero in testa. Le mie mani che percorrevano le sue curve sinuose. Cazzo.

Eravamo nel camioncino affittato, facendo il giro di Firenze, mentre due ragazze, giravano intorno ai pali. Era spazioso, c'era champagne poggiato su tavolini ai lati dei divanetti in pelle neri, dove eravamo seduti.

Anthony era già alticcio, rideva guardando una bionda dai capelli lunghi fino alle spalle e lisci, piegarsi, strusciando le natiche coperte solo da un perizoma, al palo posto in mezzo al camioncino. Mentre l'altra dai capelli castani si arrampicava sull'altro palo, allargando le gambe. I corpetti di pelle che strizzavano i loro seni generosi, gli autoreggenti, i reggicalze, i tacchi.

Era tutto estremamente eccitante. Ma in quel momento immaginavo solo Maggie, mostrarsi in tutta la sua bellezza. Immaginavo che fosse lei a ballare su quel palo. Ed ora che gli occhi neri di questa ragazza bionda mi guardavano lussuriosi, pensavo fossero i suoi.
Ora che si stava avvicinando, credevo fosse lei.

Si mise a cavalcioni su di me, mentre l'altra si mise su Anthony che si divertiva, ma senza fare nulla oltre a scherzare e farsi ballare addosso.

"Non sei uno di grande compagnia" mi sussurrò all'orecchio, con voce accaldata, spostandosi i capelli di lato, strusciando il petto su di me, muovendo il bacino, avanti e indietro, come se stessimo facendo sesso.

"Non ho niente da dire" asserii serio, sentendo la sua mano, insinuarsi in mezzo alle sue gambe, toccandomi la patta dei jeans.

"Mi eccitano i tipi silenziosi" rivelò sorridendomi, mordendomi il lobo dell'orecchio. Devo ammettere che ci sapeva fare. Chiusi gli occhi al pensiero che fosse lei, attirandola per la nuca baciandola, mentre le nostre lingue giocavano senza dolcezza.

Quando il camioncino si fermò, davanti ad un locale, facendoci scendere, con le ragazze, che si coprirono con un vestito succinto.

Avevano prenotato un tavolo, dove ci aspettavano altri due colleghi di Anthony e mio fratello Carl.
Scortammo le ragazze al tavolo, che si presentarono felici, mettendosi a sedere, accavallando le loro gambe, scherzando, provocandoli.

"Ti stai divertendo?" Chiese curioso Anthony, mentre appoggiò i gomiti al bancone, per ritirare le bottiglie prenotate.

Mi girai verso di lui lentamente, intento a guardare la vodka che veniva versata nei bicchieri.
"Una bella serata" rivelai sincero. Infondo ero con il mio amico. Ne avevamo combinate di tutti i colori ai nostri tempi, con la differenza che lui era cambiato, mentre io forse ero rimasto radicato ad un eterno Peter Pan.

Una Scommessa DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora