25 Cappuccino

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* LUCE *

Accarezzo il pelo del mio nuovo cane, a giudicare dal suo aspetto deve avere pochi anni.
Durante il viaggio non ha abbaiato nemmeno una volta, anzi, non ha fatto altro che dormire beato per poi svegliarsi ogni tanto e dopo qualche sbadiglio ritornare nel mondo dei sogni.

Chissà cosa sognano i cani.

Allontano questa stupida domanda dalla mia testa, concentrandomi di nuovo sull'animale.
Non ha un collare con la targhetta identificativa, quindi sono quasi sicura non abbia nessun padrone che piangerá la sua scomparsa.

"Bisogna trovargli un nome"

Mormoro più a me stessa che ai miei due compagni di viaggio.
Noto Gabriel attraverso lo specchietto lanciarmi un'occhiataccia, ma non si pronuncia.
Adriel invece si gira puntando lo sguardo benevolo sull'animale.
Non c'è più traccia di rabbia nei suoi occhi, sembra quasi impossibile che solo un'ora e mezza prima, abbia avuto una reazione del genere.

"Non ho mai dato il nome a nessuna creatura" esclama, prima di allungare una mano per accarezzare il muso del nostro nuovo amico.

"Oh beh non è difficile" rispondo io.

Sono contenta che i toni si siano placati e che almeno tra noi due il rapporto sia tornato pacifico.

"Soprattutto per gli animali, li puoi chiamare più o meno in qualunque modo" continuo.

Adriel mi guarda curioso, così decido di fargli degli esempi.

"Ad esempio il cagnolino di Kate si chiama Briciola, lo hanno chiamato così perché è molto piccolo di dimensione"

Mi fermo a pensare per qualche minuto.

"Un mio compagno di classe appassionato di fumetti ha chiamato il suo gatto Clark, come Clark Kent di Superman"

L'angelo annuisce col capo, ma il suo sguardo è ancora titubante.

"Non li ridicolizzate con questi nomi?" Chiede.

"Non credo.. per noi è naturale chiamarli in questi modi" rispondo sincera.

Dovevo piantarla di ascoltarlo, mi stava mandando in confusione.

"Allora..come ti chiamiamo?"

Mi rivolgo in tono dolce al cagnolino, che alza il muso verso di me, puntando i suoi occhi nocciola nei miei.
Mi soffermo su ogni caratteristica del suo aspetto, fino ad arrivare al colore del pelo, bianco con delle macchie color cappuccino, ed è lì che mi viene l'illuminazione.

"Ci sono! Lo chiameremo Cappuccino!" Esulto entusiasta.

Noto Gabriel dallo specchietto storcere la bocca in segno di disapprovazione, ma non ribatte.
Adriel invece ha la faccia stupita.

"Cappuccino?" Ripete.

"Si! Come il colore delle sue macchie" Spiego.

"Ah..capisco" annuisce ma non credo abbia capito veramente.

"Ti piace Cappuccino?" Chiedo dolce al cagnolino, che subito si alza e viene a leccarmi la faccia, facendomi scoppiare a ridere.

"Bravo amore!" Mi complimento accarezzandolo.

"Non è troppo lungo come nome?" Chiede di nuovo Adriel, sorridendo vedendo Cappuccino leccarmi il viso.

"Oh beh il diminutivo é Cap!" Rispondo veloce, continuando ad accarezzare il cane.

"Gabriel alla prossima pompa di benzina puoi fermarti? Devo andare in bagno" Chiedo gentile.

"Ok" risponde semplicemente il diavolo.

Eravamo in viaggio da un giorno e mezzo e già non ne potevo più.
Avevo bisogno di sgranchirmi le gambe, di una doccia, e di cibo vero.

Adriel non parlava quasi mai.

É davvero difficile per lui dover viaggiare con il figlio di Lucifero.

Stava a guardare il paesaggio fuori dal finestrino per tutto il giorno, come se fosse malinconico, e questo mi metteva più tristezza di quanta già ne provassi per me.

Anche Gabriel stava in silenzio, con la differenza che a volte mi lanciava strane occhiate dallo specchietto retrovisore.

"Sapete? Esiste una cosa chiamata radio!"

Così dicendo, mi sporgo dai sedili posteriori, arrivando all'autoradio accendendola.

Follow me dei Muse suona ad alto volume nell'abitacolo e non posso fare a meno di sorridere e canticchiarla.

La radio sembra farmi sentire subito meno sola, riempiendo di musica e parole quello spazio occupato fino ad allora dal silenzio estenuante.
Mi sento meglio, più viva, come se avessi risvegliato una piccola parte di me che ricorda i piaceri della vita oltre che la fuga e la paura.

"Vi piace?"

Chiedo ai miei due compagni di viaggio, sperando di poter condividere con loro un pò del mio ritrovato entusiasmo.

"Non è male, di solito i vostri standard sono molto più bassi" risponde Gabriel, riferendosi alla canzone.

Sorrido compiaciuta, ignorando il pensiero poco carino del Diavolo sugli standard umani.

"A te?" Chiedo ad Adriel.

"La musica é molto bella"

Mi sorride e mi sta venendo il dubbio che lo stia dicendo per assecondarmi, ma scaccio subito il pensiero allegra.

Scendiamo dall'abitacolo, finalmente arrivati ad una pompa di benzina, con annesso bar/ tavola calda e supermarket.
Le mie gambe ringraziano di potersi sgranchire finalmente.
Con noi scende anche Cappuccino, che rimane ubbidiente al mio fianco trotterellando.

Dopo essere stata alla toilette, dove mi sono data una rinfrescata al viso e ai denti, entro nel piccolo bar dove i miei due compagni mi stanno aspettando in silenzio.

"Per me cotoletta con patate"

Ordino sorridente alla cameriera che prima di abbandonare il tavolo lancia l'ennesimo sguardo ai miei accompagnatori.
Le sembrerà assurdo che una ragazza come me sia seduta insieme a non uno, ma ben due dei ragazzi più belli che lei abbia mai visto.

Nessun cantante o attore della tv può anche solo lontanamente, avvicinarsi alla bellezza dei due ragazzi.
Non è solo una questione estetica, a parte il loro aspetto perfetto e fuori dal comune, è il portamento a renderli diversi da chiunque altro.
La camminata felina e piena di grazia, i movimenti fluidi e mai goffi, la schiena dritta e la testa alta abbinata allo sguardo regale.
Quei due sono perfetti in tutto.

E io mi sento come un pezzo di insalata incastrata tra i denti in confronto a loro.

Cosa ci trovava Gabriel in me?

Sempre ammesso che ci trovasse ancora qualcosa, visto che mi rivolgeva a malapena la parola ultimamente.

Una manina mi afferra per un braccio facendomi voltare e distogliendomi dai miei pensieri.


Se Il Diavolo si innamoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora