4 L'appuntamento

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*LUCE*

Mancavano solo dieci minuti alle nove e mancava poco che mi venisse un'infarto.

"Calmati" ripeto davanti allo specchio una decina di volte, di solito funziona.

Alla fine avevo optato per un tubino corto con scollatura a cuore rosa acceso con sopra un chiodo di pelle borchiato e bikers neri.

I capelli mi cadono morbidi fino a metà schiena e per la prima volta mi sento bella, come se avessi preso consapevolezza del mio corpo.
Anche se continuavo a non capire cosa Gabriel trovasse in me, non ero male ma lui era sicuramente di un'altro livello.

Il suono del campanello mi risveglia da questi pensieri e l'agitazione si impadronisce di nuovo di me.
Scendo di corsa le scale e apro la porta.

"Ciao" gli sorrido.

"Wow... sei stupenda" sembra sinceramente colpito e questo non fa altro che farmi sentire ancora di più le farfalle nello stomaco.

"Grazie.. andiamo?" Chiedo timidamente.

Lui mi prende la mano e mi accompagna alla Mustang che guardo con ammirazione.
Non posso ancora credere che tutto questo stia capitando a me.

Dopo quaranta minuti di viaggio Gabriel parcheggia, siamo sulla costa, il mare sembra un'infinita pozza nera illuminato dalla luna.
Il ragazzo mi apre la portiera e mi prende per mano portandomi sulla spiaggia.

"Fermiamoci qui" Esclama tranquillo.

Prende da un sacchetto di cui mi accorgo solo ora un telo da mare.
Ci sediamo e io mi sento sciogliere, nessuno aveva mai fatto niente del genere per me.

"Raccontami qualcosa di te"

"Cosa vuoi sapere?"

I suoi occhi sono bellissimi ma allo stesso tempo inquietanti al buio, mi sembra che possano risucchiarmi da un momento all'altro.

"Parlami dei tuoi genitori"

Lui si irrigidisce per qualche secondo, poi il suo volto torna a rilassarsi, magari é stata solo un'impressione.

"Mio padre è un'uomo molto carismatico e autoritario, abituato al fatto che la gente faccia quello che dice"

Sono sempre più curiosa dalla sua risposta.

"Hai un bel rapporto con lui?"Chiedo.

"Si, ma ti ripeto é un'uomo molto duro, a volte fa paura"

"Paura?" Chiedo confusa dalla sua risposta.

"A me no quasi per niente, ma tutti gli portano rispetto e cercano di esaudire ogni suo desiderio" risponde titubante, come se non sapesse se dirmi tutte queste cose.

"Che lavoro fa?"

"Oh..lui é.. é il presidente di un'azienda"

"Allora capisco perché é abituato a farsi obbedire da tutti"

Gli sorrido e lui dopo qualche secondo di esitazione ricambia, sembra che i suoi denti brillino alla luce della luna.

"Sai avendo un padre così...importante.. mi chiedo se sarò mai alla sua altezza, se gli altri mi rispetteranno come rispettano lui" continua lui pensieroso guardando il mare.

"Lui è lui, tu sei tu. Non potrete mai essere uguali. Ma tu puoi imparare dai suoi successi e dai suoi errori, se lo farai é molto probabile che sarai anche migliore di lui" rispondo sincera.

Lui mi guarda con sguardo indecifrabile.

Ammirazione?
Sorpresa?

"Tua madre?" Continuo a chiedere.

Se Il Diavolo si innamoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora