36 Cosa vuol dire essere umani

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* LUCE *

Ok Luce stai calma.

Come faccio a restare calma? Non riesco a pensare razionalmente.
Faccio un respiro profondo prima di rianalizzare la situazione.
Gabriel entra nella stanza e vede Adriel che mi tira su il mento e mi guarda intensamente.

Ok, forse chiunque avrebbe pensato male, se in più conto il fatto che è un Diavolo e che quindi le sue reazioni negative sono amplificate..

Mi mordo il labbro nervosa.

"Vado a cercarlo!" Esclamo incamminandomi verso la porta.

"No Luce aspetta qui"

L'angelo mi blocca prendendomi per un braccio.
Mi stacco infastidita.
La testa sembra esplodermi, le lacrime spingono per uscire dagli occhi.

"Lasciami! Devo trovarlo,lui.."

Mi prendo la testa tra le mani.

"Qualcosa mi dice che non è all'interno dell'edificio e tu all'esterno non esci, è troppo pericoloso"

La sua voce è seria e sembra non ammettere obiezioni ma non mi interessa.

"Lo devo trovare!" Gli urlo contro.

"Lo farò io, se è qui intorno lo troverò e farò in modo di farlo tornare così che possiate chiarire"

"È pericoloso. Lui é.."

"Arrabbiato? Si lo so" Mi interrompe l'angelo.

"Potrebbe prendersela con te" dico con un filo di voce.

"Non preoccuparti"

Cerca di calmarmi.

Sospiro prima di appoggiarmi ad una delle pareti, facendomi scivolare a terra, accanto alle cose che Gabriel si era procurato.
Sento i passi sicuri di Adriel allontanarsi dalla stanza, lasciandomi sola con le mie preoccupazioni.

Lo troverà.

Continuo a ripetere nella mia mente.
Gabriel non ci avrebbe abbandonato, non lo avrebbe mai fatto.

Vero?

*GABRIEL*

Avrei dovuto uccidere quell'angelo tempo fa!

Stringo i pugni fino a sentire del liquido bagnarmi le mani.

Sangue.

Lo capisco dall'odore, prima ancora di guardarmi e vedere il liquido cremisi sgorgare dai piccoli fori provocati dalle unghie conficcate nella carne a causa della rabbia.
Una nuvola di fumo nero mi aleggia intorno, circondandomi come uno scudo.

Devo calmarmi.

Continuo a ripetermi senza successo.
Anche la lingua mi duole a causa dei denti diventati appuntiti sempre a causa del mio stato d'animo.

Vedo i fiori di campo appassire venendo a contatto col fumo che ho intorno.
Questo è quello che sono.
Distruggo tutto quello che incontro.

Avevo davvero creduto che una come Luce mi avrebbe amato?

Un'anima così rara per la sua purezza e genuinità.
Ero stato davvero un'illuso.

La fabbrica si vede a malapena, preso dalla furia ero volato via per cercare di calmarmi, fino ad arrivare in un piccolo campo.
Non avevo mai provato tanta rabbia.

Non avevo mai provato nulla prima di lei.

Mi rendo conto solo ora quanto Luce mi ha cambiato.
Quello che ero convinto di sapere su me stesso, le certezze sulla mia razza, la sicurezza di essere impossibilitato ad amare. Tutto cancellato dai suoi occhi.
Il mio cuore, un muscolo immobile che adesso batteva come impazzito.
Luce aveva abbattuto il muro che conteneva le mie emozioni.

Mi ha reso più umano.

Mi ha reso quello che erroneamente avevo sempre disprezzato.
Avevo sempre visto gli umani come esseri deboli e stupidi, non capendo che per quanto breve e fragile fosse la loro vita, almeno la vivevano a pieno.
Solo adesso mi rendo conto che prima di Luce non vivevo.
Esistevo.

Anche volendo non potrei mai tornare alla mia vecchia vita. Non sono più quel diavolo.

Sempre se posso essere considerato tale.

Chi sono diventato?

Cosa sono?

Certamente la vita era più semplice prima, niente domande. L'unico interesse era provocare dolore, senza motivo, perché era naturale.
Adesso che ho provato quello che provano gli umani, non posso che capirli e apprezzarli.

Invidiarli.

Sorrido.
Mai avrei creduto di trovarmi a invidiare la razza umana.

Sento un battito d'ali e subito mi metto in posizione di difesa.
Mi rilasso appena noto la figura angelica di fronte a me.

"Ammetto che hai coraggio a presentarti qui. Non hai paura che ti uccida?" Gli dico in tono di sfida.

"So difendermi. E poi non credo che mi attaccherai" 

Adriel si avvicina.

Scoppio a ridere.

"Ah si?"

L'angelo mi fissa serio senza dire una parola.
Rimaniamo in silenzio uno di fronte all'altro per qualche minuto.
Per qualche istante accarezzo l'idea di strappargli il cuore.

"Luce è da sola"

L'angelo interrompe il silenzio.

"Appunto, torna subito da lei" ringhio.

"E tu?"

"Ti interessa?" Chiedo ironico.

"No. Ma a Luce si" risponde sicuro.

Abbasso gli occhi, sentire il nome di Luce pronunciato dalle sue labbra mi infastidisce.

"Lasciarla da sola è pericoloso. Torna con me, ti vuole parlare"

"Non insistere angelo, è meglio che tu te ne vada ora. Non sono mai stato un'asso a controllare i miei istinti e in questo momento vorrei ucciderti"

Lo guardo serio per fargli capire che non scherzo.

"Luce ha occhi solo per te, nonostante mi sfugga il motivo" dice prima di alzarsi in volo e tornare verso la fabbrica.

Non sono ancora pronto per tornare, il mio corpo non ha ancora invertito la trasformazione.
Mi siedo sotto un'albero che mi ripara almeno in parte dai raggi del sole.

Ecco come siamo.

Tu luminosa come il sole.

Io oscuro come la notte.




Se Il Diavolo si innamoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora