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Pov.Brian

Cavolo, se era stato divertente vederla su quel palco muoversi in agitazione, mordendosi il labbro contornato da un rossetto rosso scarlatto, quella bocca che avrei voluto vedere in un altro posto, e non poggiata sul microfono.

Mi alzai dal tavolo, per andare a fumare, controllando certi pensieri. Ogni tanto dimenticavo che era una scommessa ma mi ero buttato in un gioco che mi avrebbe risucchiato, lo sapevo bene.

Mi appoggiai al muro, con il ginocchio piegato, poggiando la suola della scarpa al muro, estraendo il pacchetto di sigarette, prendendone una con i denti, per poi accenderla, parandomi una mano davanti. Tirando una boccata subito dopo.

Mi sentii mettere una mano sulla spalla, girandomi nella sua direzione.

"Che cazzo stava succedendo?" Esclamò burbero, piazzandosi di fronte a me.

"Non capisco a cosa ti riferisci" replicai strafottente, rigettando il fumo in mezzo a noi, vedendo la nube dissolversi piano, lasciandomi la visuale dei suoi occhi inquisitori.

"Lo sai Brian. Ti ho visto come la guardavi, e non mi piace. Non hai mai guardato neanche Jasmin in quella fottuta maniera" spiegò senza urlare, ma sapevo che corrodeva d'ira.

Mi tolsi dal muro, poggiando le mani sull'inferriata del balcone, inspirando.
"Ma come cazzo te lo devo dire. Sto facendo il gentile, per questa cazzo di scommessa. Non lo volevi?" Sbottai incazzato, più per la stronzata che ricordavo a me stesso, chiudendo gli occhi.

"Non mi sembrava che stessi facendo finta. Ti stai innamorando di quella" mi rimbeccò beffeggiatore, vedendo un sorrisino aleggiare sul suo volto curato di barba. Lo stesso mio colore che luccicava illuminato dal lampione sulla strada che ci abbagliava anche a noi. Era contento. Contento che avrei perso.

Lo spintonai contro il muro girandomi, tirandogli il bavero della camicia, mentre nessuno era nei paraggi, scherzando dentro, facendo discorsi al microfono e applausi che arrivavano udibili alle nostre orecchie.
"Quella ha un nome." Dissi pieno d'astio. Mi stavo fregando bene.

"La difendi anche" proruppe continuando a ridere.

"Ti ho detto che non m'interessa, è una presuntuosa, snob." Sbottai, quando vidii un'ombra a terra. Alzai piano gli occhi verso tutta la sua figura, verso la sua bellezza, incontrando due gemme gelide e lucide.

"Sono venuta a chiamarti...per, il discorso" un sussurro appena udibile, accennando con il dito la porta.
Lasciai Carl che si ridestò, aggiustandosi la camicia, salutando Maggie con un cenno della testa che non ricambiò, entrando dentro.

Stava per entrare anche lei, quando la fermai, prendendole l'avambraccio come una morsa, temendola lì contro il suo volere.
"Aspetta" la supplicai, ed era quello che stavo facendo.

Si girò verso di me incazzata e furiosa, più bella che mai, divincolandosi dalla mia presa. Incrociò le braccia al petto, muovendo le gambe, per scaldarsi dal freddo.
Mi stavo per togliere la giacca ma mi fermò con un gesto della mano.
"Non sprecare la tua giacca per una snob presuntuosa, del cavolo...e se non hai altro d'aggiungere alla lista vorrei tornare dentro dai parenti dei miei amici" tratteneva un singhiozzo, spezzando le parole che uscivano amare da quelle labbra perfette.

L'afferrai per la vita, attirandola contro il mio petto.
"Scusa, non lo pensavo. Ho detto cose che non pensavo preso dalla rabbia" cercai di scusarmi e riparare al danno fatto. E ringraziavo che non avesse scoperto della scommessa. Ci tenevo a lei. Cazzo com'era potuto succedere non me lo spiegavo, ma era così.

Poggiò i palmi sul mio petto, scivolando dal mio corpo, guardandomi gelida, scuotendo la testa.
"Sei uguale a tutti" affermò risentita, prima di poggiare la mano sulla maniglia e sparire dalla mia visuale, mentre imprecai mentalmente, sbattendo le mani sull'inferriata fredda.

Coglione, sei un emerito coglione Brian.

Tornai dentro, mentre sentivo il suo sguardo trafiggermi, spostandosi a chiacchierare movimentata con il cugino di Anthony. Un coglione di prima categoria, ma in effetti in quel caso lo ero io.

Avanzai verso il palco, prendendo il microfono in mano mentre Anthony ed Anny mi guardarono sorridenti. Gettando un'occhiata a Maggie che parlava ancora con quello lì.

"Buonasera a tutti. Che dire, conosco Anthony da un bel pezzo. E cavolo ne abbiamo combinate di tutti i colori. Ma sapevo che prima o poi arrivasse una donna a far sciogliere il suo cuore ibernato. Anny anche se ti conosco da pochissimo è come se ti conoscessi da un po'. Anthony parlava ore ed ore di te al telefono, ricordandomi quanto fosse bello il sentimento che condividete. Siete fortunati ragazzi" sudavo, e tremavo. Guardai Maggie, puntare le sue gemme velate su di me, con la bocca schiusa mentre il cugino di Anthony continuava a parlare. Ma lei non badava a lui. Finchè non scosse la testa, ritornando a ridere.

Gli applausi arrivavano Sordi. Troppo preso a pensare a lei.
"Grazie amico" rivelò Anthony, abbracciandomi tirandomi una pacca sulla schiena.

Tornai a sedere, incazzato con me stesso. Non erano questi i piani. Avrei voluto assaggiarla tutta la notte.

"No ma dici sul serio? Fammi vedere" accennò mentre lui si tirò su la maglietta, mostrando il tatuaggio sotto la costola a Maggie, che...cazzo ci passò un polpastrello sopra.
"Bellissimo davvero" esultò sincera, dandomi le spalle, mentre la vecchia inquisitrice mi guardava come per dire 'ti stanno soffiando la ragazza'.

Sbuffai poggiando i gomiti sul tavolo, passandomi una mano frustrato tra i capelli.

"Ne ho un altro, se vuoi te lo faccio vedere dopo" rivelò con un tono che non mi piaceva, mentre Maggie rise.

"Vedremo" il suo tono malizioso che usava con me, e scommettevo anche quegli occhi da gatta sensuale che lo guardavano.

Mi girai stufo, senza un motivo, anzi un cazzo di motivo c'era. Rosicavo, alla grande.
"Tienilo per la prossima troia il tatuaggio, lei viene via con me" sbottai adirato, mentre mi guardò alzando un sopracciglio con la sua aria da superiore e quegli occhi neri che mi scrutavano.

"Te sei l'amico di Anthony vero? Ecco attieniti a quel ruolo. Credo spetti a lei decidere con chi stare" replicò con il mio stesso tono, mentre Maggie chiuse gli occhi prendendo un respiro.

"Smettetela. Non verrò con te Davide, sei un bel ragazzo ma non è un buon periodo, scusa" si scusò sincera, con un'alzata di spalle, mentre lui si rizzò in piedi, dandogli un bacio sulla guancia.

Mi sentii sollevato, cazzo se lo ero. Almeno smetteva di fare lo sbruffone.
Quando si girò dalla mia parte con le mani serrate sullo schienale della sedia.
"Riguardo a te. Togliti quel sorrisino. Da oggi si cambia regole. Ti conviene ripassarle Erik, t'interrogo" mi congedò con quelle parole, con il suo tono stizzito che aveva sempre avuto, quel tono che mi faceva andare su tutte le furie ma che non volevo mai che smettesse.

"Le conosco a memoria Miss" le sfiorai il lobo con le labbra sentendola irrigidirsi. Cavolo lo sapevo che mi voleva ancora.

"Allora attieniti alla 14" affermò risoluta, rigirandosi, mangiando il dolce.

Mi ricordo qual era.
Regola numero 14:
-se un uomo ti delude, non pregarlo, non andargli dietro e non fate le donne zerbino. Potete star male, ma dovete fingere per non dargli soddisfazione. La miglior medicina è ignorarlo. Dovrà provare quello che hai provato te in quel momento.

Non sapevo che mi preannunciava ma qualsiasi cosa fosse stata, lei sarebbe scivolata di nuovo con me, che forse stavo già scivolando.

Devo chiedere, quante di voi vogliono il capitolo 25 ora?!? Scusate per la richiesta 😂😂😂

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