45 Il dolore di una perdita

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* LUCE *

Un'odore nauseante mi colpisce facendomi riprendere conoscenza.

Dove sono?

Fatico a mettere in ordine i numerosi pensieri che ho in testa, fino a quando uno in particolare mi provoca un colpo al cuore.

Oh mio Dio. Adriel!

Il ricordo di Adriel ucciso dai demoni mi sveglia completamente.

Apro gli occhi, ma vedo tutto sfuocato.

Sono svenuta.

Inizio a tremare, il respiro si fa affannoso non appena tutti i ricordi si fanno strada nella mente.

Adriel è morto.

Morto per davvero.

L'angelo che mi aveva protetto e confortato in ogni momento era stato ucciso.
La sua unica colpa é stata quella di rimanermi accanto.

Gli occhi mi si inumidiscono.

Mi ricordo quando lo avevo convinto a mangiare per la prima volta, la sua buffa espressione quando l'ottimo sapore di marmellata di more l'aveva colto di sorpresa facendogli sgranare gli occhi.
Quando si era sorbito tutti i gossip di Kate senza fiatare per un'intero pomeriggio.
I continui battibecchi con Gabriel che non faceva altro che stuzzicarlo.
Tutto finito.

Adriel era morto.

Non avrei più rivisto i suoi bellissimi occhi smeraldo e il suo sorriso dolce e comprensivo.

Scoppio a piangere, non posso più trattenermi.

Rivedo nella mia mente Gabriel martoriato e il suo sguardo distrutto, sconfitto.
Mi manca terribilmente, soprattutto ora che ho perso un'amico e che la fine é vicina.

Ho paura.

Non me ne vergogno, solo un'incosciente non l'avrebbe.
Mi attanaglia le viscere e mi fa tremare come una foglia.
Ma mi stupisco ancora una volta di me stessa rendendomi conto che non ho paura per la mia vita in senso stretto.
Ho paura di perdere anche Gabriel, dopo aver perso l'angelo e Cappuccino.

Forza Luce, non puoi mollare, non ora.

Non appena riesco a calmarmi mi asciugo gli occhi.
Ho recuperato a pieno la vista, quindi inizio ad osservare la stanza in cui mi trovo.

La prima cosa che focalizzo é il pavimento fatto di pietra, ho una catena attaccata al polso, fissata alla parete, anch'essa di roccia.

Sembrano le segrete di un castello.

Peccato che questo é l'inferno.

La stanza é a malapena illuminata dalla fioca luce di una torcia di legno, che rende il tutto molto medioevale.
Di fronte a me, a pochi metri, ci sono delle sbarre che mi fanno capire di essere in una cella.

L'odore nauseabondo che mi ha colpito appena sveglia sembra farsi sempre più intenso.
Puzza di marcio, di carne andata a male, di decomposizione.
Se già l'odore e il fatto di sapermi all'inferno mi terrorizza, la sensazione peggiora non appena inizio a sentire delle urla in lontananza.

Alcune supplicano di smetterla, altre urlano e basta, senza formulare nulla di sensato.
Non posso fare altro che agitarmi ancora di più.

Una di quelle voci appartiene a Gabriel?

Lo stanno torturando?

Mi sento soffocare.

Per la prima volta mi sento sola.
Il mio angelo custode non sarebbe venuto a salvarmi.
Se morirò mia madre non saprà mai che fine ho fatto e rimarrebbe distrutta dalla mia scomparsa.

Mamma.

La donna più forte e buona che conosco. Pagherei per un suo abbraccio, per una carezza.
E Kate la mia migliore amica, la mia complice in tutto, sorelle anche se non di sangue.
Quanto avrei voluto dirle addio.

Il mio cagnolino non è qui a leccarmi le dita, a tirarmi su il morale.
È morto anche lui per colpa mia, ucciso da quella stronza di Amara.

Ripenso alle ultime parole di Adriel.
Lui ha creduto in me, confidando nel mio coraggio di togliermi la vita piuttosto che far ottenere ai demoni ciò che vogliono.

Non ti deluderó.

Se Gabriel non riuscirà a battere suo padre, troverò il modo di uccidermi.

"Buongiorno principessa"

Una voce purtroppo famigliare mi distoglie dal vortice dei miei pensieri.

Amara.

Mi volto verso la voce, ed eccola li, in piedi fuori dalla cella a guardarmi divertita.

"Però! hai dormito parecchio eh?"

Non le rispondo, distolgo lo sguardo facendo finta che non esista.

"Oh sei ancora arrabbiata con me?sempre per il cane?"  Chiede ironica.

"Lasciami in pace" esclamo piena d'odio.

"Stupidina, sei all'inferno, il tuo destino è soffrire, non troverai pace qui dentro. Solo dolore, antico ma mai fuori moda dolore" Esclama divertita.

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