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Mi ero rigirata tutta la notte nel letto, non trovando mai una posizione comoda e un po' di pace per la mia agitazione. Molte volte ho pensato di aprire quella dannata porta che mi separava dal l'insolente ma poi mi ero ripromessa mentalmente di non farlo. Per quanto odiassi ammetterlo e nonostante le sue parole mi fossero arrivate come una secchiata d'acqua gelida, non riuscivo ad essere arrabbiata con lui profondamente. Mi metteva a soqquadro tutte le mie convinzioni di vita, distruggeva le regole ferree di una vita. Era odioso eppure lo volevo.

Maledizione Maggie, come sei arrivata a ridurti così?!? La verità era che nemmeno io lo sapevo, forse stavo cambiando ma non mi sarei lasciata piegare così facilmente.

Sobbalzai quando la vibrazione e il display del cellulare s'illuminò, portandomi a pararmi gli occhi con una mano, tirandomi su portandomi le coperte.

Anny
Ho bisogno che tu venga subito. Ho una sorpresa per te.

Riposai il cellulare sul comodino, alzandomi. Chissà che aveva di sorpresa. Dopo quella di Paul nulla sarebbe stato peggio.

Aprii piano la porta di camera, per uscire di soppiatto, una volta vestita e lavata. Gettai un occhio a destra ed uno a sinistra. Tirai un sospiro di sollievo quando non lo vidii, prendendo la borsa e il cappotto dall'attaccapanni, uscendo dalla camera.
Arrivai alla hall dove lasciai le chiavi, ricevendo un sorriso dalla receptionist che credeva fossi psicotica mentale, può darsi che lo ero.

Chiamai un taxi, finché non arrivai a casa di Anny.

Suonai il campanello, vedendola correre ad aprirmi.

"Entra" mi prese per la manica del cappotto trascinandomi dentro.

"Buongiorno anche a te" esultai sarcastica vedendo che non ci fece caso.
Aprì la porta della cantina invitandomi a scendere.
La seguii titubante, odiavo gli spazi ristretti e bui.
Accese la piccola lampadina appesa al soffitto che si reggeva a malapena da un filo elettrico, per poi mostrarmi la sorpresa.

Era un vestito rosso lungo a sirena, con uno spacco a destra, ed uno scollo a cuore. Spostai lo sguardo verso Anny che mi guardava aspettando una mia reazione.
"È bellissimo" confessai vedendo il suo sorriso smagliante irradiare.

"È per te. Sei la testimone, e hai fatto tanto per me che mi sembrava il minimo" rivelò sincera. Mi sentii gli occhi umidi. Nessuno mi faceva sentire come Anny. La parte di un tutto.
Saltellai sbattendo i tacchi per terra facendogli un cenno di venire ad abbracciarmi. La guardai scoppiare a ridere per poi allargare le braccia stringendoci in un abbraccio.

Quando sentimmo il campanello.
Si scostò scusandosi.
"Dev'essere il postino" affermò salendo le scaline, mentre girai intorno al vestito estasiata.
Quando vidii la luce iniziare a divenire più fioca, lampeggiando, e dei passi provenire dalle scale e il rumore della porta chiudersi. Finché non si oscurò tutto.

"Chi c'è? Anny?" Proruppi intimorita, camminando rasente al muro, quando un'ombra immobile si parò davanti a me. Mi sentii le gambe come gelatina. Alzai piano la gamba sfilandomi il tacco, scaraventandoglielo addosso.

Sentii lo stonfo della caduta e poi un'imprecazione da una voce al mio udito familiare. Oh porca bacca. No anche qui.
"Che cazzo Maggie. Dico ma sei impazzita?" Sbottò lanciando la scarpa contro il muro, vedendo la luce riaffiorare a poco a poco, mostrandomi il volto di Brian con la mascella rigida, massaggiarsi la guancia.

"Non credevo fossi te" replicai inacidita, mettendomi a braccia conserte, quando lo guardai trattenere un sorriso. Possibile che ogni volta che ero incavolata lui rideva. Insolente.

Una Scommessa DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora