35 Fraintendimenti

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*LUCE*

"Qui andrà bene" afferma Adriel.

"Non sono abituato a tale lusso"

Ironizza Gabriel che viene subito fulminato con gli occhi dall'angelo.

Sorrido per i continui battibecchi tra i due, mentre poso uno degli zaini pieni di viveri sul pavimento di cemento, sollevando una nuvola di polvere.

La chiesa si trova proprio di fianco alla piccola fabbrica abbandonata dove avevamo deciso di stabilirci per due o tre giorni al massimo.
In caso di attacco, avrei dovuto correre solo pochi metri per mettermi al sicuro almeno per un pò, dando il tempo a me ed Adriel di studiare un piano di fuga. Questo perché io e l'angelo ci saremmo potuti rifugiare in chiesa, peccato che il piano seppur brillante aveva delle falle, ovvero Gabriel.
Il diavolo non poteva mettere piede nei luoghi sacri, sarebbe stato l'unico ad essere esposto in caso di un'ipotetico attacco.

Inutile dire che mi ero ribellata, ma Gabriel non aveva voluto sentire ragioni, la sua priorità ero io.
Non aveva capito che la mia era lui.

"Vado a "comprare" un sacco a pelo per Luce"

Ci informa Gabriel sorridendomi leggermente.

"Non ce né bisogno" rispondo sicura.

"Non voglio sentire lamentele su quanto ti faccia male la schiena dopo una nottata passata a dormire sul pavimento, quindi non discutere"

Normalmente avrei ribattuto o mi sarei sentita offesa, ma vederlo di nuovo concentrato e attivo mi fa sentire sollevata.

"Starò via per poco, pensa a rendere sicuro il più possibile questo posto"

Ordina all'angelo.

"E cercate di non farvi ammazzare durante la mia assenza"

Adriel alza gli occhi al cielo ma non ribatte.

Avevamo ispezionato tutte le stanze dell'edificio.
La fabbrica era su due piani, al piano terra non c'era nulla a parte alcuni vecchi e malandati macchinari, al piano di sopra invece c'erano cinque stanze, tre vuote se non per qualche piccolo ospite indesiderato come ratti e ragni, mentre nelle altre due c'erano i resti di scrivanie e armadietti.
Immaginai che il piano di sopra fosse dedicato agli uffici.

"Sistemiamoci qui" dice Adriel quando entriamo nell'ultima stanza, con la scrivania al centro, la più grande di tutto il piano.

"Credo che appartenesse al direttore viste le dimensioni" affermo avvicinandomi all'angelo che è fermo davanti ad una grande finestra.

"Questa finestra è ottima per controllare cosa succede all'esterno" Esclama sicuro.

"Adriel scusami per prima"

L'angelo si volta verso di me, nei suoi occhi leggo dolcezza.

"Non devi scusarti" risponde comprensivo.

"No, davvero. Hai disubbidito agli angeli lanciandoti in questa missione, probabilmente suicida, rinunciando al loro aiuto. Tutto questo per me"

Mi posa una mano sulla spalla.

"Luce non potevo abbandonarti. Nei giorni in cui sono stato a casa tua ho visto chi sei. Credi di essere debole e non capisci quanto sei speciale in realtà"

"Non credo proprio di essere speciale" dico mesta.

"Luce lo sei, io non vedo nulla di buono in Gabriel tu si. Non sei come gli altri e mi fido del tuo giudizio. Per quanto pensassi fosse impossibile, in qualche modo contorto lui tiene davvero a te e questo mi basta"

"Cosa ti succederà quando tutto questo in un modo o nell'altro finirà?"

"Affronteró la situazione quando sarà il momento" risponde serio.

"È tutta colpa mia. Voltate le spalle alla vostra razza e rischiate la vita per me"

Mi prendo la testa tra le mani.

Quanti altri sacrifici dovranno fare le persone che mi stanno accanto?

"Non è colpa tua. Era il tuo destino ancora prima che nascessi. Devi accettarlo"

Mi tira su il mento con le dita, rimanendo a guardarmi dritto negli occhi per quello che mi sembra un'eternità.
Sentiamo tossire, Adriel si stacca subito voltandosi verso la porta.

"Cosa stavate facendo?" Chiede Gabriel furioso.

Deve aver frainteso la situazione.

"Stavamo ispezionando l'edificio" risponde Adriel tranquillo.

"Stavi ispezionando anche il viso di Luce?" Chiede diretto Gabriel quasi in un ringhio.

"Cosa?! Gabriel hai frainteso" esclamo imbarazzata.

Il diavolo si volta di scatto nella mia direzione, i suoi occhi mi fulminano cambiando colore e diventando da neri come la notte a rosso cremisi.

"Davvero?"

Chiede ironico.

"O forse ho capito benissimo. Hai dedotto di aver sbagliato partito e per farti perdonare lassù ti butti sull'angioletto"

La sua voce trema dal nervoso. Nei suoi occhi sembrano comparire delle fiamme.

"Gabriel stai calmo, non stavamo facendo nulla"

Adriel cerca di tranquillizzarlo, ma il diavolo non lo guarda nemmeno.

"Come puoi dire una cosa del genere?"

Chiedo stupita e offesa dalle sue parole.

"Come colpevolizzarti. In fondo io sono un mostro" 

Sorride amaramente, prima di voltarsi e scomparire lasciando per terra gli acquisti che aveva fatto.


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