* LUCE *Sorrido a Cappuccino che mi spinge col suo dolce musetto, deve aver captato il mio stato d'animo e a suo modo cerca di consolarmi.
Sospiro demoralizzata.
"Perché dev'essere tutto così complicato?"
Perfetto ora parlo anche con i cani.
Osservo le cose lasciate sul pavimento da Gabriel.
Un sacco a pelo, una confezione contenente dei chiodi e una lampada da campeggio.
Mi interrogo sull'utilizzo dei chiodi quando all'improvviso entra Adriel. Dalla sua faccia capisco che Gabriel non è con lui e non posso fare altro che deprimermi ancora di più."Non è tornato vero?" Chiedo consapevole della risposta.
"No, ma tornerà vedrai"
Annuisco debolmente col capo, iniziando però a dubitare delle sue parole.
Deve tornare.
Cerco di convincermi.
"Ho portato su gli zaini così avrai tutto quello che ti serve sottomano"
Si abbassa a raccogliere i chiodi, rigirandoseli tra le mani pensieroso.
"Non servirà a molto, ma ogni aiuto ci fa comodo. Ho visto delle tavole di legno al piano inferiore, le attaccheró alle finestre, così da rendere più difficile vederci e rallenterà chiunque voglia entrare"
"Buona idea" rispondo semplicemente.
Adriel mi osserva con i suoi occhi verdi, sembra volermi dire qualcosa, ma tace.
"Tu sistema le tue cose qui, per qualsiasi cosa urla"
"Anche se non me lo avessi detto credo che mi verrebbe naturale urlare terrorizzata in caso di attacco" rispondo sarcastica.
L'angelo sorride debolmente prima di uscire dalla stanza.
Decido di fare qualcosa per cercare di non pensare a Gabriel.Prendo il sacco a pelo, lo apro e lo metto dietro a quello che rimane della scrivania, avvicino la lampada poi apro lo zaino con le provviste e ne tiro fuori una bottiglia d'acqua bevendone un sorso.
Mi ricordo delle bottiglie d'acqua santa così le tiro fuori dall'altro zaino e ne posiziono una accanto al sacco a pelo e altre accanto alla finestra, così in caso di attacco sarebbero state già pronte per essere scagliate addosso ai nemici.Erano passate quattro ore, il sole era tramontato e Gabriel non si era ancora presentato.
L'angoscia mi stava divorando.
Non avevo toccato cibo, ero troppo nervosa per mangiare, mi ero limitata a stare seduta sul sacco a pelo, illuminata dalla luce fioca della lampada.
Adriel aveva inchiodato le assi di legno su ogni possibile entrata, rendendo il posto decisamente più sicuro e controllabile.Sento dei passi avvicinarsi e il cuore inizia a battermi pieno di speranza.
"Devo ammettere che il pennuto è stato bravo a sistemare questo posto"
Riconoscerei quella voce ovunque.
Mi alzo in un'attimo fiondandomi tra le sue braccia."Sei uno stronzo! Non sparire mai più! Pensavo ci avessi abbandonati!"
Gli urlo contro, abbracciandolo in una morsa da togliere il respiro.Alzo lo sguardo puntandolo sui suoi occhi neri.
"Hai frainteso prima"
Lui distoglie lo sguardo, ma io gli prendo la testa tra le mani costringendolo a guardarmi.
"Gabriel non c'è nulla tra me e Adriel" dico nel tono più convincente che mi riesce.
Il diavolo posa le sue mani sui miei fianchi sospirando.
"Il fatto è che lo capirei" sussurra.
"Dopo tutto quello che abbiamo passato mi stupisce che tu abbia dei dubbi sui miei sentimenti" esclamo infastidita.
Lui stacca le mani dai miei fianchi.
"Per quanto odio ammetterlo, l'angelo sarebbe perfetto per te. Sei un'anima pura Luce, io ti sto trascinando nell'oscurità. Meriti di meglio"
Il suo tono è rassegnato, come se fosse arrivato a questa conclusione dopo averci pensato tutto il giorno.
"Tu non puoi sapere cosa è meglio per me"
"Sicuramente non sono io. Guarda dove ci sta portando tutto questo!"
"Sei meglio di quanto pensi, c'è del buono in te. Io l'ho visto"
Gabriel fa un sorriso triste prima di scuotere leggermente il capo.
"Davvero Luce? Perché io non lo vedo. Mi hai cambiato, è vero, ma buono? Non credo di poter usare questo aggettivo per descrivermi"
Gli prendo le mani tra le mie, beandomi della sensazione data dal contatto con la sua pelle.
Mi fermo ad osservare le sue dita affusolate, la pelle candida come la neve e morbidissima. Le avvicino fermandole a pochi centimetri dalla mia bocca, odorandone il profumo. La pelle di Gabriel profuma di casa.
Lui è la mia casa.
Le bacio, partendo dal pollice fino ad arrivare al mignolo.
"Luce cosa stai facendo?" Chiede con voce roca in un sussurro confuso.
"Non te ne rendi davvero conto vero?"
Gli poso una mano sulla guancia, accarezzandolo dolcemente, mentre porto la sua ad appoggiarsi sul lato sinistro del mio petto, sul mio cuore.
"Io ti amo"
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Se Il Diavolo si innamora
ParanormalLuce è ingenua e spensierata, in preda ai normali problemi di qualsiasi ragazza della sua età, fino a quando Gabriel un ragazzo apparentemente perfetto, entra improvvisamente nella sua vita. Il ragazzo inizia a corteggiarla e subito lei rimane affas...