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Pov. Brian

Non avevo scusanti. Ed ora lo sapevo bene. Il mio stupido piano mi si era ritorno contro, perché prima o poi tutto torna indietro.
Mi sentivo un'emerita testa di cazzo, forse per la prima volta nella mia vita.
Avevo visto quelle gemme essere fuoco che mi bruciava, e poi spegnersi dentro il mio oceano che non si dava pace.

Aveva ammesso tutto. Ed io stupido l'ho lasciata andare via. Che senso aveva inseguire qualcosa che non puoi più avere?! Nessuno. Quindi decisi di restare fermo impalato su quella panchina, incapace di fare qualsiasi cosa. Maledicendomi. E forse era l'unica cosa che riuscivo a fare bene.

"E così hai vinto la scommessa. Non sei contento?" Sentii la sua voce soddisfatta, e il rumore dell'erba frusciare sotto le sue suole.

Alzai lo sguardo iroso verso di lui, alzandomi di scatto dalla panchina, spinto da una forza maggiore.
"Che cazzo gli hai detto?" Sbottai aspro, vedendolo sorridere, infilandosi una mano in tasca.

"Solo la pura e semplice verità fratellino. Da qualcuno doveva pur saperla" rispose pacato, come se niente lo turbasse.

Gli andai in contro, prendendolo per il collo della camicia, facendolo sbattere contro il muro.
"Che cazzo ti è saltato in mente? Eh? Rispondi. Sei solo uno stronzo frustato" ribattei digrignando i denti, tanto da farmi male, mentre la rabbia s'impossessava del mio corpo ad ogni suo sguardo compiaciuto.

"Andiamo era solo una scommessa" rivelò sfidandomi con lo sguardo. Mi stava istigando.
Serrai la mano in un pugno forte, sferzandoglielo in pieno viso, vedendolo accusare il colpo, tossendo, senza mai staccare lo sguardo dalla mia ira.

Lo rilasciai vedendo Jasmine venire verso di noi. Mentre lui tentava di aggiustarsi la camicia, premendo la mano sulla mascella indolenzita.
"Brian mi disp..." non la lasciai finire, che le andai in contro a muso duro, puntandogli un dito contro.

"Non dire una singola parola, non la dire. Non ti dispiace di un cazzo, sei uguale a lui" spostai lo sguardo verso Carl che scuoteva la testa contenendo una risata.

"Giuro Brian" tentò ancora di scusarsi, spostandosi i capelli dietro l'orecchio, allungando una mano verso il mio braccio che ritrassi.

"Era già finita tra noi Jasmine. E non si può riparare qualcosa di rotto, specialmente se dei pezzi mancano" rivelai ispido, vedendola chinare il capo, annuendo debolmente.

Mentre mi tolsi dalla visuale dei due traditori.
Notai Anny venirmi incontro, tenendo i lembi del vestito tra le mani, per non sporcarlo a terra.
"Dov'è?" Le chiesi come se l'unica cosa che m'importasse fosse quella. Ed infatti lo era. Avevo l'azienda di papà, ma la cosa più importante mi era sfuggita tra le mani, quando sarei voluto rimanere su quella mongolfiera per sempre.

"Hai il coraggio di chiedermelo? È andata via. E se ci tieni a lei non cercarla." Mi guardò piena di amarezza come la sua voce, tornando dentro.

Non potevo non cercarla, avrei rimediato, ma dovevo tentare di riconquistarla. Alzai gli occhi al cielo, notando una goccia scendere, bagnandomi la punta del naso, sapendo che anche se oggi piove, domani ci sarà il sole, e questo era Maggie per me, un sole raggiante, che mi scaldava e mi faceva ridere.

Pov. Maggie

Tornai in hotel, amareggiata. Una morsa che mi stringeva il petto. Ero una scommessa, un gioco dove si era divertito. Per la prima volta nella vita in cui mi ero lasciata coinvolgere dalle mie emozioni ero stata rimasta frecciata. Che stupida. Avevo mollato le mie regole per uno così, quando altri uomini avevano tentato di entrare nel mio cuore oltre che nelle mie mutande. Ma avevo la chiave, e non la cedevo.
Ed invece a Brian gli avevo lasciato tutto, non sapevo quando, ma era avvenuto.

Una Scommessa DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora